giovedì 2 giugno 2011

Olokaust....la fine del mondo

Olokaust...........
L'arma....assoluta
Autore: Franco Scarpari. Via Alessandro Volta N°41. Camponogara(VE) Tel: 041.5140261 cell: 3382476681.

Parte prima.
PREFAZIONE.
Quello che la storia cosidetta “ufficiale” non ci insegna……..a volte è proprio la verità, verità nascosta, che stenta sempre a venire a galla. Solo ora , dpo più di mezzo secolo dal termine del conflitto che ha per sei anni insanguinato il mondo, si comincia a comprendere quanto Germania e Giappone siano andate vicino a vincere in extremis una guerra che appariva oramai completamente perduta. E’ stata “sconfitta” per quanto rimaneva del patto tripartito, solo per una mera questione di giorni…….un altro paio di mesi, sei al massimo e il futuro dell’umanità sarebbe stato ben diverso. Hitler aveva già sperimentato con successo per ben due volte delle piccole atomiche alla fine del quarantaquattro e nella primavera dell’anno seguente, non grosse come quelle americane, non certo così raffinate ma in grado se usate adeguatamente, di fermare certamente l’avanzata tracotante dei sovietici e di provabimente di riuscire ad ottenere ottenere una pace separata con Stati Uniti e Gran Bretagna. Il Giappone addirittura, quando già l’Imperatore aveva accettato la resa senza condizioni, aveva effettuato a sua volta con grande successo un esperimento analogo a quello tedesco e pare avesse da parte alcuni altri ordigni quasi pronti all’uso. Ordigni, scienziati e tutte le loro ricerche andarono perduti fagocitati da Stalin che si appropriò di tutto facendo cadere ogni cosa nel silenzio più assoluto.

INTRODUZIONE.

Il dottor Fritz Maier era finalmente in procinto di raggiungere lo stadio olimpico. L’appuntamento era esattamente sotto la porta destra del campo di gioco, proprio quella dove, con un micidiale calcio di rigore, un giorno ancora lontano nel tempo, un semisconosciuto terzino della Nazionale Italiana di calcio avrebbe consegnato alla sua squadra il quarto titolo mondiale ma questo ovviamente lo scienziato non poteva certamente saperlo. Lo scienziato sapeva benissimo invece di essere pedinato, aveva scorto già da una diecina di minuti alcune ombre stagliarsi alle sue spalle ma ogni volta che il suo sguardo aveva cercato di individuare gli inseguitori, le ombre erano regolarmente svanite nel nulla. Ma lui sapeva…..sapeva benissimo che la sua vita avrebbe avuto termine nel giro di pochi minuti, non c’era purtroppo alcuna alternativa…….a lui restava solo la speranza di portare a termine la missione che si era prefisso di realizzare. All’inizio tutto il progetto lo aveva entusiasmato: il professor Sieghel era stato quasi un padre per lui e la possibilità di poter difendere la sua amata Germania con l’uso di alleati microscopici come i virus e i batteri, gli era apparsa affascinante. Ma con il progredire delle ricerche Maier si era reso conto che il progetto aveva travalicato il suo scopo originale…..adesso non si trattava più di salvare la Germania ma di distruggere i nove decimi dell’umanità e di schiavizzare la popolazione restante a tutto favore della razza dominante…..quella ariana. Questo non poteva essere permesso, certamente non con la sua collaborazione. L’unico modo di impedire tutto ciò era comunicare al nemico quanto veniva fatto nel sottosuolo di Berlino……non c’era altro sistema. Maier era riuscito la settimana precedente a nascondere parte delle specifiche del progetto in una buca presso il nuovo bunker che il Fuhrer si stava costruendo a Berlino e adesso aveva appuntamento con un agente americano proprio nel buio dello stadio olimpico. Ma era destino che la cartelletta contenente le carte che descrivevano l’intero progetto, non potessero mai raggiungere l’americano che stava aspettando………le ombre che seguivano lo scienziato all’improvviso si erano materializzate dal nulla e……….Ma la cartelletta in definitiva non era finita tra le mani sbagliate. Il colonnello delle SS che la aveva prese da quelle che ancora si contorcevano dello scienziato, non la aveva distrutta come avrebbe dovuto ma le aveva conservata e nel 1946, a guerra conclusa, la aveva usata come merce di scambio per salvarsi la vita e questo circa sessant’anni dopo avrebbe contribuito a salvare l’umanità.

L’INIZIO DI TUTTO.

La nuova grande Berlino rifioriva ogni giorno di più. Alla fine degli anni novanta, le ferite devastanti della guerra erano per fortuna da tempo oramai completamente scomparse ed anche le brutture causate da mezzo secolo di Comunismo, erano finalmente in procinto di essere definitivamente sanate. Restavano ancora, come baluardi della storia passata, alcune cupe vestigia della follia nazista, in una più o meno ben definita evidenza.........i resti di una gigantesca torre anti aerea che si ergeva ancora alta nel cielo ma mascherata nello stesso tempo da una collina costruitale tutto attorno con le macerie dei palazzi distrutti della città, rovine che alla fine si erano fortunatamente ricoperte di erba, le sue fondamenta, costituite da una serie di bunker sotterranei che nemmeno l'esplosivo dei Francesi, gonfi come al solito di rabbia e di risentimento, a guerra conclusa era riuscito a demolire, alcune gallerie della metropolitana andate in disuso e poco altro ancora. Il Bunker, che era stato l'ultimo rifugio del Fuhrer era stato distrutto ed interrato già dalla nomenclatura comunista, pochi anni dopo il termine del conflitto, mentre pochi altri residui, tutti nascosti nel sottosuolo della città, giacevano abbandonati, con gli ingressi accuratamente murati.......eterno, ma occulto monito per una generazione che la guerra non la aveva fortunatamente mai conosciuta. La rinascita della città dalle sue rovine aveva dell’incredibile. Alla fine del terribile conflitto a vederla dall’alto, a guardare gli scheletri dei palazzi distrutti e arsi dal fuoco, sembrava impossibile che un giorno avrebbe potuto rinascere come l’araba fenice dalle sue ceneri. Ma c'era ancora qualcosa d'altro, un inquietante qualcosa, ovviamente abbandonato anch'esso, ma ancora, anche se completamente dimenticato da tutti, assolutamente e drammaticamente intatto. Si trattava di una gigantesca costruzione che mai era stata scoperta, anzi.......di cui nessuno, fino a poco meno di vent’anni prima, aveva nemmeno mai sospettato l'esistenza. Eppure per la sua costruzione avevano lavorato ed erano morti in tanti........tedeschi giovani e vecchi, operai, maestranze, ingegneri......tutti “fatti sparire” in un modo o nell' altro, per la decisione di un folle che voleva ad ogni costo mantenere assolutamente celato, un terribile segreto. L’importanza che era stata data a tale progetto aveva fatto si che il Fuhrer avesse voluto impiegare solo ed esclusivamente manodopera specializzata tedesca e non ebrei o prigionieri di guerra. Il terrore dei sabotaggi e l’assoluta necessità di mantenere ad ogni costo il segreto, avevano fatto si che la scelta di Hitler alla fine fosse stata questa. A lui non importava certo che altri tedeschi andassero ad aggiungersi al numero altissimo di civili e soldati già morti per sostenere la sua follia!
La grande costruzione sotterranea, che si stendeva tutt'ora sotto la capitale del Terzo Reich, non era stata altro per la verità se non un ennesimo specchietto per le allodole ma questa volta l'inganno non era stato perpetrato tanto ai danni del nemico ma bensì era rivolto in particolare a tutto l'entourage dello stesso Fuhrer. Hitler infatti nel suo delirio di onniscienza, dopo appena pochi mesi dall'inizio del conflitto, subito dopo il fallimento della “Battaglia di Inghilterra”, era già arrivato al punto di non fidarsi ormai più di nessuno dei suoi collaboratori, assolutamente non del vanaglorioso Maresciallo dell'Aria Herman Goering che più di una volta lo aveva deluso non mantenendo le sue più solenne promesse fatte, ne del ministro della propaganda Goebbels, fedelissimo certamente a lui e al Nazional Socialismo ma troppo “fragile” secondo lui per reggere il peso di un così orribile segreto, ne di altri. Aveva si la massima fiducia nel suo ministro prediletto, l'architetto Speer ma dubitava nello stesso tempo, che anche lui sarebbe stato disposto a farsi complice di quanto lui Hadof Hitler aveva in mente di architettare. L'unico che era certo che lo avrebbe seguito fino in fondo, senza il pericolo di cadere preda di rimorsi postumi, era Henrich Himmler, il feroce e senza scrupoli capo delle SS e a lui e solo a lui il Fuhrer si era affidato per riuscire a compiere quanto il dittatore tedesco aveva in mente di realizzare. Subito dopo la delusione della Battaglia dì Inghilterra, Il Dottor Sieghel, laureato in microbiologia molecolare, era riuscito finalmente ad ottenere il tanto agognato colloquio con il Fuhrer e ad proporgli esponendogli i risultati del suo lavoro di anni, la soluzione che aveva preparato con la conclusione dei suoi studi e delle sue ricerche microbiologiche, per la futura supremazia nel mondo della razza ariana. Sieghel e il Fuhrer si erano casualmente conosciuti in trincea nella Grande Guerra, uno pittore fallito, l’altro brillante studente dell’ultimo anno di microbiologia. Nelle pause degli attacchi alla baionetta lo studente aveva avuto occasione di “fraternizzare” con Hitler e ne aveva avidamente assorbito quelle teorie che il Futuro Fuhrer avrebbe in seguito messo su carta sul “Mein Kanf” e in opera nella nazione che avrebbe in futuro comandato. Si trattava ancora per la verità di tutto un insieme di idee confuse, che il futuro Fuhrer per la verità faceva anche fatica ad esprimere, visto che l’uomo non dimostrava certo di possedere un eloquio particolarmente brillante e coinvolgente ma per un motivo misterioso al giovane scienziato tali idee sembravano invece estremamente chiare e come scaturite dalla brillantissima mente di un genio, come se dietro alle loro spalle aleggiasse e si agitasse una misteriosa presenza che avesse il potere di rendere chiaro e trascinante quello che Hitler aveva si in mente ma che faceva invece fatica a comunicare. Alla fine del conflitto i due si erano persi di vista, ma il giovane, diventato in pochi anni ricercatore di punta dell’università di Berlino, non si era dimenticato di colui che adesso stava diventando a tappe forzate, il nuovo padrone della grande Germania. Il professore, ottenuta l’entusiastica fiducia del Fuhrer, aveva avuto la necessità per realizzare il progetto, di creare un segretissimo laboratorio cui nessuno potesse avere accesso e di cui praticamente nessuno avesse nemmeno il sentore della sua esistenza. Tutto era stato predisposto in modo che i gerarchi avrebbero così creduto in perfetta buona fede, che il castello sotterraneo chiamato in codice “Wolfenstain”, sarebbe servito come alloggio e rifugio per l’elite del Partito, una volta che l'arma atomica che era da tempo in avanzato stato di approntamento, fosse stata ultimata e lanciata sulle teste del nemico.......ma il suo scopo ultimo e segreto, era invece completamente diverso, ancora più tremendo nella sua malvagità e noto solo ad una cerchia ristrettissima di persone. In fondo quello che il Fuhrer doveva tenere nascosto ai suoi gerarchi non era certo la costruzione della struttura stessa ma solo l'esistenza di una piccola parte di essa che doveva rimanere assolutamente celata a tutti: il laboratorio segreto. Una volta realizzata la monumentale opera sotterranea, il professor Sieghel aveva potuto lavorare assolutamente indisturbato a rendere operativo il progetto che avrebbe dovuto rendere immortale il Terzo Reich o garantirne per lo meno una rinascita certa in un tempo futuro. Hitler non era certo una persona eccezionale come poteva esserlo invece un Mussolini, non era particolarmente intelligente e aveva una visione della vita sua e altrui, distorta da una vena di schizofrenia e complicata da una miriade di complessi di paure e di manie. La sua non era certo stata una infanzia felice aveva convissuto con un padre estremamente violento ed autoritario ed una madre iperprotettiva, fattori questi che non avevano certo contribuito ad un armonico sviluppo mentale della mente del ragazzo. Il suo destino era dunque quello di rimanere sempre ai margini della società e non certo quello di poter diventare con il passare del tempo, un personaggio di una qualche importanza. Ma una sera, mentre meditava solo come un cane nella sua stanza, la miseria della sue esistenza, senza sapere come potesse essere accaduto, si trovò faccia a faccia con uno strano personaggio che seduto accanto a lui lo fissava con uno sguardo magnetico. La porta e l’unica finestra risultavano chiuse e lo strano individuo sedeva li accanto a lui, come comparso dal nulla a un metro di distanza ma nonostante l’evidente vicinanza con Hadolf, i tratti del suo volto non avevano stranamente alcuna caratteristica ben precisa…..era come se i lineamenti del viso comparissero e svanissero in continuazione non assumendo mai una fisionomia ben definita ed identificabile. Solo gli occhi, incredibilmente rossi fuoco, brillavano intensamente come due carboni ardenti, incutendo un folle terrore ma inchiodando nello stesso tempo il giovane tedesco al suo posto, senza che lui potesse nemmeno muovere un muscolo per reagire in qualche maniera. Hitler era chiaramente terrorizzato da quella apparizione che aveva del soprannaturale ma ne era nel medesimo tempo anche intrinsecamente attratto in maniera irresistibile. Alla fine lo strano personaggio aveva parlato con un tono di voce estremamente suadente, un tono di voce che stranamente calmava e placava e nello stesso tempo eccitava e dava forza……una forza interiore gigantesca, una forza interiore ed una lucidità di pensiero che mai Hitler si sarebbe mai sognato di possedere fino a quel fatidico momento: ” Non temere Hadolf…..non starti a lambiccare il cervello per cercare di capire come mi sia introdotto qui. Non ti interessa nemmeno sapere chi io possa mai essere…….lo potrai capire in seguito da solo senza che sia io a dirtelo. Ma adesso ascoltami bene, con la massima attenzione perché alla fine del mio discorso dovrai prendere una decisione, una decisione importantissima che riguarda solo ed esclusivamente te, decisione che potrebbe cambiarti una volta per tutte la vita. E le parole erano subito dopo, fluite come acqua limpida da un rubinetto lasciato aperto e lo avevano dissetato, istruito……nutrito, placato e nello stesso tempo eccitato come mai lo era stato prima in vita sua. Adesso lui sapeva che quello che veniva chiamato dalla religione cattolica l’Anticristo si era materializzato ed identificato in lui, sapeva il motivo per cui lui era venuto al mondo e quale era la sua missione, vedeva il futuro, l’ascesa fulminea e la successiva inevitabile caduta rovinosa…..tutto focalizzato in un progetto e per un progetto più grande di lui di cui lui faceva solo parte come un minuscolo ma nel medesimo tempo, fondamentale ingranaggio……e ciò non poteva fare altro che esaltarlo. La Germania non era altro che un mezzo, la futura strage del suo popolo distrutto da una guerra che sarebbe stata rovinosa, un semplice fatto trascurabile ma necessario per raggiungere il suo obbiettivo e nulla più. Alla fine il momento di decidere era fatalmente arrivato: sapeva che se avesse rifiutato l’offerta portatagli dal misterioso personaggio, subito dopo si sarebbe scordato di tutto e avrebbe continuato come se nulla fosse accaduto, la sua vita di miserabile fallito. Aveva anche per un attimo intravvisto una specie di luce meravigliosa che pareva attenderlo li in fondo, dove la sua vita terminava, dove anche i falliti, i repressi e i disgraziati come lui alla fine avevano finalmente il diritto di accedere. Ma lui aveva respinto con sdegno tutto ciò, aveva abbracciato le idee propostegli da quell’essere soprannaturale, le aveva fatte sue, sentendo che da sempre erano state sue e……la luce intravvista per un attimo si era spenta, spenta per sempre ed era svanita nel nulla. Per lui la luce non si sarebbe mai più accesa o manifestata…..il suo destino adesso sarebbe stato completamente un altro! Era nato un mostro, quello che fra poco sarebbe diventato lui: Hadolf Hitler il Fuhrer della nuova grande Germania! Adesso si che il pensiero gli scorreva veloce in testa, adesso si sapeva che la sua eloquenza sarebbe una buona volta divenuta chiara e trascinante……adesso si che era pronto ad iniziare la sua avventura. Heil Hitler!

LA FUGA MANCATA DI FRANTZ.

Frantz aveva finalmente “dato un taglio definitivo” a tutti i suoi dubbi ed era oramai pronto a gettarsi a capofitto nella grande fuga. Per un mese intero aveva pensato se fosse o no il caso di mettere finalmente in opera il progetto a cui aveva lavorato per due anni e alla fine aveva deciso che si.......per cambiare completamente la propria vita, valeva bene la pena di rischiare adesso il tutto per tutto, prima che fosse veramente troppo tardi. Eppure nel grigiore della Berlino Est dei primi anni ottanta, lui era da considerare uno dei pochi privilegiati e fortunati, era infatti da anni membro stimato del Partito, ricopriva una posizione di prestigio essendo uno dei responsabili civili della sicurezza della zona est del “muro”, aveva un più che dignitoso appartamento in centro nonostante vivesse da solo e addirittura era “infelice” proprietario una piccola fumigante “Trabant” A Berlino Est erano pochi in verità quelli che potevano permettersi di mantenere il suo tenore di vita...........avendo anche l'accesso ai negozi riservati alla elite del Paese e soprattutto i soldi per poter acquistare generi che solo li si potevano trovare, lui avrebbe dovuto considerarsi una persona fortunata e felice.......ma invece la vita che conduceva da anni, ogni giorno di più che passava, gli risultava sempre di più pesante ed invivibile. Certo lui in città aveva tutto......ma solo il “tutto” che il comunismo poteva dare ai pochi fortunati della elite del paese come lui. Frantz invece agognava da tempo a ben altro......sognava infatti di poter vivere come i “fratelli” tedeschi che si trovavano al di la del maledettissimo muro che li separava da anni. Lui voleva avere la possibilità di potersi scegliere la macchina che desiderava, una vera macchina e non quel trattore fumigante che gli era concesso guidare.........lui voleva poter lavorare e guadagnarsi gli agi che li a Berlino Est non esistevano e non sarebbero mai esistiti......lui in definitiva voleva essere e sentirsi libero. Fino ad una decina di anni prima per la verità Frantz era stato un comunista convinto e aveva creduto nell'inarrestabile progresso promesso dai suoi capi e nella data in cui il Comunismo Reale avrebbe dominato il teatro mondiale. Ma le delusioni avevano seguito le delusioni, la data tanto attesa era stata più volte spostata e lui aveva potuto constatare che ad ogni piccolo passo fatto in avanti dalla Germania comunista...........ne corrispondevano almeno dieci fatti dalla Repubblica Federale. Alla fine, come tanti suoi concittadini, si era reso conto del fallimento del comunismo e completamente disilluso aveva deciso di tentare di emigrare all'ovest per poter ricominciare una nuova vita finalmente diversa e.....soprattutto libera! Aveva come prima ipotesi di fuga pensato di recarsi all'ovest in vacanza e di non rientrare più in patria, chiedendo di conseguenza asilo politico ad una delle Nazioni capitaliste ma, ad una persona come lui, esperta di tutti i segreti del “muro”, non era mai stata concessa la tanto agognata autorizzazione a recarsi in viaggio di piacere, in uno dei paesi della Nato. Aveva allora pensato di recarsi in un altro paese del Patto di Varsavia e di tentare di eclissarsi all’Ovest da li ma poi aveva scartato anche questa opzione ritenendola troppo aleatoria e pericolosa. Non restava altro da fare se non unirsi al gruppo di “sportivi” che cercavano in continuazione di scappare attraversando il muro che tagliava in due la ex capitale del terzo Reich.

IL MURO DI BERLINO.

All'inizio degli anni ottanta, il muro di separazione che era stato eretto nei primi anni della Guerra Fredda, non aveva certo più nulla di quello originario costituito da mattoni e da rotoli di concertina messi giù in tutta fretta e alla meglio. Si trattava sempre certamente di un muro alto ben oltre tre metri ma oltre al muro in se stesso e prima di poter arrivare a lui, erano state erette continue barriere di filo spinato precedute da zone di terreno scoperto e accuratamente minato, illuminato di notte da potenti fari e intervallato da torrette presidiate da “Vopos” armati di tutto punto e con l'ordine di sparare immediatamente su eventuali fuggitivi. Sentinelle, cani poliziotto, mine anti uomo, barriere di filo spinato.........superare una tale serie di ostacoli sembrava francamente impossibile.......eppure tanti provavano a farlo perdendo il più delle volte la vita o la libertà ma in qualche caso riuscendo anche nell'intento. In certi punti un palazzo della zona est era situato a distanza ridotta da un altro situato nella zona ovest e nonostante tutte le finestre di quello che si trovava nella zona comunista fossero state accuratamente murate per ovvi motivi, qualche temerario era riuscito ugualmente a fuggire collegando i tetti dei due edifici con un cavo e riuscendo con questo sistema a passare, con una improvvisata teleferica, da una zona all'altra. C'era poi chi era riuscito a fuggire con un aereo ultraleggero costruito in casa, chi era scappato via mare con una tavola a vela, chi era riuscito a farlo attraverso il sistema fognario della città......ma adesso anche la fantasia a disposizione dei berlinesi aveva raggiunto fatalmente il punto di esaurimento e molti avevano loro malgrado dovuto rassegnarsi all'inevitabile e rinunciare. Oltre a tutto le difese del “muro” erano in continua costante evoluzione e venivano migliorate di continuo da ingegneri e tecnici specializzati proprio come Frantz........certo la spesa era notevole e gravava sempre di più sui magri bilanci dello Stato ma era questione di puntiglio e di orgoglio nazionale non consentire ai propri connazionali di emigrare all'estero. Questo la Germania Est non se lo poteva proprio permettere.

PROGETTI DI FUGA:

Frantz era dunque uno dei pochi a conoscere il “muro” in tutti i suoi particolari e a sapere benissimo quali erano i suoi punti di forza e quali i suoi rari punti deboli, posto che ancora ve ne fossero. Avendo accesso alla struttura in qualsiasi momento, lui poteva toccare con mano esperta quella che considerava un po' come la sua creatura ma non una creatura amata e da amare come poteva essere un figlio adorato ma bensì come invece un figlio”difficile” che esigeva in continuazione, senza dare mai assolutamente in cambio nulla se non continue preoccupazioni. Per cui lui era forse l'unica persona in grado di trovare un nuovo sistema per aggirare la sorveglianza e riuscire a fuggire. Una volta presa la decisione Frantz aveva iniziato due anni prima, con la massima calma, ad esaminare i vari tentativi fatti recentemente dai Berlinesi dell'est per fuggire, sia quelli falliti, sia quelli andati a buon fine ed era arrivato alla conclusione, surrogata dai fatti, che purtroppo una fuga tentata scavalcando un sbarramento dopo l'altro, non era francamente più possibile per nessuno. Anche lo stratagemma già sfruttato con successo in passato di transitare da un palazzo all'altro era purtroppo adesso da scartare, a causa dei controlli diventati asfissianti e all’abbattimento dei palazzi troppo vicini alla zona di confine e tentare la sorte per aria o in mare non era assolutamente una cosa adatta al suo fisico non certo da atleta e dunque fattibile. Restava il sottosuolo.......la zona tra l'altro dove proprio lui aveva diretto l'erezione di quelle barriere difensive che dovevano impedire qualsiasi altro tentativo di fuga: muri che tagliavano in due i corridoi erano stati eretti, grate metalliche erano state piazzate e addirittura parte delle gallerie inutilizzate della vecchia metropolitana cittadina erano stati fatti crollare. Ma Frantz sapeva.........conosceva benissimo tutta la zona, cunicolo per cunicolo, galleria per galleria, stanza per stanza. Sapeva per esempio che il cercare di abbattere qualche muro o qualche grata sarebbe stato impossibile, sia per i controlli asfissianti che venivano effettuati, sia per le formidabili dimensioni delle “protezioni stesse”. Ma c'era una zona, anzi un corridoio ancora inesplorato, che invece di dirigersi verso l'ovest, piegava in direzione opposta e proprio per questo non era mai stato preso in considerazione da qualcuno per una eventuale fuga. Frantz era l'unico che poteva aggirarsi indisturbato nel sottosuolo e aveva deciso che sarebbe sceso sotto terra con la scusa di sovraintendere alla costruzione di un muro nuovo al posto di un altro che mostrava evidenti segni di cedimento e con l'intento dichiarato di eseguire una accurata ricognizione di controllo come aveva già fatto periodicamente in passato. La settimana seguente, vestito e attrezzato come uno speleologo, era entrato nel tombino che si trovava presso l'area dove un tempo si trovava la vecchia Cancelleria del Reich e si era calato nel sottosuolo.

IL SOTTOSUOLO DI BERLINO.

Appena arrivato sul fondo del cunicolo Frantz si era subito imbattuto in una pattuglia di controllo costituita da due “Vopos” armati di mitraglietta, si era fatto riconoscere e subito dopo aveva proseguito da solo tenendo sempre la destra ogni volta che arrivava ad una biforcazione. Sul muro ad intervalli fissi si era imbattuto in telecamere messe li a bella posta proprio dietro suo consiglio, per controllare i movimenti di chi si potesse aggirare la sotto ed ogni volta per poter proseguire, si era dovuto far identificare e riconoscere dall'addetto che si trovava in sala di controllo. Arrivato alla fine della zona così detta “calda”, Frantz si era invece furtivamente introdotto nel corridoio che piegava verso la zona est delle fognature........il terreno adesso, mano a nano che l'uomo avanzava, scendeva sempre di più e cominciava a riempirsi di liquami che fuoriuscivano a sbuffi dalle tubature che provenivano dalle abitazioni che si trovavano sopra di lui. Il cunicolo in effetti non aveva assolutamente nulla di interessante e si dirigeva effettivamente verso una zona che non poteva interessare un eventuale fuggitivo ma non era quello ovviamente che l'uomo cercava......Frantz era invece intento e interessato alla ricerca di un qualcosa di strano, di una apertura nascosta di una porta celata.......di una qualsiasi variazione del percorso che lo potesse finalmente portare nella direzione voluta. A forza di cercare, sulla parete di sinistra ad un certo punto era apparso uno scanso che ricordava una piazzola di sosta o meglio una postazione per una persona addetta al controllo di chi potesse passare in quel cunicolo. Il muro li pareva rientrare in una nicchia di mattoni a vista e all'apparenza non aveva assolutamente nulla di particolare. Frantz si era allora appoggiato all'interno di quello scanso come ad immedesimarsi in una eventuale “guardia” messa a controllare......non si sapeva bene cosa........in un cunicolo fognario. Li a parte il liquame maleodorante che scorreva a terra non c'era altro da poter vedere e provabilmente non c'era mai stato. E allora....a cosa mai poteva servire una guardia messa li a controllare non si sapeva bene chi o cosa? Si trattava poi veramente di una guardiola o si trattava invece di un normalissimo scanso del corridoio senza alcuno scopo particolare? Ma allora se non serviva a nulla, perchè mai era stato costruito? Immerso nei suoi pensieri Frantz non si era accorto di essersi appoggiato distrattamente con la schiena sul muro di mattoni della nicchia ma se ne rese di colpo conto quando con uno scatto metallico il muro sulla sua destra si aprì all'improvviso, rivelando una stretta apertura. Certo che adesso la curiosità era tanta...........Frantz non era andato certo in cerca di quello che appariva come un passaggio segreto ma di una svolta, magari celata da una porta di servizio, che lo conducesse verso ovest e.....la libertà. Adesso invece si veniva a trovare nelle condizioni di poter esplorare un qualche cosa di completamente diverso da quanto si era aspettato di scovare. Ma prima di entrare, l'uomo ci aveva pensato molto bene e aveva ragionato tra se e se come era da sempre abituato a fare: di cosa si poteva trattare? Di una uscita di servizio no, non avrebbe avuto senso occultarla con tanta cura, di una stanza costruita per contenere attrezzature varie no per lo stesso motivo.....e allora? Che fosse il nascondiglio di oggetti rubati, di droga o di chissà altro? Ma a Berlino Est la delinquenza ufficialmente non esisteva, almeno sulla carta! Non restava dunque allora altro da fare se non entrare e Frantz allora si era introdotto cautamente attraverso l'apertura e con la torcia accesa nella destra, aveva illuminato il nuovo ambiente e si era subito accorto dell'esistenza di un interruttore posto sulla parete subito a destra dell'ingresso. Premuto il bottone, una luce diffusa da una lampadina posta sul soffitto, aveva rivelato un ambiente di trenta metri quadrati, un ambiente.......che appariva però completamente vuoto. Le pareti erano rivestite in mattoni a vista, il pavimento era lastricato in pietra d'Istria e......non c'era assolutamente altro da notare, ne porte, ne suppellettili ne altro. Niente di niente! Una stanza a cui si poteva accedere solo con un ingresso “segreto”..........stanza che però.......non conteneva assolutamente nulla! Non era una cosa logica e normale. Frantz allora si era messo alla ricerca di un qualcosa d'altro che potesse insospettirlo, un interruttore nascosto, uno scanso nella parete, un qualcosa di strano che in qualche maniera potesse saltare all'occhio. Dopo tanto cercare alla fine l'uomo si era finalmente imbattuto in qualcosa che appariva anormale.......una fessura che partiva dall'alto nella parete di fondo e si allungava fino al pavimento. Si trattava di una fessura quasi invisibile che Frantz aveva individuato solo scorrendo la mano lungo la parete e che conteneva al suo interno un consunto filo elettrico. Alla fine della fessura ecco comparire una zona leggermente scolorita e l'uomo premendo decisamente proprio li, aveva provocato una nuova apertura sulla parete di fondo, giusta giusta per poterne garantire l'ingresso. Al di la dell'apertura, questa volta non appena posto il piede al di la del nuovo passaggio, la luce si era automaticamente accesa nel nuovo locale e la porta di accesso di colpo chiusa alle spalle di Frantz.

L?INIZIO DELL’INCUBO.

Frantz non sapeva più cosa pensare.......si era addentrato li sotto con l'unico scopo di cercare una nuova via di fuga e invece si trovava adesso coinvolto in qualcosa che sfuggiva totalmente alla sua comprensione. Non era la prima volta che si imbatteva in strutture di “altri tempi” che si sviluppavano nel sottosuolo di Berlino……in passato si era addentrato in bunker sotterranei, altre volte in rifugi antiaerei in disuso, in un’altra occasione si era imbattuto in una struttura militare in rovina dove un gigantesco generatore a gasolio faceva ancora bella mostra di se. La nuova stanza dove adesso si trovava, non era però vuota come la precedente. Sul fondo era difatti situata una ampia scrivania finemente intarsiata alle cui spalle era stata posta una sedia, sulla parete in fondo si apriva invece quella che era senza ombra di dubbio una porta chiusa di un ascensore. Le pareti erano ricoperte di bellissimi arazzi e il soffitto era decorato a “cassettoni” lignei. Frantz allora si era avvicinato guardingo e aveva cercato di aprire la porta ma senza ottenere alcun risultato. Aveva inoltre cercato la attorno una scritta, un qualche simbolo che avessero potuto chiarirgli in cosa si potesse essere mai imbattuto ma non aveva trovato nulla che lo potesse indirizzare verso la verità. Aveva allora anche pensato per un momento di tornare indietro e di informare le autorità su quanto aveva scoperto ma così facendo sapeva che sarebbe stato inevitabilmente subito estromesso da quella zona e non avrebbe più potuto rimetterci piede, dando così l'addio ad ogni progetto di fuga. Vista l'impossibilità di aprire la porta, l'uomo si era allora avvicinato alla scrivania e aveva osservato che, sulla parete accanto alla porta dell'ascensore, era impressa una scanalatura che sembrava dover servire da “ingresso” a una qualche sorta di “chiave” o a qualcosa altro di simile. Sulla superficie della scrivania non c'era però assolutamente nulla a parte un dito di povere ma Frantz, aprendo uno dei due cassetti, aveva trovato proprio quello che gli serviva: una sorte di chiave metallica che pareva fatta apposta per potersi inserire perfettamente nella scanalatura che aveva scoperta sulla parete. Inserire la chiave fu ovviamente il movimento successivo, con il risultato di far illuminare la pulsantiera dell'ascensore e di far arrivare la cabina fino al livello della stanza. Adesso la porta si apriva senza alcuna difficoltà e Frantz potè accedervi senza nessun problema. Quello che risultava da subito evidente era il fatto che la cabina poteva solo andare verso il basso, esattamente poteva scendere di un unico piano che doveva, dai calcoli fatti approssimativamente dall'uomo, trovarsi ad almeno una cinquantina di metri di profondità. Ma arrivato sul fondo, dopo avere aperto la porta della cabina...........ecco l'ennesima stanza assolutamente vuota a parte una porta corazzata sul fondo della parete più lontana, corazzata e ovviamente chiusa. Non c'era altro da vedere......la porta non presentava altro se non una combinazione a tastiera composta di ben cento tasti, in cui numeri e cifre si mescolavano in un ordine apparentemente del tutto casuale. Evidentemente un qualche codice complicatissimo doveva essere digitato per poter accedere al locale successivo, codice che poteva trovarsi dovunque o anche essere stato perso per sempre........un enigma questa volta che si presentava apparentemente impossibile da risolvere. Almeno ci fosse stato un qualche indizio su chi potesse aver costruito tutto ciò e perchè ma nulla sembrava illuminare almeno un po' la mente di Frantz. La stanza dove l'ingegnere si trovava era assolutamente vuota, senza nulla che gli potesse dare una qualsiasi indicazione valida. Alla fine all'uomo era tornata alla mente l'esplorazione fatta dagli Egittologi sulle grandi piramidi, alla ricerca della camera mortuaria del faraone, Frantz si era ricordato benissimo di tutte le false piste che i costruttori avevano fatto per sviare i profanatori di tombe e aveva supposto che la stessa cosa avesse potuto verificarsi in qualche maniera anche li......troppe stanze vuote una dopo l'altra, troppo mistero...........forse l'ingresso vero o per o meno l'entrata ad un accesso secondario di emergenza poteva esistere e trovarsi magari nei paraggi. Frantz era allora tornato al piano superiore, era retrocesso indietro passo passo fino al cunicolo dove scorrevano i liquami e li aveva incominciato a ragionare: era evidente che il seguito di quello che aveva visto si trovava in basso e che per potervi accedere lui doveva cercare un qualcosa che lo portasse dove Frantz voleva andare. Aveva concluso pensandoci bene, che l'unico corridoio a uso fognatura che avesse trovato in zona si trovava proprio davanti all'accesso di quella struttura sotterranea e insospettito da questo ragionamento, aveva allora incominciato a setacciare con le mani il pavimento scorrendolo palmo a palmo a partire dalla nicchia, prima a sinistra dove per cinque metri non aveva trovato nulla, poi verso destra. Certo che immergere le mani e le braccia fino quasi al gomito nel liquame non era certo un faccenda piacevole......ma se voleva trovare una risposta, un qualche indizio utile, era pur necessario sottostare a questa non indifferente scocciatura. E alla fine qualcosa era stato effettivamente trovato: un tombino metallico ovviamente accuratamente sigillato che quasi di sicuro portava al di sotto del piano “stradale” . Il problema che adesso si presentava era quello di aprirlo senza fare in modo che il liquame lo invadesse. Frantz si era allora guardato attorno con aria pensosa e con gli occhi bene aperti e aveva notato la presenza un paio di metri più avanti, di una specie di gabbia quadrata di cemento che pareva fatta apposta per essere posta al di sopra della zona dove si trovava il tombino e con il suo notevole peso di poter fare in modo di deviare il fluire di quel torrente maleodorante e di impedire che il liquame continuasse a ricoprire la superficie del tombino stesso permettendone così finalmente l'apertura. Frantz aveva faticato non poco a compiere l'operazione, di sollevare il quadrato di cemento non se ne poteva assolutamente parlare ma l'uomo era riuscito ugualmente, a prezzo di una immane fatica, a metterlo, dopo averlo penosamente trascinato, nella posizione desiderata. Il liquame effettivamente adesso non fluiva più all'interno del quadrato e Frantz aveva eliminato quel poco che ne era rimasto “scodellandolo” via con una latta vuota che aveva trovato nei paraggi. Alla fine della manovra il coperchio del tombino era apparso e con lui, un consunto e arrugginito lucchetto che lo chiudeva. Farlo saltare con un martello che Frantz portava con se nella sacca degli attrezzi, era stata questione di un attimo e sollevato il coperchio metallico era apparsa una scaletta metallica arrugginita che ovviamente portava verso il basso.

INCONVENIENTI......... E RAGIONAMENTI..

Ma sfortunatamente, proprio quando Franz aveva aperto il portello, delle voci avevano incominciato a risuonare in lontananza. Evidentemente una pattuglia di “Vopos” si era diretta nel suo giro di ronda, verso la zona in cui Frantz si era incamminato, o perchè lo avevano visto dirigersi verso quella direzione e volevano controllare se lui avesse bisogno di qualcosa, o solamente perchè si trovavano a controllare quel settore. Con la massima celerità possibile, facendo un'altro sforzo immane, dopo aver richiuso il portello, l'uomo aveva trascinato il quadrato di cemento li dove lo aveva trovato ed era andato sollecitamente incontro alla pattuglia in arrivo:” Ingegnere......eccola qui finalmente......la abbiamo vista addentrarsi in questo cunicolo un'ora fa e siamo venuti a vedere se non le fosse accaduto qualcosa”” No, no.....state pure tranquilli. Ho solo voluto vedere se questo cunicolo continuava effettivamente ad addentrarsi a est e che non piegasse magari all'improvviso verso Berlino Ovest. Con questi fuggitivi non si sa mai come comportarsi ed è meglio pensare sempre un passo avanti a loro. Tuttavia come pensavo, non ho potuto riscontrare nessun problema.....il cunicolo prosegue effettivamente come previsto e risulta dunque assolutamente inutile per chi volesse tentare di utilizzarlo per fuggire. Domani sappiate comunque, che tornerò un'altra volta ad indagare per chiudere definitivamente la faccenda””Va bene ingegnere, vorrà dire che informerò la pattuglia che sarà di servizio di quanto è accaduto oggi, caso mai domani le servisse per una qualche ragione dell' aiuto””Grazie Tenente.....buona giornata a voi, io per oggi per fortuna ho finito e me ne torno a casa a levarmi di dosso con una bella doccia la puzza che ho assorbito qua sotto”. E così Frantz era stato per quel giorno costretto a rinunciare a proseguire e se ne era effettivamente tornato a casa carico di mille pensieri. Si trattava in effetti di un bel rompicapo. Ora se la fuga in se stessa era ancora possibile, era però adesso passata in secondo piano, soppiantata dalla nuova emozione della scoperta appena fatta. Frantz non aveva in verità la più pallida idea di cosa potesse avere trovato: le sue ipotesi spaziavano dall'aver trovato residui della costruzione della metropolitana ma non appariva però in questo caso naturale tutta quella segretezza; aveva pensato anche a una costruzione fatta dal regime comunista per proteggere magari i suoi membri in caso di attacco nucleare ma allora lui lo avrebbe di certo saputo in anticipo. Doveva allora per forza trattarsi o di un sito costruito da spacciatori di droga o dalla delinquenza comune ma......pensandoci bene la struttura appariva troppo complessa per poter essere stata costruita da gente di questo genere. Esclusa anche questa ipotesi non restava altro se non supporre che potesse trattarsi di un qualche residuato dell'era nazista e questa appariva in definitiva l'ipotesi più accreditata e forse vicina alla realtà anche se non aveva trovato assolutamente nulla per suffragarla, ne svastiche ne scritte, ne simboli che potessero ricondurre a quanto supposto. Basta pensare........Frantz non ne poteva più, soprattutto per il fatto che la verità stentava comunque a venire a galla. Era necessario attendere almeno fino all'indomani e rilassarsi pensando magari ad altro. E “altro” si incarnava proprio in questa situazione, in Paola, la fidanzata storica di Frantz. I due si erano conosciuti nella sede del partito già sei anni prima, Frantz si trovava li come al solito, per ragguagliare il responsabile del Servizio Segreto sullo stato dei lavori di rifacimento del settore del muro di sua competenza e la ragazza soltanto per ritirare la nuova tessera del Partito che aveva di recente perso. Era stato subito colpo di fulmine, inspiegabile e violento come sempre accade in quelle particolari situazioni in cui un uomo e una donna decidono di colpo insieme di voler condividere tutto. La relazione era però proseguita dopo i fuochi d'artificio iniziali, con alterni alti e bassi, fino al punto che Frantz aveva deciso di emigrare all'ovest senza nemmeno voler interpellare su di questo argomento, anche la ragazza. Eppure più di una volta aveva pensato, ragionando tra se e se, che una ragazza come quella non la avrebbe certamente trovata mai più, nemmeno se avesse campato cento anni ma non riusciva a compiere il grande passo non aveva la forza e la decisione necessaria per chiederle di sposarlo……..aveva ancora altre idee per la mente, altri progetti che gli apparivano ancora più importanti di una convivenza ufficiale e non si sentiva affatto sicuro di voler e di potersi imbarcare in un matrimonio. Ma improvvisamente adesso, nell'incertezza del momento, la figura della giovane era nuovamente prepotentemente apparsa all'uomo come un faro, un punto di riferimento a cui lui finalmente aveva compreso di non volere e non potere più rinunciare. Sapeva che molta della colpa dell'alterno incedere del loro rapporto, era dovuta al fatto che lui si comportava sempre da perfetto egoista e così aveva fatto una volta di più quando aveva deciso di non avvertire la compagna del suo tentativo di fuggire dall'est del paese. Ma ora qualcosa era adesso scattato in lui.......il vedersi solo senza la compagnia di colei con la quale aveva condiviso tutto negli ultimi due anni, era diventata stranamente una situazione improvvisamente intollerabile..........adesso si, che capiva quanto loro due fossero complementari ed indispensabili gli uni agli altri, adesso si che si era perfettamente reso conto che non voleva assolutamente perderla. L'uomo non è fatto per vivere da solo e Frantz si era finalmente reso conto di amare veramente con tutto se stesso la ragazza e di non poter rinunciare a lei e al suo amore. Il giovane aveva dunque deciso di recarsi da lei, per riprendere una volta di più il filo interrotto della loro relazione e per chiedere anche il sua aiuto e il suo coinvolgimento nella avventura che sarebbe incominciata l'indomani. Paola oltre a tutto gli sarebbe stata particolarmente utile in quanto laureata in storia moderna e specializzata nello studio dell'epoca e dei personaggi nazisti, da Hitler…….ai più oscuri gerarchi. Se solo fosse stata dimostrata l'origine nazista dei resti trovati da Frantz, l'aiuto di Paola sarebbe allora risultato importantissimo se non decisivo. “Vedi amore mio, io di quanto ho trovato la sotto, non so cosa poter pensare, non riesco a comprendere di cosa si tratti, chi lo abbia costruito e soprattutto perchè. Io stavo soltanto cercando una via di fuga per poter lasciare il grigiore che ci perseguita, lo sai benissimo che andarmene di qui è da almeno due anni il mio sogno anche se non ti ho mai detto che stavo veramente cercando il modo di........fuggire, ma ti assicuro che non ho la più pallida idea di quello che potrò, potremo se tu lo vorrai.......trovare alla base di quella scala metallica che si addentra nelle viscere della terra.” Ma la ragazza appariva perplessa e nel medesimo tempo un po’ delusa e avvilita.........teneva la testa bassa come se qualche pensiero nascosto la stesse tormentando ma poi aveva di colpo rialzato il capo con decisione gettando all’indietro i suoi bellissimi capelli biondi e aveva detto guardandolo fisso con i suoi occhioni azzurri:” Caro Frantz, tu sai quanto ti amo, lo hai sempre saputo........eppure ho la precisa sensazione che ieri tu fossi sul punto di abbandonarmi per sempre, anzi lo so, lo so per certo e non osare cercare di contraddirmi, sarebbe solo una penosa ed inutile perdita di tempo. Ma tu sai quanto ti amo......e sento per fortuna anche che qualcosa finalmente è maturato in te, so che adesso sei finalmente cambiato e che il sentimento che ora provi per me non è solo il frutto del tuo innato egoismo. Ed è solo per questo motivo che perdono tutti i tuoi atteggiamenti sbagliati del passato verso di me ed è solo per questo motivo che voglio ricominciare da capo con te e per te”. Frantz a sua volta aveva compreso benissimo che questa era l'ultima ancora di salvezza che gli sarebbe lanciata dalla ragazza e ne aveva approfittato con entusiasmo stringendola a se con un amore che pensava di non aver mai avuto per lei, un amore nuovo, più forte, più vero!

L'INCUBO SI AVVICINA.

L'indomani mattina i due si erano dunque recati nel sottosuolo di buon'ora, quando le strade della città sempre tanto triste e poco illuminata, erano ancora avvolte dal buio e dalla nebbia. Il maledetto muro separava due realtà tanto diverse.............a distanza di pochi metri lo sfavillio del consumismo e del capitalismo più spinto si contrapponeva alla penombra e alla tristezza dell'evidente fallimento del sogno comunista. Esistevano dunque due mondi vissuti dalla stessa razza, dalla stessa identica popolazione, dagli stessi abitanti della medesima città, in un modo però tanto drammaticamente diverso uno dall'altro. I due giovani dunque, senza farsi notare da nessuno, si erano calati nel sottosuolo della città e avevano sollecitamente raggiunto la zona solcata dai liquami e infine il punto dove Frantz il giorno prima si era imbattuto nel tombino. Eludere alle telecamere la presenza della ragazza non era stato affatto semplice ma alla fine ci erano riusciti. Frantz sapeva esattamente la loro posizione e conosceva anche quale era l’angolo morto di ciascuna di loro e ovviamente ne aveva approfittato per non rivelare ai controllori la presenza della fidanzata. Aiutato questa volta dalla ragazza, Frantz aveva nuovamente spostato il quadrato di cemento, lo aveva ancora una volta svuotato e solo dopo, aveva aperto il pesante coperchio. Quando la pattuglia di servizio si era come previsto avvicinata, Frantz si era recato loro incontro avvertendoli che lui si sarebbe addentrato nel cunicolo che portava ad est fino ad uscire da un tombino circa tre chilometri più avanti. Aveva poi aggiunto che non si preoccupassero a seguirlo o ad attenderlo, visto che lui sarebbe uscito in breve tempo dalla parte opposta a quella di dove si trovava adesso la pattuglia. Poi, sicuro di aver così evitato ogni ulteriore sgradita interferenza, era tornato da Paola e avevano incominciato a scendere tenendosi ben saldi alle spallette della scala in metallo tutta arrugginita che li portava in basso, sempre più i basso! Ad un certo punto alla loro destra avevano visto alla scarsa luce delle torce elettriche, la gabbia dell'ascensore e Frantz si era reso conto che così scendendo, avevano superato anche, come sperava, il piano dove era stata situata la porta corazzata............avevano in pratica aggirato tutti i sistemi di sicurezza, compreso quello della pulsantiera che lo aveva bloccato nella visita precedente. Alla fine della scala, i due si trovarono in una stanzetta o meglio in un piccolo cubicolo completamente oscuro. Paola con la torcia accesa era riuscita però a vedere, sul fondo del locale, una porta di legno a due ante, la aveva spinta e.......si era trovata ad uscire con Frantz da un grande armadio a muro in una stanza perfettamente illuminata. “Ma dove siamo capitati? Guarda Frantz......sembra di essere all'interno di un castello e non nel sottosuolo. Guarda il pavimento lastricato, gli arazzi alle pareti e...........purtroppo quella svastica che ci fa inequivocabilmente capire una volta per tutte, chi ha costruito questi locali sotterranei! Una parte del mistero è adesso risolta......sappiamo chi ha costruito tutto questo” Difatti la stanza ricordava benissimo una stanza di quelle dei castelli medioevali: arazzi alle pareti, armature di metallo appoggiate alle pareti, soffitto a cassettoni arredamento in legno semplice e spartano. Il locale dove adesso i due si trovavano, sembrava una sorta di vestibolo, adatto forse a ricevere dei nuovi arrivati. Sul fondo una porta si apriva..........verso l'ignoto e Frantz si accinse con enorme curiosità a spalancarla. Ma dove mai erano capitati.........in cosa si erano mai potuti imbattere? La stanza e le successive erano tutte simili una all'altra, cambiava ovviamente la loro funzione, ma lo stile era sempre il medesimo. Salotti stupendi si avvicendavano a studi e uffici, ma ovviamente nessun essere vivente era mai comparso. La polvere la faceva ovunque da padrona, i caminetti con la legna pronta per l'uso erano spenti......ordine, il massimo ordine ovunque ma assolutamente nessuno in giro. E chi poteva mai esserci! Ad un certo punto si erano imbattuti in una sala d’armi completa di pedane in legno e di fioretti spade e sciabole, poi in una attrezzatissima palestra ed in fine in una gigantesca piscina di venticinque metri a cui mancava solo l’acqua. Si trattava di un piccolo grande e incredibile mondo sotterraneo, costruito con uno stile che ricordava da vicino quello medioevale! Frantz aveva subito chiesto alla compagna se mai nei suoi studi avesse mai sentito parlare di un qualcosa del genere e lei aveva risposto solo con una parola senza aggiungere però altro:” Olokaust forse allora è esistito davvero.....!”Aveva sussurrato, ma nulla di più era per ora uscito dalla sua bocca. Camminando per un lunghissimo corridoio, erano poi arrivati ad un bivio: il bellissimo ambiente foderato di pannelli lignei e “sorvegliato” da bellissime statue in marmo, ad un certo punto si biforcava: a sinistra avevano potuto visitare una attrezzatissima cucina e dei magazzini che un tempo dovevano aver contenuto di tutto e che adesso risultavano invece completamente vuoti e pulitissimi tranne ovviamente la onnipresente polvere. Una grande cantina conteneva invece ancora una enorme quantità di vini di grandissimo pregio che avrebbero certo fatto la felicità di qualsiasi collezionista a cominciare dallo scrivente! A destra erano invece entrati in una sala da pranzo con venti posti e relative sedie e una grande tavola rotonda in legno di rara bellezza......ma tutto li sotto denotava semplicità mista a buon gusto. La porta seguente dava in un altro corridoio alle pareti del quale erano state poste delle armature in metallo che terminava con una rampa di scale che portava decisamente verso il basso. Dopo due rampe una serie di stanze si apriva sul nuovo corridoio, camere da letto questa volta, tutte nel medesimo stile con il letto a baldacchino perfettamente preparato, anche se molte delle lenzuola denotavano un evidente deterioramento dovuto alla muffa. Poi alla fine del corridoio ecco apparire una nuova porta a vetri e un cartello indicatore che diceva semplicemente: a sinistra Comando Operazioni, in centro alloggi del Fuhrer, a destra Olokaust. Frantz leggendo i cartelli era sussultato, sia per quello che stavano scoprendo di momento in momento, sia per il termine”Olokaust” che aveva già sentito sussurrare dalle labbra della sua ragazza solo pochi minuti prima:”Paola, sono assolutamente certo che tu sappia qualcosa che non mi vuoi dire sulla natura del luogo dove ora ci troviamo e francamente non ne comprendo il motivo. Se veramente come credo, tu sei al corrente di qualcosa.......ebbene questo è il momento giusto per raccontarmi nei minimi particolari quanto sai”” E' vero Frantz........hai perfettamente ragione. Sediamoci a questo tavolo e......ascoltami attentamente. Quanto sono sul punto di dirti, fino al momento in cui siamo entrati qui sotto, era per me e per quanti........sapevano, niente più di una pura e semplice leggenda, una favola come quelle che si usano per spaventare i bambini cattivi e nulla più. Tu conosci benissimo quanto è accaduto al processo di Norimberga alla fine della guerra...........i gerarchi nazisti processati e impiccati per fare una giustizia sommaria dei più grandi responsabili di milioni di vittime innocenti. Il Fuhrer era già morto, o almeno così si credeva, i suoi più stretti collaboratori processati e condannati.........giustizia era stata fatta, almeno così sembrava e di questo tutti erano ne assolutamente convinti. Ma c'era invece una parte del processo che era stata tenuta celata al grande pubblico, perché ritenuta di minore valore mediatico. Alcune decine di così detti ”imputati minori” erano stati portati a loro volta alla sbarra in gran segreto e avevano subito le conseguenze dei loro misfatti. Ma uno di loro, un colonnello delle SS, piuttosto che soccombere alla corda del boia, aveva messo in campo, in cambio della grazia, la più incredibile delle storie come merce di scambio: aveva preteso ed ottenuto di parlare, data l'importanza dell'argomento in questione, niente meno che con il Presidente americano Truman e con un rappresentante del governo Sovietico. A loro e solo a loro in un primo momento, aveva riferito quanto diceva di sapere, esibendo oltre alle parole, tutta una serie di disegni e di diagrammi esplicativi, che avrebbero dovuto dimostrare l’autenticità di quanto il colonnello aveva detto. Ma poi la vicenda era finita li, data l'incredibile natura delle rivelazioni. Truman e il colonnello russo che aveva ascoltato assieme a lui la deposizione, non lo avevano creduto, o almeno così era sembrato a tutti e quanto era stato a loro riferito non era stato divulgato ne ai loro collaboratori ne tanto meno alla stampa. Il rapporto era stato invece subito secretato e reso inaccessibile a tutti e successivamente..........volutamente dimenticato. Il Colonnello tedesco comunque il suo scopo lo aveva ugualmente ottenuto, la condanna a morte, precedentemente comminatagli, era stata effettivamente sospesa e tramutata in carcere a vita da scontarsi in un manicomio criminale negli Stati Uniti. Ma c'era qualcun altro che sapeva..........un documento che narrava quanto era accaduto alla fine della guerra era misteriosamente comparso dal nulla durante il ritrovamento di carteggi nazisti in una zona di sottosuolo che un tempo ospitava le fondamenta della Vecchia cancelleria del Reich. Anche questa volta si era pensato alle farneticazioni di qualche pazzo e i pochi che avevano potuto leggere i fogli ritrovati, gli avevano giudicati come inattendibili e frutto della fantasia farneticante di qualche folle e qualcuno aveva addirittura suggerito che potessero essere frutto di qualche scherzo di pessimo gusto.. Tra questi “stupidi” scienziati.......ci sono pure io e adesso mi posso rendere conto di quanto siamo stati superficiali tutti noi a non prendere per vero quanto avevamo scoperto con il ritrovamento di tali carteggi. Tali documenti narravano infatti l'esistenza del castello sotterraneo dove noi ci troviamo adesso e spiegavano che era stato costruito per dare alloggio e protezione all'elite Nazional Socialista, quando la prima bomba atomica tedesca fosse stata sganciata. Infatti a quei tempi non si conoscevano per nulla gli effetti dell'esplosione in oggetto.......la paura degli scienziati nazisti era infatti quella che l'ordigno potesse funzionare anche troppo bene e che potesse addirittura provocare un assolutamente non voluto incendiarsi dell'atmosfera......da ciò era nata l'esigenza di creare a scopo protettivo la grande struttura sotterranea.”” Ma tu sapevi veramente dell'esistenza di.......tutto questo? E nessuno di voi nemmeno per un attimo ha pensato di indagare per vedere se almeno una parte di quanto vi era stato detto dai documenti ritrovati potesse rispondere a verità?”” Io so molto di più di quanto abbiamo appena scoperto.......ed è proprio per questo che ho, anzi abbiamo pensato che quanto avevamo scoperto era troppo grosso per poter rispondere a verità........non era possibile ipotizzare che una tale mostruosità fosse stata concepita e soprattutto REALIZZATA!”” E allora dimmi ti prego quanto sai, perchè ti assicuro che comincio ad avere paura di quello che potremmo trovare ancora qui sotto”” E fai benissimo ad avere paura......stammi ad ascoltare attentamente e capirai tante cose. Nel 1941, dopo la prima disfatta tedesca avvenuta alle porte di Mosca, Hitler si era reso benissimo conto di molte cose, contrariamente a quanto dice di lui la storia ufficiale. Prima di tutto il Fuhrer aveva compreso benissimo l'errore mortale che aveva commesso scagliandosi contro l'Unione Sovietica e si era reso conto dell'impossibilità di sconfiggerla, soprattutto con l'Inghilterra che assurdamente continuava a resistere e con un alleato come l'Italia che.......provocava più danni di un nemico dichiarato. La mancata vittoria in Russia era stata infatti causata in grandissima parte, dal non previsto e forzato intervento nei Balcani dei tedeschi, intervento resosi indispensabile per aiutare l’Italia a stroncare l’ostinata resistenza della Grecia. Questo intervento aveva ritardato di mesi l’operazione Barbarossa, causando all’esercito tedesco un ritardo fatale e il fatto assolutamente imprevisto dai piani originari, di dover affrontare, assolutamente impreparati, il micidiale inverno russo che, assieme alla prima contro offensiva sovietica, avevano irrimediabilmente compromesso il successo dell’operazione. E’ noto a tutti il fatto dei carri armati tedeschi, delle auto e dei camion che per il gelo non ne volevano sapere di mettersi in moto, il fatto ancora più grave delle armi che si inceppavano e non riuscivano a sparare per il congelamento dell’olio lubrificante, il danno tremendo causato dalla neve alla logistica e la dura realtà della mancanza di indumenti caldi per i soldati che morivano congelati. I soldati tedeschi avevano si le combinazioni invernali a differenza di quelli italiani che ne erano totalmente sprovvisti ma tali combinazione non erano certamente adeguate per sopportare le terribili temperature dell’inverno russo! Per cui, superato e poi respinto con difficoltà l’attacco dei russi, tutto quanto restava da fare era adesso resistere, tenere duro il più possibile per fare in modo che il progetto Olokaust andasse in porto in tempo. In cantiere gli scienziati tedeschi avevano decine di progetti riguardanti le così dette “armi segrete”: aerei rivoluzionari a reazione, sommergibili della classe 21 di nuova generazione, aerei razzo e missili balistici. C'era poi effettivamente il progetto di riuscire a costruire per primi una nuova arma in grado di distruggere con una unica bomba una intera città nemica.........ma tutto questo pur esistendo e continuando ad essere portato avanti con tutte le forze e in gran segreto, era solo “fumo negli occhi” che serviva a distogliere l'attenzione dalla vera arma segreta, quella definitiva, quella di cui nessuno conosceva nemmeno l'esistenza, quella che sarebbe stata in grado di sconvolgere letteralmente la vita sulla terra. La precedenza assoluta era stata dunque data, nel più grande ed assoluto segreto, proprio a questo progetto: con la scusa e la copertura di continuare i lavori di scavo e di posa delle fondamenta della grande “Ghermania”, la nuova monumentale Berlino, si era invece costruita il più rapidamente possibile la struttura in cui ci troviamo adesso. Pensa per un momento solo a quanto era importante per Hitler questo progetto......pensa solo che la manodopera impiegata era solo ed esclusivamente tedesca e non si era per nulla fatto ricorso per questa occasione a prigionieri di guerra o a Ebrei..........pensa solo che tutti gli operai e le maestranze........tutti gli esseri umani impiegati in qualche modo nella costruzione di tutto quanto vedi qui sotto, sono stati eliminati nei campi di concentramento o fucilati di nascosto e seppelliti in fosse comuni appena fuori città. Lo scopo ultimo di tutto, era quello di trasferire a lavori ultimati Hitler e il suo seguito di gerarchi qui sotto e di dare inizio a “Olokaust”.........allora nel giro di pochi attimi la guerra sarebbe terminata con l'annientamento dei nemici del Reich e per mille anni la grande Germania, anzi.......il Nazional Socialismo, avrebbe dominato sul mondo intero. Questo è tutto quello che compare nei documenti ritrovati, e nello stesso tempo tutto quello che è stato riferito al presidente Truman”” Ma non si sa altro sull'esistenza, sullo scopo e sulla natura di questo fantomatico Olokaust? Si sa se esiste veramente, se effettivamente si trova qua sotto e se Hitler è veramente venuto qui invece di morire nel bunker?”” No Frantz.......altro non si sa, niente altro a parte il fatto che è storicamente dimostrato che le ossa ritrovate bruciate poco fuori il bunker non appartengono per nulla al Fuhrer......ma bensì addirittura ad una donna. Di questo Olokaust e della vera sorte del Fuhrer non si sa invece assolutamente nulla”” E allora Paola.......non ci resta altro da fare se non indagare. Noi abbiamo l'opportunità di poterlo fare in prima persona, trovandoci oltre a tutto sul posto........non so cosa o chi potremmo trovare, ma quello che è assolutamente certo è che di sicuro il piano del Fuhrer, posto che esista veramente, non deve essere stato messo in opera, visto che tutto quanto era stato preparato qui sotto non sembra essere stato mai usato da nessuno. Anzi che il piano non sia mai stato messo in opera è una cosa certa, altrimenti la storia avrebbe di sicuro seguito un corso ben diverso da quello seguito fino ai tempi nostri. Forse è mancato il tempo, come è accaduto per le bomba atomica tedesca già sperimentata con successo sebbene in scala ridotta per ben due volte nei pressi del Mar Baltico ma mai utilizzata contro i nemici del Reich, forse il lavoro non è stato del tutto terminato, non so.......ma ho la sensazione che nulla sia stato fatto e che tutto sia finito in una gigantesca bolla di sapone” Ma Frantz purtroppo non sapeva quanto aveva torto!

L'ESPLORAZIONE CONTINUA.

Dopo il discorso esplicativo fatto da Paola, i due avevano deciso di procedere per gradi….. si erano diretti di comune accordo prima di tutto a sinistra, nella direzione che il cartello indicava come quella per raggiungere il Comando Operazioni. Il corridoio, dopo un inizio assolutamente rettilineo, piegava improvvisamente verso destra per poi interrompersi davanti ad una porta a vetri molto simile a quelle che separavano le stanze operatorie degli ospedali degli anni quaranta. Apertala Frantz e Paola si erano di colpo trovati in una grande sala in cui troneggiava un gigantesco centralino telefonico e facevano bella mostra di se, ben otto scrivanie poste una accanto all'altra tutte con un completo di cancelleria pronto all’uso: penne, inchiostro nel suo contenitore, risme di carta …..matite e colori…..tutto pronto per essere utilizzato. Alle pareti erano state poste varie carte geografiche che riproducevamo vari territori dell'Europa e del mondo. La stanza ovviamente deserta era in effetti un attrezzato ma normalissimo centro di comando e non offriva niente altro di interessante da vedere, per cui i due erano tornati rapidamente sui loro passi e avevano imboccato il corridoio centrale, quello che portava, stando al cartello all'alloggio del Fuhrer. Adesso, mano a mano che si avvicinavano, il corridoio sembrava salire verso l'alto: non si trattava di una scalinata vera e propria ma di un dislivello che portava verso l'alto con grande gradualità. Sembrava fatto apposta per indurre quasi alla meditazione, quel tipo di incedere dava l'impressione di camminare verso un qualcosa di straordinario che sarebbe comparso dietro alla massiccia porta che si stagliava davanti a loro.....la in alto. A Frantz sembrava quasi di essere Ben Hur quando, nella magnificenza della Roma imperiale, saliva la scalinata che lo portava a conoscere l’imperatore! Ma ovviamente spalancata la porta che si trovava alla sommità della scalinata, nessuno si era presentato ad accoglierli. L'appartamento che si era presentato ai loro occhi era composto di una sobria ma solenne stanza da letto del medesimo stile di quelle incontrate in precedenza, con la svastica che sovrastava il letto a baldacchino, di uno studio estremamente vasto, solo sul fondo del quale si trovava una massiccia scrivania in quercia e di una ampia sala riservata evidentemente alle riunioni. Lo strano, e ciò risultava particolarmente inquietante, era che il letto a baldacchino appariva contrariamente al solito, sfatto..............come se qualcuno vi avesse effettivamente dormito anche se ciò ovviamente doveva essere avvenuto decine di anni prima, le lenzuola infatti, in origine candide, adesso apparivano scurite dalla muffa imperante. Sul letto addirittura era rimasto un vassoio in legno decorato che portava evidenti segni di quello che era stato un pasto lasciato a metà. Qualcuno effettivamente aveva dormito ed era vissuto la sotto.......un qualcuno che poteva essere solo colui che il mondo aveva ritenuto morto suicida in un bunker sotterraneo alla fine della battaglia di Berlino! Anche il bagno annesso alla stanza da letto portava le inequivocabili tracce di un qualcuno che lo aveva usato, un tubetto di dentifricio ammuffito lasciato aperto, uno spazzolino da denti riposto nel bicchiere, degli asciugamani mangiati dalla muffa caduti a terra. Altro di interessante non era stato trovato, ne scritti ne altri segni di vita passata. Negli armadi i due giovani avevano rinvenuto alcune uniformi ancora in discrete condizioni complete di berretti appartenute senza alcun dubbio al dittatore tedesco, mentre nei cassetti della scrivania avevano rinvenuto alcuni completi di cancelleria ancora in perfette condizioni.....ma nulla altro era stato trovato se non fogli bianchi e un cestino assolutamente vuoto.

L'INCUBO IN TUTTO IL SUO ORRORE.

Non c'era altro da vedere e non restava altro da fare se non tornare indietro per la seconda volta e prendere l'ultimo corridoio, questa volta quello di destra.....quello che il cartello indicava chiaramente come quello che portava a....Olokaust! Questa volta il corridoio si interrompeva quasi subito, chiuso ermeticamente da una porta metallica che sembrava non volersi assolutamente aprire. Frantz aveva provato a spingerla, a tirarne i battenti massicci ma senza alcun risultato visibile. Evidentemente ci voleva una chiave o una combinazione per poter accedere oltre ma non erano presenti questa volta ne buchi di serratura ne tastiere. Questa volta erano veramente bloccati: “Pensa Paola.......pensa! Una maniera per poter accedere oltre ci deve pur essere e secondo me la soluzione la possiamo trovare solo negli alloggi del Fuhrer.”” Ma se li non abbiamo trovato nulla........ne documenti, ne manufatti. Io mi hai visto anche tu, ho aperto tutti i cassetti della scrivania e non ho trovato nulla, assolutamente nulla.”” Hai ragione Paola......è anche vero che se come penso Hitler, anzi quanto resta di lui, si trova al di la di quella porta, è logico che la chiave o quanto serve per l'ingresso ce l'abbia li con lui. Ma forse esiste una copia di quanto ci serve per entrare o forse da qualche parte esiste la spiegazione di come fare per poter accedere al locale successivo. Fammi guardare di nuovo la scrivania che si trova nell'ufficio del Fuhrer, forse esiste un cassetto segreto........aspetta, guardiamo li dentro con calma e con la massima scrupolosità.” Ma non era una cosa facile........a parte i sei cassetti, il legno massiccio pareva non celare proprio altri segreti. La superficie lignea appariva uniforme e assolutamente priva di scanalature. Ma a forza di far scorrere le mani in su e in giù, alla fine Paola si era imbattuta in quello che pareva un semplice chiodo che sporgeva all'esterno sotto il cassetto che si trovava più in alto, quello sulla destra di chi sedeva alla scrivania. Sembrava in apparenza un semplice chiodo, una imperfezione del lavoro di falegnameria ma li sotto pareva che l’imperfezuine non fosse ammessa e la ragazza lo aveva ugualmente, tanto per provare, prima premuto senza ottenere alcun risultato e poi tirato con decisione fino a quando con uno scatto metallico un cassettino si era finalmente aperto all'estrema destra del tavolo. Frantz si era precipitato a guardare al suo interno e aveva scoperto un portachiavi in metallo che portava ancora attaccato con un anello, un cilindro dorato del diametro di tre centimetri e della lunghezza di dieci. Risultava evidente, per la presenza di un secondo anello a cui nulla era attaccato, che in origine i cilindri nel portachiavi, dovevano essere stati per forza due e che erano provabilmente proprio loro il “mezzo” per poter aprire la porta che sbarrava loro la strada. Restava ora da vedere dove il cilindro dovesse essere inserito per poter superare l'ostacolo e l'impresa non appariva certo facile. La porta in se stessa non pareva essere interessata al meccanismo di apertura apparendo assolutamente liscia e senza aperture o scanalature di sorta. Ma sul muro, proprio sulla parete di sinistra adesso che sapevano che cosa cercare, erano situati tre cerchietti che parevano fatti apposta per “ospitare” il cilindro in loro possesso.” Prima non li avevano notati perchè i tre cerchietti si trovavano al centro di un bellisimo dipinto che rappresentava un paesaggio montano. E strano non trovi Paola che i cerchietti siano tre e non uno solo? Io sai ho paura che si possa trattare di un trucco e che due dei cerchietti possano magari celare un possibile tranello.”” Hai perfettamente ragione Frantz.....con questa gente e con la posta che c'era in gioco, bisogna stare attenti per non rischiare inutilmente la pelle. Ma adesso allora che cosa facciamo?”” Non so Paola.......se è vero che non mi va rischiare la vita è anche vero nello stesso tempo, che non siamo certamente venuti fino a qui per tornarcene indietro alla prima difficoltà incontrata. Sai cosa possiamo fare? Tu hai presente quella lunga bacchetta di legno usata per indicare quanto interessava a chi parlava sulla carta geografica che abbiamo visto nella sala riunioni? Vai a prenderla che forse ci potrà essere utile.” Al ritorno della ragazza Frantz aveva preso il cilindro, lo aveva introdotto con la massima cautela all'interno della prima scanalatura circolare senza però spingerlo in avanti più di tanto al suo interno e poi retrocedendo il più possibile e tenendo la bacchetta ben tesa in avanti, aveva spinto con l'estremità della bacchetta stessa il cilindro in avanti nella sua sede fino in fondo. Immediatamente con uno scatto sonoro, il pavimento davanti alla porta si era aperto e se qualcuno fosse stato davanti alla porta sarebbe senza dubbio stato inghiottito senza via di scampo in un abisso che appariva senza fondo. Paola non aveva saputo trattenere un grido terrorizzata a morte ma passato il pericolo e tornato il pavimento nella sua sede, aveva provveduto lei stessa a ripetere la medesima operazione fatta in precedenza dal compagno, introducendo il cilindro che era stato automaticamente espulso dalla parete, nel secondo circoletto. All’improvviso dal soffitto era caduto un lastrone di granito e se i due fossero trovato proprio davanti alla porta……ebbene la loro esplorazione sarebbe finita per sempre. Non restava che il terzo tentativo ma sebbene la paura a questo punto la facesse da padrona, questa volta tutto era andato bene e la porta si era aperta con uno sbuffo di aria, evidentemente la “serratura” era questa volta fortunatamente quella giusta. L'interno dell’ambiente al di la della soglia non aveva assolutamente nulla di particolare, anzi dentro la stanza non c'era assolutamente nulla a parte una sedia con una figura umana seduta che dava le spalle all'ingresso e un leggio contenente un quaderno. Null'altro. Sulla parete di fronte alla porta, una scritta rosso sangue diceva testualmente: “Dio mi perdoni gli ultimi quindici minuti di guerra” Frantz si era cautamente avvicinato, aveva con la massima circospezione aggirato la sedia e si era trovato faccia a faccia con quello che rimaneva del Fuhrer del Nazional Socialismo........con un cadavere mummificato. Ma non era questo reperto già di per se tanto scioccante a preoccupare Frantz......ma quello che poteva contenere il quaderno posto con tanta cura sul leggio. Paola si era anche lei avvicinata con la massima circospezione, aveva osservato da lontano il cadavere con aria disgustata e poi aveva preso in mano il quaderno e lo aveva portato sul fondo della stanza, si era seduta a terra assieme al compagno e aveva iniziato a leggere. “QUESTO CHE VI ACCINGETE A LEGGERE E' IL MIO TESTAMENTO SPIRITUALE E AL SUO INTERNO VI E' SPIEGATO QUALE SARA' IL DESTINO CHE IO HO DECISO PER IL FUTURO DEL MONDO. IL PROGETTO OLOKAUST NON E' STATO TERMINATO IN TEMPO UTILE PER SALVARE IL TERZO REICH DALLA COMPLETA ROVINA E SOLO ADESSO CON I RUSSI ALLE PORTE DI BERLINO SI E' POTUTO RENDERLO OPERATIVO......MA E' TROPPO TARDI PER POTER ASSICURARE ADESSO LA VITTORIA AL POPOLO TEDESCO. TUTTO DOVRA' PER FORZA DI COSE ESSERE RIMANDATO A DOPO CHE LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE SARA' CAMBIATA, A QUANDO CIOE' LA GERMANIA SARA' TORNATA GRANDE. SO GIA CHE IL NAZIONAL SOCIALISMO VERRA' RIPUDIATO E BANDITO DAL MONDO. NESSUNO E' RIUSCITO A COMPRENDERNE BELLEZZA E PUREZZA MA NON IMPORTA. VERRA' IMMANCABILMENTE UN GIORNO IN CUI UNA GERMANIA RINATA PRETENDERA' NUOVAMENTE DI ASSURGERE AL POSTO DI ASSOLUTA PREMINENZA CHE LE SPETTA NEL MONDO MA NON SARA' CERTO UNA GERMANIA NAZIONAL SOCIALISTA, ALMENO ALL?INIZIO…….MA UNA NAZIONE FIGLIA DI QUELLE DEMOPLUTOCRATICHE AVVELENATE DAL VIRUS EBRAICO. CIO' NON PUO' ESSERE CONSENTITO E TOLLERATO E TUTTO E' STATO PREDISPOSTO DA ME PER POTER OVVIARE A QUESTO SCEMPIO. QUANDO IL MOMENTO ARRIVERA'. TUTTO SARA' PRONTO PER CONSENTIRE LA RINASCITA DI QUELLO CHE DEVE ESSERE PER L’AVVENTO DI UN NUOVO FUHRER E PER LA ROVINA DEFINITIVA E TOTALE DELLA COSIDETTA CIVILTA' OCCIDENTALE E SOPRATTUTTO PER LA DEFINITIVA E TOTALE SCOMPARSA DI TUTTO CIO' CHE E' GIUDAICO. VIVA LA GRANDE GERMANIA, VIVA IL NAZIONAL SOCIALISMO! Non c'era altro nascosto tra le righe del quadernetto, nulla che potesse far comprendere che cosa bollisse in realtà in pentola. Nulla poteva far capire che cosa Hitler avesse avuto in mente e soprattutto che cosa effettivamente potesse avere fatto per raggiungere i suoi sordidi disegni. La stanza dove si trovavano era senza dubbio il cuore dell'impianto ma allora come mai solo Hitler era venuto a morire qui completamente solo? Come mai tutte le stanze che avevano visto per arrivare fino a li non erano mai state occupate? Certo il Fuhrer stesso aveva ammesso che il progetto Olokaust non era stato terminato in tempo per poter vincere il conflitto in corso e forse proprio per questo motivo nessuno si era recato ai propri posti di comando all'interno dell'impianto. Ma a cosa si riferiva esattamente la terribile minaccia, l'anatema lanciato sul mondo occidentale e una volta di più sul martoriato popolo ebraico? La risposta doveva per forza trovarsi all'interno della struttura sotterranea.......non aveva alcun senso altrimenti la sua costruzione e la ossessiva segretezza con la quale era stata edificata. Restava solo......da poterla trovare e ciò era tutt'altro che facile.

LA TERRIBILE VERITA':

Il piano in se stesso era molto semplice.......lo era diventato dal momento che l'arma assoluta era diventata operativa. Purtroppo per salvare il Terzo Reich ci sarebbe voluta la sua integrità territoriale ma quando il lavoro era stato finalmente ultimato i russi erano già alla periferia di Berlino e gli americani avevano superato l'Elba. Il programma originario prevedeva prima di tutto la somministrazione per via aerea del vaccino su tutto il territorio della Germania, poi subito dopo i “nuovi untori” avrebbero con la rottura delle fiale in loro possesso seminato la nuova terribile “peste” in tutto il mondo. Tutta l'umanità, tranne i pochi che sarebbero risultati geneticamente immuni, nel giro di un mese sarebbe scomparsa tra atroci dolori mentre tutta la Terra sarebbe stata finalmente a totale disposizione del popolo Ariano, al sicuro in Germania, che nel corso dei secoli successivi la avrebbe potuta adeguatamente ripopolare. I pochi sopravvissuti all'infezione sarebbero stati i nuovi schiavi e avrebbero servito per tutto il corso della loro vita i nuovi padroni. Hitler stesso, fino a quando fosse rimasto in vita, avrebbe avuto un padrone inflessibile…..colui che aveva preparato tutto, colui che aveva voluto tutto questo, colui che avrebbe preteso di rubare, lui angelo caduto dal Paradiso, l’uomo all’amore di quel Dio che lui stesso aveva da tempo voluto tradire e rinnegare! Ma adesso che il territorio della Patria era nelle mani delle orde barbariche tutto doveva essere rimandato a tempi migliori a quando la Germania dopo le inevitabili umiliazioni subite alla fine del conflitto, sarebbe potuta finalmente ritornare una nazione unita, sovrana nel proprio territorio e rispettata nel mondo. Allora sarebbe stato il momento di agire e mille anni di prosperità sarebbero stati patrimonio dei nuovi padroni del mondo e lui, Satana, sarebbe stato il nuovo dio di tutto il genere umano! Era dunque stato necessario provvedere in altro modo e ciò era stato fatto: una “troika” di elementi fidati, di pura razza ariana e di comprovata fede Nazional Socialista, avrebbero conservato l'essenza stessa di “Olokaust” e avrebbero scelto il momento storico adatto per farlo entrare in azione assieme al vaccino che avrebbe dovuto eliminarne gli effetti in Germania. Poi, con il diffondesi dell'infezione ovunque tranne che in Germania, il popolo tedesco AVREBBE FINALMENTE CAPITO e sarebbe stato pronto ad abbracciare la venuta del nuovo Fuhrer e la nascita del “Quarto Reich millenario”!
Ma di tutto il progetto nessuno purtroppo sapeva nulla e Frantz e Paola meno ancora. A parte i tre interessati direttamente a metterlo in opera, il segreto era stato perfettamente conservato assolutamente.......intatto.

L'ULTIMA STANZA......

“E adesso Frantz cosa possiamo fare? Sappiamo a questo punto della nostra indagine, che una terribile minaccia potrebbe incombere sul mondo........ma, nello stesso tempo, non abbiamo assolutamente ne la prova, ne la certezza che quanto abbiamo scoperto di questa ipotetica minaccia risponda a verità. Hitler ha promesso in effetti vendetta e ha messo le sue minacce per iscritto. Ha anche promesso la nuova inevitabile nascita di un ulteriore ordine Nazional Socialista...........ma dalla fine della guerra è oramai passata una eternità senza che nulla di tutto ciò sia però per fortuna mai successo. E allora? Cosa ne pensi tu? cosa ne dici di tutta questa terribile faccenda?””Non lo so, non lo so proprio.........certo che temo e non penso affatto che si tratti di minacce lanciate a vuoto, non avrebbe avuto proprio senso averlo fatto. La stessa costruzione di questo castello, le minacce e le promesse di una atroce vendetta.......tutto ciò non avrebbe proprio avuto senso senza che ci fosse stato un più che ovvio.....seguito. Vedi Paola, per me tutto quanto è purtroppo estremamente reale e se nulla si è ancora verificato è soltanto perchè il momento non è ancora arrivato e sta adesso solo a noi riuscire a “comprendere” quale potrebbe essere la molla che potrebbe fare scattare il tutto e a trovare il modo di impedire appunto.....che questa molla........ SCATTI!””Certo.......hai perfettamente ragione ma il guaio grosso e che noi due da soli non possiamo fare assolutamente nulla per poter solo pensare di.........salvare il mondo! E' indispensabile secondo me prima di tutto riuscire a trovare il cuore di questo impianto.........l'ultima tessera in pratica di questo complicatissimo mosaico, comprendere di quale natura possa mai essere la minaccia al genere umano e poi fotografare il tutto e far intervenire le persone”giuste” in modo che quello che noi non siamo ovviamente in grado di fare.........venga invece da chi di dovere portato a termine nel migliore dei modi per sventare ogni eventuale minaccia” In effetti il ragionamento non faceva una grinza e i due si misero immediatamente alla ricerca dell'ingresso dell'incubo che intuivano si dovesse trovare la sotto.”Sai Paola, secondo me non dovrebbe questa volta essere difficile trovare l'ingresso. Noi infatti ci troviamo già nel cuore dell'impianto e secondo me non dovrebbero più esistere porte segrete o trabocchetti. Guarda.......il Fuhrer è seduto proprio davanti ad una parete e a me sembra che questo fatto possa indicare che lui “guarda” nella direzione in cui potrebbe trovarsi la mostruosità che lui stesso ha contribuito a creare. Adesso mi avvicino alla parete e provo semplicemente a spingere il muro. Secondo me qualche cosa dovrebbe accadere” Infatti appena Frantz si appoggiò al muro, la parete ruotò semplicemente su se stessa, rivelando l'ingresso ad un vasto laboratorio. Il locale era di notevoli dimensioni, tutto appariva estremamente evoluto e moderno per gli anni quaranta, razionale e funzionale. Come al solito la sotto tutto appariva nel massimo ordine, i tavoli perfettamente puliti, le centrifughe accuratamente coperte da teli protettivi, i frigoriferi chiusi, spenti e ovviamente completamente vuoti. Pareva che l'ultimo scienziato fosse uscito di li appena qualche minuto prima. Nulla però che potesse far capire il genere di esperimenti che venivano li effettuati ma la “luce” cominciò ad accendersi quando una fila di provette accuratamente sigillate vennero rinvenute da Paola all'interno di un frigorifero, l’unico che risultasse ancora acceso: una di loro portava una etichetta su cui era scritto”virus ebola” un altra con impressa la inquietante dicitura che diceva “bacillus pestis”. Ma la scoperta più terrificante la aveva fatta Frantz quando in un altro frigo aveva trovato quattro porta provette vuote su cui era scritto in caratteri rossi: su due di loro,“virus Olokaust da diffondere nel mondo” e sulla altra, “antidoto per la immunizzazione della popolazione tedesca”. Tutto risultava adesso finalmente chiaro.......la natura perversa di “Olokaust” e il destino a cui il Fuhrer aveva condannato il mondo. Oltre a tutto su di uno scaffale Paola aveva trovato un grosso fascicolo che conteneva tutto quanto le poteva servire per conoscere in tutto e per tutto, quanto era stato fatto e programmato nei minimi particolari per ottenere il mostruoso scopo di........distruggere al novanta per cento la vita umana sulla Terra. Proseguendo nell'esplorazione, i due avevano trovato una porta sigillata che dava su un'altra stanza questa volta a tenuta stagna, dotata di una grande vetrata. Dalla stanza in cui si trovavano loro un tempo, con delle apposite mani metalliche estendibili che avevano rinvenuto proprio in corrispondenza della superficie vetrata,, si potevano compiere operazioni pericolosissime con i virus manipolandoli in tutta sicurezza. Più avanti avevano rivenuto, oltre un breve corridoio, altre tre stanze, una che assomigliava ad una normale stanza ospedaliera completa di tutto, che poteva ospitare nei rispettivi lettini otto pazienti, un'altra che chiaramente era una stanza di isolamento che anch'essa poteva ospitare otto pazienti e in fine l' ultima, che altro non era se non una inquietante sala autoptica. Tutto il progetto tra quei fogli che avevano rinvenuto, era spiegato nei minimi particolari, scopo di quel luogo, scopo di “Olokaust” stesso, quello che sarebbe dovuto diventare nei sogni di Hitler, il futuro di una umanità decimata ma che sarebbe finalmente stata totalmente Nazional Socialista e Ariana. Il tutto era anche corredato da tutta una serie di foto estremamente particolareggiate di tutti i locali, delle attrezzature e purtroppo anche degli esperimenti su esseri mani che si erano tenuti in quel laboratorio da incubo. Alla fine c'era anche l'accenno della fondamentale esistenza dei tre “untori” a cui erano state affidate le fiale della “fine del mondo”. Tutto quanto serviva in pratica ai due giovani per riuscire a farsi credere da chi di dovere era adesso li, nelle loro mani. C'era anche addirittura la data di quando tutto ciò sarebbe stato attivato, non però una data particolare e ben precisa al contrario si parlava solo di un momento storico ben definito, di quando cioè la Germania sarebbe stata di nuovo unita, forte e dunque pronta ad assumere il posto di assoluta preminenza che le spettava nella storia!

LA RISALITA E LE DECISIONI.

Alla fine delle ricerche, i due giovani avevano deciso di risalire alla superficie ma questa volta avevano preso l'ascensore invece che avventurarsi nuovamente nell'impresa di risalire passo passo la scaletta metallica su, su, verso il tombino di uscita. La cabina infatti dal basso verso l'alto, non necessitava di alcuna strana alchimia per muoversi, anzi, non appena mossasi verso l'alto, il codice necessario ad aprire la porta corazzata della stanza del sotterraneo era apparso spontaneamente, come fosse un promemoria, su di un piccolo schermo posto al di sopra della pulsantiera. Frantz aveva subito preso nota dell'esatta successione di tasti da premere per chi sarebbe dovuto scendere in basso dopo di loro e poi era risalito assieme a Paola e avevano assieme percorso a ritroso il cammino fino ad uscire finalmente all'aperto. Restava ora il problema di a chi potersi rivolgere per poter avere l'aiuto necessario per poter procedere e a chi “lasciare” il voluminoso dossier che spiegava nei minimi particolari quello che erano il pensiero e le intenzioni di Hitler. Frantz era un funzionario statale, conosceva perfettamente il modo di pensare dei vertici del Partito e sapeva che se “loro” fossero venuti a conoscenza di quanto era stato rinvenuto nel sottosuolo di Berlino, avrebbero senza dubbio cercato di volgere il tutto a loro vantaggio e avrebbero tenuto la scoperta tutta per se, non coinvolgendo certamente nessun altro. Anche la loro stessa libertà sarebbe stata di certo in pericolo e c'era la fondata possibilità che loro due potessero passare il resto della loro vita in qualche “campo di lavoro” o peggio ancora.... carcere, per non pensare….al peggio. Frantz sapeva molto bene come funzionava il Comunismo per certe cose, per cui aveva subito scartato la possibilità di coinvolgere i Servizi Segreti della Germania Est e aveva pensato che forse gli Stati Uniti D'America avrebbero potuto invece aiutarlo molto di più. Questo era certamente vero, ma come fare a contattali? E poi si trattava negli anni della Guerra Fredda, niente meno che del potenziale nemico da cui il Patto di Varsavia doveva guardarsi e Frantz per quanto non fosse d'accordo con i vertici del Partito, non se la sentiva ancora di compiere un passo simile che poteva ricordare un tradimento e dunque di rivolgersi al potenziale “nemico”........si lui aveva cercato in tutti i modi di emigrare all’Ovest ma non si fidava ancora abbastanza dell'Occidente, anche se era anche vero che bramava di entrare a farne parte. E allora chi mai ci si poteva rivolgere? Alla fine a Paola era balenata l'idea:”Ma perchè Frantz a questo punto non ci rivolgiamo all'Ambasciata di Israele? In fondo sono proprio gli Ebrei ad avere scatenato l 'assurdo odio di Hitler e stai pur certo che i primi ad essere colpiti dal virus di “Olokaust” sarebbero di sicuro proprio loro!””Certo Paola, la tua non mi pare una cattiva idea, anzi........si tratta forse della soluzione migliore. C'è solo da sperare che riusciamo ad essere creduti ma con il nostro dettagliato racconto, il fascicolo che portiamo con noi e la possibilità che noi abbiamo di scendere di nascosto nel sottosuolo accompagnati da chi volesse verificare la nostra storia, penso che non esistano problemi particolari e che potremo ottenere facilmente il nostro scopo e la fiducia del M.O.S.SA.D.

IL COLLOQUIO.

La sera seguente Paola e Frantz erano passati a braccetto come una comunissima coppia di fidanzati, proprio davanti all'ingresso della Legazione israeliana. Frantz per non dare nell’occhio aveva per tutto il giorno passato il tempo in ufficio, occupandosi come al solito faceva, di una miriade di pratiche amministrative e solo la sera si era ricongiunto alla fidanzata. Recarsi direttamente all'interno o telefonare era estremamente pericoloso e dunque assolutamente fuori discussione a causa dei controlli asfissianti che la S.T.A.S.I. effettuava su tutto e su tutti soprattutto in quella zona. Allora per non rischiare di compromettersi, i due avevano furtivamente lanciato un pacchettino contenente una missiva al di la della recinzione, proprio davanti al parcheggio, dando appuntamento in un parco della zona per il giorno dopo, a chi fosse stato eventualmente delegato a mettersi in contatto con loro. Nella missiva non avevano ovviamente specificato nulla di quanto era stato da loro trovato nel sottosuolo…..avevano semplicemente sollecitato un incontro clandestino per importantissimi “interessi” comuni al Israele e Germania Est. Era stata questione di un attimo, approfittando del calare delle tenebre, lanciare l'oggetto era stata questione di un momento e nessuno gli aveva fortunatamente potuti vedere. Il pomeriggio seguente, seduti alla panchina del parco che era stata da loro designata per l'appuntamento, ad un tratto erano stati avvicinati inaspettatamente da una vecchietta che, con la scusa di dar da mangiare ai colombi, aveva attaccato bottone e non li lasciava più. Frantz cominciava visibilmente ad innervosirsi, pensando che fino a quando la vecchia signora avesse continuato ad intrattenersi ostinatamente con loro, chi doveva avvicinarli non lo avrebbe più fatto. Ma ad un certo punto la donna, sorridendo a piena bocca, cominciò a dire ai due imbarazzatissimi giovani:” Ebbene signori, adesso che i colombi hanno mangiato, potete anche dirmi perchè siete così ansiosi di avere un colloquio con un rappresentante del libero Stato di Israele!” Frantz era rimasto in un primo momento sbigottito ma poi aveva dovuto riconoscere che la copertura dell'agente sionista in questo caso era in effetti praticamente perfetta. Cominciare a parlare, a raccontare chi erano loro due e quanto avevano scoperto, all'inizio non era certo stata una faccenda agevole, soprattutto per l'apparente scetticismo con il quale venivano in apparenza ascoltatati. Ma quando Paola aveva tirato fuori il plico e soprattutto quando Frantz aveva affermato di essere in qualsiasi momento in grado di “portare”nel sottosuolo chiunque volesse verificare di persona la veridicità di quanto avevano affermato, la vecchietta aveva di colpo cambiato atteggiamento ed espressione e aveva detto ai due giovani:” Adesso resta solo da vedere cosa voi volete ottenere dal mio governo.............consegnarci il plico e sparire nel nulla contenti di aver compiuto il vostro dovere e di averci avvertito o “partecipare” in qualche modo a quanto avete messo in moto con il vostro comportamento? Nel primo caso tornereste alle vostre case, al vostro lavoro e non sapreste mai più nulla di quello che in seguito accadrà..........nel secondo fareste invece direttamente parte di quello che accadrà a noi, a voi......al mondo intero ma sareste per così dire “estradati” da adesso, guardate che dico da subito, dal vostro Paese con la possibilità, nemmeno tanto remota, di non farvi nemmeno mai più ritorno. Sappiate che noi da tempo “sapevamo” che qualche cosa stava bollendo in pentola. Qualcuno che sapeva almeno parte di quanto mi avete riferito, ci aveva già avvertito di un futuro terribile pericolo ma noi non eravamo al corrente in che cosa tale estremo pericolo si potesse quantificare. Adesso so, anzi, parlando anche a nome del mio governo…..sappiamo……A voi la scelta, vi do dieci minuti di tempo per decidere, poi o tornerete alla vostra vecchia vita come se tra noi non fosse mai accaduto nulla o dopo altri dieci minuti una macchina vi caricherà a bordo con destinazione Israele”. Paola non sapeva cosa dire.......sapeva benissimo che la decisione ultima sarebbe spettata a lei: Frantz difatti, oltre ad essere solo al mondo, aveva già effettuato da tempo la scelta di andarsene da Berlino Est. La ragazza invece aveva ancora i genitori, gli amici e la sua carriera a cui era ancora legatissima ma alla fine per amore di Frantz e per spirito di avventura, aveva accettato anche lei. La vecchietta sorridendo a pieni denti allora aveva annuito soddisfatta e subito dopo una grossa Volvo, parcheggiata non lontano da li, si era affiancata a loro e li aveva caricati a bordo portandoli verso la loro nuova patria.

Parte seconda.

AI GIORNI NOSTRI.

Molti anni erano trascorsi dal momento in cui Paola e Frantz avevano scoperto la mostruosa macchinazione e molti tentativi di svelare tempi e modi della propagazione del micidiale virus voluto da Hitler e realizzato dai suoi scienziati, erano stati compiuti. Il M.O.S.S.A.D, almeno in quegli anni, non aveva voluto ancora coinvolgere nelle sue ricerche ne gli Americani ne nessun altro e questo solo ed esclusivamente per il latente pericolo che chi era preposto a scatenare l'olocausto, avesse sentore che qualcuno “sapeva” e decidesse magari di scatenare in anticipo il mostro che era stato creato. Gli ebrei avevano già dovuto subire l’Olocausto e la minaccia di un nuovo sterminio perpetrato nei loro confronti li terrorizzava a tal punto che il pericolo di una possibile fuga di notizie era posta al vertice di ogni possibile ulteriore disgrazia. Da qui la loro estrema cautela nel voler divulgare la verità anche in un certo senso contro la logica e contro il loro stesso interesse……ma bisognava capirli! Anche i due giovani con uno stratagemma erano stati, fin da quel giorno in cui avevano contattato la “vecchietta” nel parco di Berlino Est, portati in Israele e li avevano iniziato questa volta finalmente assieme come marito e moglie, una nuova vita con una nuova identità. Ma nulla, assolutamente nulla, nonostante le ricerche più esaurienti e meticolose, era stato trovato dopo ben vent'anni di tentativi assolutamente infruttuosi...........pur avendo a disposizione fin dall'inizio le specifiche di tutta l'impresa macchinata dal dittatore nazista, nulla era stato trovato sull'identità dei tre che avrebbero dovuto scatenare l'apocalisse. Potevano essere chiunque e potevano magari trovarsi ovunque........era dunque una cosa assolutamente impossibile pur con i notevoli mezzi a disposizione, riuscire ad identificarli.

LA CADUTA DEL MURO DI BERLINO.

Il sogno del popolo tedesco finalmente si era realizzato.........il muro di Berlino che per tanti anni aveva separato le due parti della città, non esisteva più ed anche la Germania stava finalmente per raggiungere la tanto agognata riunificazione politica e geografica. Una grande Nazione era sul punto di rinascere, ma figlia questa volta del Consumismo e del Capitalismo, i due “mostri” che avevano sconfitto il Nazional Socialismo alla fine della guerra: Paola e Frantz, in una mattina di settembre, erano stati convocati nella massima sicurezza nella sede di Gerusalemme del M.O.S.S.A.D. Dopo tanti anni il ricordo di quanto era accaduto nel sottosuolo di Berlino, non si era per nulla affievolito e “covava” nei loro pensieri più reconditi come un mostro addormentato sempre sul punto di risvegliarsi: ”Ecco cari signori perchè vi ho convocato qui........vedete, in pratica siamo arrivati secondo me, al punto in cui la minaccia di Hitler potrebbe essere sul punto di verificarsi. La Germania è stata finalmente riunita, il suo territorio è tornato più o meno quello di una volta e un esplosione economica in questo paese è sul punto di verificarsi: LA GERMANIA E' TORNATA GRANDE ed è arrivato, o sta per arrivare il momento in cui “Olokaust” potrebbe venire scatenato”. Frantz e Paola erano stati subito dopo condotti in una “casa sicura” del M.O.S.S.A.D e il Capo Settore delle “Operazioni Segrete” li aveva coinvolti in quanto stava per accadere, o meglio......su quanto avrebbe potuto accadere. Erano stati loro a dare inizio a tutto e i Servizi Segreti non avevano voluto lasciare nulla di intentato per cercare di evitare la catastrofe, per cui anche l'aiuto dei due tedeschi era stato ritenuto potenzialmente utile.

RICERCHE A TAPPETO.

La riunione si stava protraendo da ore, Frantz aveva ascoltato con il massimo interesse quanto veniva spiegato dai vari agenti, i loro tentativi, risultati sempre vani, di riuscire ad identificare in qualsiasi modo chi potessero mai essere i “portatori” delle maledette fiale, e le varie ipotesi di chi costoro potessero mai essere. Innanzitutto si conosceva almeno approssimativamente l'età dei tre..........se tutti e tre erano ancora vivi avrebbero dovuto avere più o meno dai settanta ai settantacinque anni, sempre sperando che non avessero passato il testimone a qualcuno di più giovane. Ma altro non era dato sapere. Ma qui Frantz aveva chiesto la parola e tra il silenzio generale aveva detto:” Scusatemi signori ma è necessario che io puntualizzi alcune cose che forse a voi possono essere anche sfuggite. Prima di tutto io NON credo assolutamente che chi abbia ricevuto le fiale le abbia cedute a qualcun altro di più giovane, non ancora per lo meno, io sono perfettamente d’accordo con voi tutti che i tempi sono oramai maturi e cedere una tale responsabilità, secondo il mio modesto parere, non sarebbe certo una manovra saggia da parte degli attentatori. Tre erano all'inizio........e tre dovevano rimanere. La segretezza innanzi a tutto, la medesima segretezza che ha permesso fino ad ora a questo maledetto progetto di non essere ancora scoperto e di rimanere perfettamente operativo. Secondo me poi, se uno di loro tre si fosse per sua sfortuna ammalato o fosse morto, parlo naturalmente sempre di questi fantomatici “untori”, avrebbe fatto certamente in modo di cedere la sua fiale a uno degli altri due e a nessun altro. Poi, secondo argomento di cui adesso voglio discutere con voi, ritengo che il campo da esplorare per trovare quanto, anzi…..chi ci interessa, sia in realtà per fortuna molto più ristretto di quanto si possa pensare. Pensate solo che Hitler, nella sua continua ossessione, voleva colpire senza dubbio prima di chiunque altro gli Ebrei e questa è una cosa di cui sono sicuro al cento per cento.......fa parte della sua mentalità distorta, della sua ”filosofia” del suo stesso modo di essere. Non so se lui sia morto sapendo o no dell'esistenza dopo la guerra del vostro Stato sovrano...........ma di certo deve aver lasciato ai tre incaricati il compito per lui estremamente gratificante, di spargere il virus sicuramente a cominciare dal luogo dove gli scampati dai Lager si sarebbero inevitabilmente rifugiati. Dunque uno di loro di sicuro vive, magari da anni qui da voi, mescolato con apparente innocenza tra la vostra stessa gente e io penso anche, che sia pronto ad agire “seminando” il virus proprio in un punto focale dove un po' tutti ogni giorno si recano: Ebrei, Arabi, Turisti..............cioè certamente in un centro commerciale della vostra capitale Gerusalemme. Perché proprio la vostra capitale? Non solo perché proprio Gerusalemme è il fulcro della vostra stessa esistenza ma anche perché lo è per i musulmani e per i Cristiani, dunque un simbolo ben preciso oltre che un punto di diffusione ideale per il virus in tutta l’Africa. Il secondo, quello con la fiale di antidoto, quello in pratica che dovrà agire per primo, non può che vivere in Germania, il terzo secondo me si trova nei pressi di uno degli aeroporti più trafficati al mondo ma nello stesso tempo più caotici e peggio controllati......secondo me Nuova Dely in India. Per quanto possa pensare, sono anche convinto che tutto potrebbe iniziare così, in modo assolutamente banale: un piccolo monomotore, uno di quelli preposti per esempio allo spargimento del diserbante, decollerà in uno degli aeroporti della Germania e “spanderà” nell'atmosfera il vaccino immunizzante. Poi, dopo un mese circa, il tempo necessario penso per fare il modo che l'immunizzazione della popolazione tedesca raggiunga gli effetti desiderati, qui da voi, magari in un centro commerciale di Gerusalemme come vi ho già detto in precedenza, il secondo incaricato romperà schiacciandola a terra la sua fiala, mentre un mese più tardi, un altro farà altrettanto nell'aeroporto in India. Tutto fatto, tutto finito.........poi ci sarà solo da attendere che termini il periodo di incubazione e inizi l'orrore”
Di tutto quanto Frantz aveva esposto, la cosa fondamentale era che forse aveva proprio ragione nel determinare la vera ubicazione dei tre “untori”.........L'ingegnere tedesco non poteva essere certo al cento per cento di quanto aveva appena esposto ma era per lo meno riuscito a restringere enormemente quello che era il campo delle ricerche. In pratica si dovevano cercare e soprattutto TROVARE tre persone, sui settanta anni, che si aggiravano una in Israele e la seconda negli aeroporti più trafficati e meno sorvegliati, dando la precedenza a quello di Nuova Dely che era da sempre considerato come quello caotico per eccellenza. Di trovare la terza, quella in Germania, non era certamente una faccenda meno impellente e importante, anzi era il punto focale da cui tutto sarebbe dovuto partire. Si trattava adesso di trovare certamente un ago nel pagliaio.........ma almeno ora si pensava di sapere per lo meno di quale “pagliaio” si potesse trattare e ciò, rispetto alle ricerche iniziali, non era certamente poco.

RESIDENZA DEL PRIMO MINISTRO ISRAELIANO.

Le decisioni da prendere erano di fondamentale importanza e di estrema gravità. Il Primo ministro sapeva che prima ancora del destino del mondo era in gioco una volta di più quello del suo martoriato Paese e voleva a tutti i costi trovare una qualsiasi soluzione. Si trovava a tale punto di disperazione che, se fosse stato sicuro al cento per cento della veridicità delle supposizioni di Frantz sull' esatta ubicazione dei terroristi, lui avrebbe dato ordine di cancellare dalla faccia della Terra sia Gerusalemme stessa, sia la capitale indiana con due ordigni nucleari. Ma per fortuna non si poteva agire in questa drastica maniera solo sulla base di pure e semplici supposizioni, logiche, coerenti ma non ancora suffragate da fatti certi e incontrovertibili. Era stato allora costretto, dopo aver tanto tergiversato, ad avvertire l'amico di sempre, il governo americano e con il suo aiuto avevano preparato delle trappole che erano oramai pronte a scattare. Purtroppo però altri giorni preziosi erano stati perduti nell'impresa non facile di convincere gli alleati di sempre della veridicità del pericolo che incombeva su tutto il mondo. Il Presidente americano aveva mandato suoi emissari dei Servizi Segreti a controllare il castello e soprattutto il laboratorio sotterraneo nel sottosuolo di Berlino e solo dopo avere esaminato minuziosamente il plico ritrovato da Frantz e Paola, si era convinto e aveva offerto la sua più completa e totale collaborazione.

MONACO DI BAVIERA.

Effettivamente il momento tanto sognato dal Fuhrer era finalmente giunto......Victor Bayer era appena tornato da una visita fatta in Israele assieme a Stan Gravoski, l'inseparabile compagno di tanti anni di fraterna amicizia. A Gerusalemme avevano conferito assieme con Max Speer, in una pub della periferia della capitale Sionista e avevano preso definitivamente una storica, drammatica decisione. La loro amata Patria, la Germania, aveva finalmente raggiunto con la ritrovata unità di popolo e territorio, se non ancora la antica grandezza, per lo meno una poderosa spinta di rinnovato ottimismo che le avrebbe consentito finalmente di assurgere alla grandezza cui il suo popolo era da sempre destinato. Se solo il Fuhrer non fosse stato tradito dalla cricca dei suoi generali, se solo il veleno ebraico non avesse contaminato i vertici politici e militari del nemico, negli anni quaranta la guerra sarebbe stata vinta e non ci sarebbe stato bisogno del loro intervento che invece adesso si rendeva assolutamente necessario ed indispensabile per il definitivo trionfo della causa. I tre soci avevano di comune accordo convenuto che il momento profetizzato in passato da Hitler era finalmente arrivato e che il “Vaso di Pandora” sarebbe stato finalmente aperto dopo tanti anni di vana attesa. Il progetto, stilato tanti anni prima tanto minuziosamente dalla mente superiore del loro amatissimo Fuhrer, prevedeva che Victor avrebbe pilotato un “Piper” adattato per il lancio di insetticidi e diserbanti e avrebbe sparso, negli strati più bassi dell'atmosfera sopra la Germania, l'agente immunizzante che avrebbe dovuto diffondersi ovunque nel territorio della patria tedesca ma non oltre e proteggere adeguatamente la popolazione dall'incubo che si stava per scatenare. Quaranta giorni dopo Stan e Max avrebbero scatenato l'inferno in terra, uno in un centro commerciale di Gerusalemme, l'altro un mese ancora più tardi nell'aeroporto di Nuova Dely in india. In questo modo tutti e tre avrebbero potuto godersi in prima fila lo spettacolo impagabile della completa estinzione del popolo Ebraico tra indicibili dolori............si sarebbe trattato questa volta dell’ ultima totale e definitiva “Soluzione Finale”! E allora qualcuno sarebbe avrebbe incominciato la marcia per prepararsi ad assumere il posto che gli spettava, quello di Fuhrer del “Quarto Reich” ma non subito……un po’ alla volta. Quel qualcuno, anche se i tre certamente non lo sapevano, avrebbe incarnato l’essenza di Satana stesso e avrebbe instaurato il regno del male sulla terra. Poi.........con l'inarrestabile diffondersi del contagio anche al di fuori dei confini di Israele e con la successiva “inseminazione” di Nuova Dely, sarebbe toccato al resto del mondo e solo il dieci per cento della popolazione mondiale sarebbe sopravvissuta al virus e avrebbe costituito il primo consistente nucleo di schiavi al definitivo e perpetuo servizio della razza ariana............la nuova incontrastata padrona del mondo! Nessuno sapeva nulla.......nessuno DOVEVA sapere nulla, solo alla fine qualcuno in Germania sarebbe allora assurto alla gloria di nuovo Fuhrer, gloria che sarebbe durata per almeno mille anni. Tutto era da tempo era stato predisposto, tutto era pronto per essere messo in moto, nessuno, assolutamente nessuno era al corrente di quello che stava per accadere, almeno così pensavano i tre fanatici. Tutti e tre erano stati allevati a stretto contatto con l'ideologia nazista: prima la scuola, poi la gioventù Hitleriana, poi, solo alla fine, la scelta che era caduta su di loro tra migliaia di ignari candidati. Loro tre erano considerati la crema della crema dell'ideologia Nazional Socialista, i destinatari e depositari del futuro della Patria Tedesca. I loro nomi sarebbero stati iscritti e ricordati come quelli dei “nuovi Padri della Patria” Hitler stesso, lui in persona, alla fine del conflitto, aveva riposto nelle loro ancora giovani mani, le “chiavi” della futura grandezza della Nazione Tedesca e non era stato per nulla deluso, la missione sarebbe stata compiuta e il Nazional Socialismo avrebbe alla fine trionfato su tutto e su tutti. Ancora adesso i tre compagni, gli eletti, i predestinati, si ricordavano di quel magico giorno del 1945 quando erano stati prelevati dalla loro unità combattenti e portati al cospetto del Capo. Sentivano ancora dentro di loro l’eccitazione del momento e l’empito di immensa soddisfazione quando era stato loro spiegata l’estrema importanza della missione che sarebbe stata loro affidata. Avevano sentito parlare di un Fuhrer stanco e malato, con il braccio sinistro in preda a dei tremori incontrollati ma invece si erano ritrovati faccia a faccia con l’Hitler del 1939, carico di energia e perfettamente lucido. Lui stesso aveva spiegato loro quello che sarebbe stata la missione della loro vita, missione che nel mondo futuro li avrebbe elevati al rango di eroi. Poi a tutti e tre era stata consegnata una valigetta imbottita che conteneva al suo interno tre fiale, due atte a distruggere, una a preservare la vita, ed erano stati accompagnati in luoghi sicuri dove avrebbero potuto in tutta sicurezza attendere la fine del conflitto oramai tanto vicina.


LA PRIMA MOSSA.

Victor sapeva benissimo che il suo compito era fondamentale per la riuscita dell'impresa, sapeva infatti per certo che se lui avesse fallito ed il popolo tedesco non avesse potuto essere adeguatamente immunizzato, i due compagni non avrebbero per nulla rinunciato all'impresa. Nulla sarebbe cambiato a parte il fatto che la civiltà sulla terra sarebbe completamente scomparsa con la morte del novanta per cento della popolazione a causa della malattia da loro scatenata e del rimanente dieci per cento a causa degli inevitabili effetti collaterali che si sarebbero immancabilmente verificati all' atto della scomparsa della civiltà. Per cui la prudenza in questo caso, era assolutamente fondamentale. Tutto era stato previsto fin dall'inizio, anche il fatto che Victor lavorasse da sempre nella disinfestazione dei campi e fosse ovviamente proprietario di un piccolo aereo........lui in caso di attivazione del piano, non avrebbe avuto bisogno di “esporsi” noleggiando un aereo........un altro successo dunque della programmazione alla tedesca dove nulla era lasciato al caso. Ma attorno a lui, ignaro di tutto, si era da almeno un mese scatenata una vera e propria “caccia all'uomo” I Servizi Segreti americani si erano mossi silenziosamente ma con la massima efficienza. Tutti cercavano un “settantenne”che cercava di noleggiare un aereo da turismo o meglio ancora uno di quelli addetti al rilascio di diserbante o di insetticida. Praticamente ogni aeroporto della Germania era stato posto silenziosamente sotto controllo, ogni pista, ogni decollo, ogni piano di volo, venivano continuamente monitorati. Ma non era sfortunatamente possibile essere presenti ovunque........gli aeroporti, i campi di volo secondari erano tutti sotto controllo ma purtroppo i così detti “privati” erano troppi per poter essere tutti individuati e controllati. Victor purtroppo era proprio uno di questi, da sempre padrone di un aereo e per cui ancora più difficile da intercettare. Ma gli americani avevano lanciato una caccia gigantesca........si erano lanciati nello stesso tempo alla ricerca di chiunque possedesse un velivolo e anche di chi possedesse solamente un brevetto di volo, soprattutto di che avesse una certa età.......sui settanta anni. Certo era anche possibile che il terrorista potesse affidare la fiala a un diserbatore ignaro di tutto e convinto di irrorare di un normalissimo insetticida un campo.......ma a questo punto bisognava cercare e basta sperando per il meglio. E alla fine ci erano andati vicini.........molto, molto vicini, purtroppo sarebbe bastato un giorno in più a disposizione per poter intervenire con il più completo successo ma gli agenti erano arrivati sulla piccola pista un quarto d’ora soltanto dopo che il “Piper” di Victor era decollato per effettuare la sua missione. Non c'erano ovviamente prove che si potesse trattare proprio dell'aereo incriminato ma quando un F16 e due “Apache” erano stati indirizzati alla sua ricerca per costringerlo ad atterrare, una palla di fuoco si era materializzata sul tetto di una stalla della zona. Victor aveva compiuto la sua missione e vistosi scoperto per evitare che lo facessero parlare, aveva posto fine alla sua vita lanciandosi contro la costruzione rurale. Victor era da sempre rimasto solo al mondo. Fin dall’inizio della sua missione aveva fatto sempre di tutto per non risultare mai diverso dalla massa della popolazione con cui si era volutamente mescolato. Voleva in tutti i modi risultare perfettamente uguale per usi, costumi ed abitudini al prototipo di cittadino tedesco ideale…..esattamente uguale a tutti gli altri suoi vicini di casa e per questo praticamente impossibile da identificare se un qualcosa del piano di Hitler fosse per caso trapelato all’esterno. Nonostante le donne non gli fossero certo indifferenti non si era mai voluto impegnare in un matrimonio, limitandosi a frequentare pochi amici e incontrando saltuariamente, sempre lontano da casa, prostitute ben disposte ad assecondare le sue pulsioni sessuali. Per cui Victor non aveva alcun rimpianto a lasciare questo mondo…….aveva vissuto adeguatamente la sua vita, aveva brillantemente adempiuto alla missione cui era stato comandato e questo gli bastava ampiamente per aver dato un senso alla sua esistenza. Appena dopo lo schianto del piccolo aereo, immediatamente nei laboratori della Germania campioni di atmosfera erano stati analizzati e la presenza di una strana molecola era stata in effetti trovata, una molecola sconosciuta, di difficile identificazione che però era in rapida espansione in ogni zona della Germania. Non si sapeva di cosa si potesse trattare, era troppo presto per poterlo dire e purtroppo appena scoperta l'esistenza della molecola nell'aria, al primo tentativo di isolarla quello che si supponeva potesse essere l'agente immunizzante si era immediatamente dissolto nel nulla, senza lasciare alcuna traccia della sua esistenza ma dopo una settimana numerosissime forme allergiche si erano manifestate in moltissimi tedeschi, forme leggere, di carattere cutaneo e che sparivano regolarmente senza lasciare ulteriori conseguenze in un paio di giorni. Poi null'altro degno di nota. Era comunque evidente che la prima parte del piano di Hitler era andata purtroppo regolarmente a buon fine......come previsto. La casa di Victor era stata ovviamente letteralmente buttata all'aria dai Servizi Segreti alla ricerca di altri indizi che potessero essere di qualche utilità ma assolutamente nulla di anormale o di strano si era potuto trovare, niente di niente! Nulla che potesse essere in qualche modo utile per il prosieguo delle indagini. Solo un foglietto di carta mezzo bruciacchiato era stato rinvenuto tra i rottami del piccolo monomotore, un pezzetto di carta bianca su cui erano però vergati in inchiostro rosso i nomi di due città: Gerusalemme e Nuova Dely, proprio le medesime metropoli indicate da Frantz come le più provabili ad ospitare il previsto atto terroristico. L'ingegnere tedesco Frantz Kramer, aveva fatto per fortuna centro!

CONSIDERAZIONI SPICCE.

Dunque si era incominciato con un parziale fallimento.........Hitler aveva vinto la prima ripresa, ai punti........ma aveva indubbiamente vinto. Un'altra sconfitta e sarebbe stato il KO definitivo. Era inutile adesso ricercare colpe e responsabilità, si doveva invece cercare di non ripetere gli errori commessi e di buttarsi a capofitto nell'impresa di cercare di scoprire gli altri due fanatici e di conseguenza evitare la catastrofe. Oramai era stato ampiamente dimostrato che Franz aveva ragione su tutto e che quanto aveva supposto rispondeva perfettamente a verità. Adesso si sapeva che era rimasto meno di un mese di tempo per poter trovare e neutralizzare l'attentatore poi sarebbe stato troppo tardi. Ad aggravare il tutto i responsabili del M.O.S.S.A.D e della CIA, assieme a Franz e Paola, erano stati convocati dal Primo Ministro Israeliano, che aveva tracciato quanto avrebbe potuto accadere un mese dopo se la peggiore delle ipotesi si fosse verificata. Dopo vari interventi introduttivi che per la verità lasciavano il tempo che trovavano il Presidente del Consiglio di Israele aveva detto con aria pensosa:” Siamo dunque arrivati alla resa dei conti..........quanto sto per riferirvi non è solo farina del mio sacco ma anche frutto di dolorosissime decisioni prese assieme al presidente Americano e a quello Russo. Sarebbe stato necessario, anzi per la verità indispensabile, interpellare anche quello Indiano ma il pericolo di una irreparabile fuga di notizie era troppo alto per poter agire come volevamo anche con lui. Allora.......ecco quanto è stato concordato tra noi che abbiamo la responsabilità non solo dei nostri Paesi ma in questo caso del mondo intero: se non riuscissimo, come invece è auspicato da tutti noi, ad individuare il terrorista, per almeno tentare di salvare quello che rimarrebbe di Israele e di tutto il Medio Oriente, in un primo momento ma di tutto il mondo poi, sarei costretto io stesso a distruggere Gerusalemme con un ordigno nucleare e a far fare altrettanto da qualcun altro la stessa cosa con Nuova Dely subito dopo. Si era anche pensato ad isolare completamente le due città con un impenetrabile cordone sanitario ma poi ci si è resi conto che controllare milioni di persone malate o in procinto di ammalarsi che tentavano impazzite dal terrore la fuga e la salvezza in ogni maniera possibile, non era cosa assolutamente fattibile. Non resta purtroppo per cui altro da fare che “sterilizzare” le due zone incriminate..........la morte di tanti, per la salvezza di tantissimi. Lo so che si tratta di una soluzione barbara ed estrema, orribile solo a pensarla.......prima di tutto per il mio amatissimo Paese, per le implicazioni religiose poi che causerebbe la distruzione di Gerusalemme per noi Israeliani, per i Cattolici e per gli Arabi. Per non parlare poi della ricaduta radioattiva sul resto del Medio Oriente e in Asia, PER NON PARLARE POI della giusta e sacrosanta reazione dell'India, paese tra l’altro dotato di capacità offensiva nucleare, che non potrà essere avvertita se non a cose fatte........si tratta di generare purtroppo una catastrofe, fatta per evitarne una ancora più disastrosa ma sempre di una immensa catastrofe si tratterebbe! Per cui sottolineo una volta di più che spero con tutto me stesso che si riesca ad intercettare questi due terroristi e a neutralizzarli una volta per tutte. Purtroppo la data limite è esattamente tra tre settimane.......poi se nulla sarà accaduto, cioè nel disgraziatissimo caso in cui i terroristi non venissero neutralizzati, sarò costretto ad agire di conseguenza come adesso anche voi sapete........per la rovina del mio Paese e dell'India e per la salvezza dell'umanità. Ma c'è anche un altro guaio a cui mi sa che nessuno ha ancora pensato.......sono convinto, perchè è così che avrei agito io se mi fossi trovato nei panni dell' ultimo attentatore, che una volta compiuta la sua missione il terrorista debba avvertire il complice che si trova in India.......che tutto è andato secondo i piani previsti e ho una gran paura che se il terzo uomo non ricevesse conferma che tutto era andato secondo i piani, possa rompere la sua fiala ovunque e in qualunque momento, vanificando in questo modo tutti i nostri tentativi di intercettalo all’aeroporto di Dely. Rompere la fiala come previsto all'aeroporto sarebbe certamente meglio ma farlo a casa sua tra la protezione delle pareti domestiche non farebbe forse una grande differenza. Il contagio verrebbe comunque diffuso ugualmente, forse in modo più lento ma alla fine il risultato sarebbe in definitiva il medesimo. E penso anche che se dopo diciamo una settimana o giù di li nessuno in Israele o in giro per il mondo non cominciasse ad ammalarsi di una malattia sconosciuta, il nostro amico insospettito potrebbe agire d'impulso e mettere in atto quello che noi non vogliamo assolutamente che faccia. Ho una gran paura perciò che se anche riuscissimo a neutralizzare l'attentatore che si trova in Israele.......qualcuno dovrà per forza ordinare preventivamente lo sgancio della bomba su Nuova Dely, qualcuno che se Gerusalemme sarà salva, e questo lo ripeto per la seconda volta, non potrò più certamente essere più io!”

FRANTZ.

Ma Frantz non accettava che tutto andasse a rotoli in questa maniera, non poteva nemmeno pensare che il Presidente del Consiglio sionista desse inizio ad una tale mostruosità. Lui sapeva, sentiva per istinto che l'attentatore avrebbe agito come lui stesso aveva supposto:” Sai Paola cosa intendo fare? Siccome so che il terrorista agirà in un centro commerciale, e penso anche di sapere quale, voglio precederlo. Voglio infatti trascorrere d'ora in avanti tutto il mio tempo all'interno della struttura che ho individuato ma per farlo ho bisogno di parlare con il responsabile del M.O.S.S.A.D che ha il comando delle operazioni ed esporre a lui quanto ho in mente di fare””Va bene Frantz, hai bisogno di aiuto o vuoi agire da solo?” “No, no........tu devi venire con me, aiutarmi e supportarmi in tutto e per tutto ma adesso andiamo a parlare con chi di dovere!”. Ovviamente il capo del Servizio Segreto Israeliano li aveva ricevuti subito e senza perdere tempo prezioso Frantz gli aveva esposto quello che aveva in mente di fare.” Caro comandante, a prescindere dal fatto che so che sarà fatto da voi tutto il possibile per intercettare i terroristi, io desidero ugualmente se lei me lo consentirà, agire per mio conto. Prima di tutto io sono convinto che il centro commerciale dove avverrà l'attentato sia quello che si chiama “Stella di David”, proprio per il nome che porta, perchè è il più frequentato della città e perchè contiene al suo interno una zona frequentata dagli israeliani di razza araba. Praticamente il luogo assolutamente ideale per una eventuale contaminazione di tutta la Palestina prima e del Medio Oriente poi. Stabilito questo punto fermo, io intendo stabilirmi con la copertura della qualifica di ispettore alla sicurezza delle infrastrutture, all'interno del centro commerciale e in collaborazione con Paola, indagare con la massima libertà di movimenti, su tutti quanti possano risultare sospetti. Sono difatti certo che l'attentatore dovrà bene fare dei giri preventivi di ricognizione sul posto e con un po' di fortuna spero di riuscire ad individuarlo. So inoltre di non essere certamente solo e per il mio “lavoro” avrò assolutamente bisogno di conoscere tutti gli agenti che lavoreranno sul campo assieme a me e di avere con me un efficiente apparato rice/trasmittente collegato sulla loro lunghezza d'onda. Sappia che io intendo letteralmente vivere all'interno del centro commerciale senza mai uscirne e di avere da parte sua “carta bianca”” Bene.......signor Frantz. Problemi particolari non ne vedo, anche se lei è straniero e non è certo militarizzato ma di questi tempi e in tale frangente va bene......io le concedo quanto mi ha chiesto e ricordandole che le rimangono solo venti giorni, non mi resta altro da fare che augurarle buona fortuna!”.

PRIMO GIORNO........MENO DICIANNOVE GIORNI ALL'ESPLOSIONE NUCLEARE.

Ma il problema che continuava a tormentare Frantz era quello che già era stato dibattuto nella riunione cui l'ingegnere tedesco aveva partecipato, cioè il presunto messaggio di conferma di "missione compiuta" che doveva per forza essere lanciato al suo complice in India dall'attentatore. Era assolutamente necessario che tale messaggio arrivasse a destinazione, e ciò solo ed esclusivamente per poter avere un po' di giorni in più a disposizione, per poter agire contro l'attentatore indiano. Ma il MOSSAD in questo caso gli era venuto fortunatamente in aiuto: a Frantz era stata difatti consegnata una sorta di pistola pneumatica che recava come proiettili dei piccolissimi aghi contenenti una dose di sonnifero che agiva praticamente all'istante. Prima di tutto l'ago era studiato in modo tale che quando esso colpiva la vittima, non aveva assolutamente alcun sentore di dolore, poi l'effetto del sonnifero era talmente rapido da non far nemmeno accorgere il bersaglio di quanto gli stava accadendo. Ciò veniva fatto perchè il terrorista non avesse assolutamente modo di reagire o ingerendo del veleno o mettendo immediatamente in atto il suo piano criminale. La speranza di tutti poi era quella di riuscire con l'uso delle droghe più moderne, a farlo parlare e di fargli dire quale fosse l'identità del suo collega in India e il messaggio che avrebbe dovuto inviare.

CENTRO COMMERCIALE "STELLA DI DAVID".

Frantz da giorni si aggirava all'interno del grande supermercato. Era sempre in contatto radio con Paola e gli agenti del MOSSAD che come lui indagavano per tutto l'orario di apertura su chi potesse essere l'attentatore. Paola lo aiutava per quanto possibile: gli portava le novità e lo aiutava a tenersi in costante contatto con gli agenti che lavoravano come lui sul campo. Obbiettivi possibili ce n'erano ovviamente una infinità anche se l'età della persona che cercavano restringeva notevolmente il campo dei possibili sospetti. Frantz all'inizio si era "puntato" su un vecchietto che tutti i santi giorni si aggirava furtivamente in qua e in la........entrava, usciva e non comprava mai nulla, sembrava veramente che cercasse dove piazzare qualcosa. Ma i sospetti erano caduti dopo una settimana di assidui pedinamenti, dopo che Frantz lo aveva visto sottrarre da uno scaffale e nascondere sotto il cappotto una confezione di succo di frutta alla pesca e subito dopo, un litro di latte. Nessun attentatore avrebbe mai rischiato un arresto per furto prima di compiere l'attentato, per cui il vecchietto dalle mani lunghe era stato subito scartato. Poi i sospetti erano caduti su altri tre o quattro individui ma ne prove particolari ne indizi di un certo peso avevano fatto intendere di aver centrato con certezza assoluta l'obbiettivo. I giorni trascorrevano inesorabili e la data della prima inevitabile esplosione si avvicinava sempre di più. Già, anche se Frantz non lo sapeva, cose e personaggi considerati fondamentali per Israele erano stai allontanati silenziosamente da Gerusalemme e tutto era oramai pronto per la grande esplosione che tutto avrebbe cancellato. Due città.......milioni di persone sacrificate in un lampo di luce per la salvezza del resto dell'umanità. Il penultimo giorno a disposizione però finalmente Frantz aveva finalmente trovato un qualcosa di consistente: un compito signore di chiara origine centro europea, di età avanzata anche se si vedeva che l'individuo faceva di tutto per sembrare più giovane, era comparso per la prima volta all'interno della struttura e con aria chiaramente furtiva si era avviato dentro una porta chiusa al pubblico che portava all'impianto di aria condizionata, il punto migliore per rompere una fiala e diffonderne nell'aria il contenuto. Anche se da quando Frantz aveva iniziato la sua missione al supermercato, vari falsi allarmi si erano dunque inevitabilmente verificati, questa volta però c’era un qualche cosa di più concreto da verificare: si vedeva benissimo che l'anziano sapeva benissimo dove andare. E dunque, oltre per questo motivo, l'attenzione dell'ingegnere tedesco si era puntata sull'anziano signore sia appunto per l'età, per la razza a cui sembrava appartenere e per quell'aria furtiva che lo contraddistingueva. Frantz non sapeva se l'uomo, sempre posto che si trattasse della persona giusta, fosse li solo per un'ultima ricognizione o per colpire.......e non sapendolo doveva per forza di cose intervenire immediatamente......per rompere una fiala bastava un attimo! Dopo aver diffuso via radio l'allarme e la sua posizione agli agenti del M.O.S.S.A.D, si era introdotto cautamente a sua volta alle spalle del suo bersaglio all'interno del locale e da una posizione defilata aveva potuto osservare l'uomo introdurre la mano nella tasca del cappotto come per cercare qualcosa. Non c'era assolutamente tempo da perdere.......Frantz aveva raccolto da terra una busta di nylon vuota che giaceva li accanto e con questo schermo improvvisato, cercando in tutti i modi di non spaventarlo, aveva celato la pistola che teneva già in mano e poi con la massima calma aveva apostrofato l'intruso con queste parole:" Mi scusi signore......è per caso lei che è venuto a controllare l'impianto di aria condizionata? Perchè se è lei, è necessario che si cambi per non sporcarsi" L'uomo era sussultato e aveva smesso di trafficare con la mano in tasca e la aveva estratta completamente vuota. In quell'attimo Frantz aveva sempre con la mano al riparo della borsa, premuto il grilletto e subito dopo il vecchio era crollato a terra senza avere assolutamente modo di reagire. Un attimo dopo dieci agenti erano arrivati di corsa e con la massima cautela possibile avevano incominciato a perquisire il sospetto. Subito avevano trovato quanto cercavano e una fiala di vetro, proprio una di quelle da laboratorio, era stata rinvenuta nella tasca del cappotto del vecchio. Immediatamente l'oggetto era stato riposto al sicuro in una scatola appositamente preparata ed avviata in laboratorio, mentre il presunto terrorista veniva invece messo su di una barella e portato di corsa nella sede centrale del M.O.S.S.A.D. Frantz aveva compiuto con successo la sua missione ma aveva vinto.....e perso nello stesso tempo, vinto perchè con il suo acume e la sua testardaggine tutta tedesca, era riuscito a trovare la persona giusta.......perso perchè.....

INFERMERIA DEL MOSSAD.

Il presunto terrorista vi era appena entrato sempre disteso sulla barella, che subito era stato completamente spogliato e disteso su di un lettino. Il dottor Begin gli aveva immediatamente aperto la bocca alla ricerca di qualche fialetta nascosta contenente veleno ma poi sussultando aveva posto di colpo la mano sulla carotide dell'uomo disteso. Nessuna pulsazione si manifestava sotto le sue dita, nessun segno di respiro muoveva il petto glabro del terrorista.........quello che giaceva sul lettino candido non era altro che un inoffensivo cadavere e lo era già almeno da una ventina di minuti. Cosa poteva essere accaduto? Una imprevista reazione allergica no, visto che il collo non appariva per nulla gonfio o tumefatto e che non erano nel trasporto apparse evidenti crisi respiratorie. Un infarto o un ictus......poteva anche essere e solo con l'autopsia si sarebbe potuto verificare. Ma un dubbio si stava facendo strada nel medico......possibile che si fosse verificato un tale colpo di sfortuna? Cercando bene il medico aveva trovato il punto in cui il proiettile aveva colpito il soggetto:"Ecco qui come pensavo, cari colleghi. Guardate, il maledetto ago ha colpito proprio qui dove non doveva, proprio l'arteria femorale e tutto l'anestetico, invece di diffondersi come previsto un po' alla volta in tutto il corpo, ha invece raggiunto tutto assieme e di colpo il cuore con il risultato di fermarlo e di causare invece del sonno......l'immediato decesso del paziente. Da lui chiaramente a questo punto non potremo ottenere nulla......i morti purtroppo di solito non parlano........siamo tutti irrimediabilmente "fregati". La notizia del parziale fallimento era stata immediatamente trasmessa a chi di dovere e una riunione di emergenza in videoconferenza era immediatamente stata tenuta per pochi intimi:"Cari colleghi" Aveva esordito con aria accorata il Presidente americano a quello russo e a quello israeliano" Dunque nonostante tutti i nostri sforzi abbiamo parzialmente fallito. Siamo si riusciti a salvare Gerusalemme e milioni di esseri umani ma sfortunatamente questo brillante successo NON basta. Purtroppo ci resta pochissimo tempo per agire e non c'è assolutamente più nulla che possiamo fare per impedire che l'attentatore colpisca. Bisogna assolutamente precedere la sua azione, soprattutto nel momento in cui lui si renderà conto che a Gerusalemme non è accaduto nulla e ciò accadrà molto presto. Ci restano due modi per impedire la catastrofe........distruggere subito la capitale indiana o limitarci a metterla in assoluta quarantena circondandola da subito di un gigantesco cordone sanitario ma ripeto......da subito. Intendo un blocco totale di aerei, treni e trasporti, via terra e via acquea, TUTTO assolutamente TUTTO. Naturalmente a questo punto se sceglieremo tale opzione, sarà inevitabile e necessario avvertire tutto il mondo e prima di tutto le autorità indiane" "NO, NO caro Compagno Presidente........io sono russo e sospettoso di natura, ma anche lei sa benissimo che un tale piano risulta assolutamente inattuabile. Non stiamo parlando di una città di poche migliaia di abitanti, ma di una metropoli di milioni di anime, disordinata, caotica e che non si capisce bene da dove inizi e dove finisca. Si tratta di una zona vastissima. Quante centinaia di migliaia di uomini sarebbero necessari per circondarla? E se la gente terrorizzata e disperata si gettasse in massa per sfondare i cordoni cosa accadrebbe? Pensate forse che i soldati sparerebbero su di una marea di donne e bambini disperati? No signori miei..........questo sistema non reggerebbe e condannerebbe il mondo all'estinzione proprio come quel pazzo di Hitler desiderava. Noi per il bene dell'umanità dobbiamo "sterilizzare" Nuova Dely, non c'è altra alternativa possibile e dobbiamo fare presto! SUBITO prima che sia troppo tardi" In effetti non c'era altro modo, nessuna altra soluzione logica per poter evitare di colpire la città.

OLOKAUST.

Intanto nel segreto di un laboratorio militare americano che si trovava a cento cinquanta metri di profondità presso il deserto delle Montagne Rocciose, la fiala era stata aperta da braccia robotizzate all'interno di una camera sterile. Le caratteristiche del mostro creato da uno scienziato tedesco erano subito apparse ben chiare: non si capiva se si trattasse della mutazione di uno o più virus conosciuti e soprattutto non si riusciva a comprendere come negli anni quaranta, con una tecnica e con conoscenze di base tanto ridotte, si fosse riusciti a giungere a tanto. Il fatto era purtroppo che una sola goccia di quel liquido ambrato che si trovava nella fiala, era in grado di sterminare chiunque ne fosse entrato direttamente in contatto. Le cavie da laboratorio introdotte nella stanza e messe a contatto diretto con un goccia di quel veleno, nel giro di un minuto dall'esposizione erano praticamente esplose dall'interno e si erano decomposte in una massa non più identificabile. Ma non era questo che Hitler voleva..........lo scopo era ben altro. Gli scienziati che stavano esaminando Olokaust, di fatti si erano subito accorti che il liquido era estremamente volatile e destinato a contaminare l'intera atmosfera del pianeta con il risultato di far ammalare il novanta per cento della popolazione mondiale. Solo il dieci per cento del genere umano, sarebbe risultato geneticamente immune, più ovviamente la popolazione tedesca che era stata preventivamente immunizzata. Chiunque non fosse stato immune, dopo un periodo di incubazione di alcuni giorni, si sarebbe ammalato di una sorta di peste polmonare che avrebbe causato una morte atroce nel giro di tre giorni al massimo di sofferenze inenarrabili. I colpiti sarebbero letteralmente marciti dall'interno e nulla avrebbe potuto salvare loro la vita o alleviare per lo meno le loro sofferenze. Non c'era nulla a disposizione per curare il virus Killer.........per trovare una cura, un vaccino o qualcosa di simile sarebbero occorsi almeno sei, sette mesi a patto di essere estremamente fortunati. Poi si sarebbe dovuto produrre quanto scoperto in vastissima scale e portarlo a chi ne avesse avuto bisogno........ma sarebbe stato tardi, troppo tardi per tutto e per tutti! Ma la scoperta più terribile era quella che una esplosione nucleare non avrebbe per nulla fermato il virus...........anzi lo avrebbe diffuso ancora di più. Il microorganismo in questione difatti era si sensibile alle altissime temperature ma se la bomba non fosse caduta proprio li dove la fiale si veniva a trovare ma a ad una distanza per esempio di alcuni chilometri, il calore sviluppato a quella distanza, non avrebbe per nulla distrutto il virus ma lo avrebbe al contrario moltiplicato all'infinito con il risultato di farlo ricadere a chilometri di distanza con la ricaduta radioattiva e di contaminare molte più persone del previsto fin dall'inizio. Una catastrofe nella catastrofe. Ovviamente il progetto di far esplodere la bomba su Nuova Dely era subito stato bloccato e la situazione adesso appariva quanto mai disperata.

MAX.

Max era molto perplesso.......qualche cosa doveva pur essere andata storta. Invece di ricevere il previsto messaggio dal “collega” che si trovava a Gerusalemme, silenzio assoluto. O qualche incidente dell'ultimo momento aveva mandato in fumo il piano o Stan in qualche modo era stato scoperto. Adesso lui doveva soltanto rimanere calmo e attendere con la massima concentrazione possibile e ragionare con la massima tranquillità. Si, doveva tenere bene in mente che il coltello dalla parte del manico ce l'aveva sempre lui. Anche se solo per una remotissima ipotesi fosse stato scoperto, anche se a Gerusalemme non fosse accaduto nulla, la fiala in grado di distruggere il mondo, anzi la parte “malata” del mondo era li, tra le sue mani, pronta a spargere il suo veleno purificatore in qualsiasi momento lui lo avesse ritenuto necessario. Se a Gerusalemme tutto fosse andato storto ci avrebbe pensato lui a far funzionare il piano........ in definitiva, nella peggiore delle ipotesi, ci sarebbe stata una diffusione più lenta del previsto del contagio ma alla fine il risultato non sarebbe minimamente cambiato. Lui, aveva oramai saggiamente deciso, da casa sua non si sarebbe più mosso e avrebbe atteso gli eventi pronto a reagire in qualsiasi momento.

TENTATIVI DELL?ULTIMA ORA:

C'era pochissimo tempo per poter tentare l'impossibile. Mentre nel laboratorio segreto tutto veniva tentato per riuscire il più rapidamente possibile a neutralizzare il virus e contemporaneamente a produrre un vaccino, in India una gigantesca caccia all'uomo era stata istituita mentre i servizi segreti americani avevano finalmente avvertito quelli indiani. Era necessario adesso rischiare il tutto per tutto e cercare di individuare chi potesse mai essere l'attentatore e ovviamente.......bloccarlo prima che potesse nuocere. Dopo una settimana Max sapeva che a Gerusalemme nessuno si era ancora ammalato, e che provabilmente stavano cercando anche lui. Evidentemente li in Israele, Stan per qualche recondito motivo aveva fallito. Anche lui per quanto poteva sapere in teoria si trovava ora in pericolo e non si poteva più certamente recare all'aeroporto come il piano originario invece prevedeva, esporsi in qualsiasi maniera era diventato ora assolutamente improponibile. Non si poteva più rischiare visto che per raggiungere lo scopo del Fuhrer.........era rimasto adesso solo lui. Tra un'ora al massimo avrebbe agito assolutamente indisturbato da casa sua, avrebbe preparato tutto con la massima cura e poi avrebbe chiamato lui stesso la polizia e dopo aver atteso questo momento per tanti anni, si sarebbe guardato in prima fila lo spettacolo del suo trionfo. Aveva preparato tutto con la massima scrupolosità: aveva aperto il condizionatore, lo aveva acceso al massimo della potenza e aveva messo allo scoperto il filtro anti polline..........poi aveva spalancato le finestre del salotto e aveva telefonato al commissariato più vicino. Aveva detto solo poche semplici parole ”Sono l'emissario della Nuova Grande Germania, l'untore che tutti state cercando, abito nella casa rossa alla fine della strada dove si trova la stazione di polizia con la quale sto parlando. Se volete vedermi vivo.......sbrigatevi!” Nel giro di tre minuti ben otto “Volanti” e due elicotteri erano confluite nella zona e una trentina di agenti in tenuta antisommossa, erano scesi dalle auto.........circondando la casa, solo il tempo necessario per vedere un vecchio gettare qualcosa dentro il motore del condizionatore e spararsi subito dopo in bocca con una vecchia Lugher. Tre minuti dopo, appena avvicinatisi al cadavere, tutti i poliziotti erano piombati a terra contorcendosi tra atroci dolori. Colpiti direttamente dalle goccioline lanciate dalla furia turbinante del condizionatore, stavano morendo per il progressivo e rapidissimo disfacimento dei loro organi interni. Ma furono le uniche vittime per quel giorno, visto che le goccioline disperse oramai nell'atmosfera e riducendosi sempre più di dimensione avrebbero dato a chi le inspirava ancora un paio di giorni, forse tre di vita normale........il tempo necessario di passare dal periodo di incubazione a quello conclamato della malattia.

DECISIONI.

La drammatica notizia era stata questa volta immediatamente comunicata a tutti i Capi di Stato del mondo. Ci si era però limitati a raccontare ai media una falsa verità.......molto più plausibile di quella vera. I particolari di quello che era accaduto veramente erano così incredibili che erano stati omessi per non perdere altro tempo prezioso per riuscire a farli credere e si era semplicemente diffusa la notizia che un terribile virus di nuova generazione, portato forse dallo spazio con il rientro della prima navicella spaziale lanciata dall'India, doveva assolutamente essere bloccato prima che si diffondesse ovunque nel pianeta. Una prima buona notizia era intanto fortunatamente arrivata dal laboratorio americano: il virus, estremamente contagioso tra uomo e uomo sia per contatto diretto, sia per via aerea con la tosse la saliva e gli sternuti, non poteva invece sopravvivere nell'atmosfera per più di otto, dieci ore..........trascorse le quali sarebbe diventato inoffensivo. Ma si sapeva anche che nell'organismo umano, sarebbe rimasto vivo e vitale all'infinito, nei vivi quanto nei cadaveri. Praticamente solo avvicinarsi ad un paio di metri da un vivo o da un morto infetto, avrebbe nel novanta per cento dei casi comportato l'inevitabile contagio. Il virus poi era di dimensioni troppo ridotte per essere fermato dalla tela delle mascherine e nemmeno i disinfettanti più aggressivi riuscivano a neutralizzarlo completamente. Ciò voleva dire che i medici avrebbero dovuto avvicinarsi ai pazienti solo ed esclusivamente in tuta sterile e impermeabile, collegata a una bombola di aria..........e con un casco apposito il che ovviamente dato il numero altissimo di contagiati, sarebbe stato assolutamente impossibile da realizzare. Non c'era speranza di cura ne di poter alleviare le sofferenze dei colpiti..
Cosa mai si poteva fare? Il Presidente americano aveva preso la parola parlando in video conferenza:” Cari colleghi, dunque la situazione ve la ho spiegata. Visto che per fortuna o purtroppo, mettetela un po' come vi pare, l'opzione nucleare che pareva dura ma risolutiva è invece da scartare, che cosa possiamo noi fare? Già la città è stata isolata, aerei autostrade, ferrovie......tutto è stato bloccato da blocchi stradali e per adesso il “cerchio protettivo” tiene. Ma adesso......che nessun caso si è ancora manifestato palesemente a parte la morte dei poliziotti che si trovavano vicino al luogo della diffusione, ma cosa accadrà fra poco quando masse incontrollate tenteranno di fuggire all'esterno del perimetro di quarantena? Come possiamo fare per arrestare la marea che tra poco si scatenerà terrorizzata? Chi avrà il coraggio di sparare loro addosso?”” Mi ascolti Presidente” Ribattè il Presidente Indiano ”Ancora io non ho ben capito cosa sia accaduto. Prima di tutto, voi avete imputato a noi la responsabilità di quanto sta accadendo con la scusa del rientro della nostra prima navicella spaziale e il suo successivo trasporto a Nuova Dely ma io le dico chiaro e tondo CHE NON CREDO ASSOLUTAMENTE A QUESTA PANZANA!!!!! Voi secondo me ci volete addossare colpe NON NOSTRE e nascondete a tutti i presenti la verità. Ci avete costretto a rinchiudere con un cordone sanitario la nostra capitale e adesso IO VOGLIO LA VERITA' SUBITO QUI!” Signor Presidente.........io, il Primo Ministro Israeliano e quello Russo non vogliamo assolutamente addossare a nessuno la colpa di quanto è accaduto e di quanto purtroppo sta per accadere. Le posso assicurare sul mio onore e su quello dei miei colleghi che “sanno”, che nessuno di noi ha causato la catastrofe che vi sta per colpire e che potrebbe colpire tra poco anche noi. Nessuno di noi è assolutamente e per nessun motivo responsabile del disastro impellente. E' vero che la storiella diffusa sul virus proveniente dallo spazio è una balla, lei ha perfettamente ragione ad affermarlo ma le assicuro che il diffondere quella che è la verità e soprattutto a farvela accettare, causerebbe una perdita di tempo che costerebbe la distruzione totale prima del suo amato paese e poi un po' alla volta del resto del mondo! La scongiuro dunque, qui davanti a tutti di CREDERMI e di APPOGGIARMI in tutto quello che le chiederò e la avverto che quanto sarò costretto a chiederle potrà anche apparire e provabilmente lo sarà, come una richiesta disumana e terribile”” Non so cosa dirle Presidente........anche se lei sembra non rendersene conto qui ne va della vita dei miei fratelli indiani........lei mi ha costretto ad istituire un cordone sanitario che dovrà sparare su di una popolazione inerme e terrorizzata, sui miei fratelli che in me hanno riposto la loro fiducia.....MA SI RENDE CONTO DI QUELLO CHE MI STA CHIEDENDO?” “ E ancora Presidente lei non sa che cosa intendo fare e a che punto sono disposto ad arrivare per salvare il resto del suo popolo e gli altri popoli della terra da una fine atroce! Ma lei ha ragione......lei non sa e non può nemmeno immaginare quanto è accaduto fin d'ora e a questo punto le propongo un compromesso: visto che io non posso perdere altro tempo prezioso e che dovrò assumermi la responsabilità di fare COMUNQUE quello che DEVO, le chiedo per l'ultima volta, di darmi CARTA BIANCA sul comando delle sue truppe e su quanto riterrò opportuno fare per impedire che il virus si diffonda, nello stesso tempo le farò riferire dal mio Segretario Di Stato quale è la pura e semplice verità su tutta questa maledettissima storia, su chi è il responsabile di tutto e di come si è riusciti a sventare la minaccia in Israele! Le garantisco che una volta accettata la verità........non potrà fare altro se non darmi ragione e che se lei NON fosse ancora convinto che quanto saprà è la pura e semplice verità, se avrà ancora il dubbio di essere stata magari “fregata” da me, LE GARANTISCO DI NUOVO QUI DAVANTI A TUTTI che se sarò costretto a cancellare dalla faccia della terra la sua capitale e lei lo riterrà una mossa inutile, IO LE GARANTISCO E LO DICO PER L'ULTIMA VOLTA, LE G A R A N T I S C O che farò distruggere Los Angeles con tutti i suoi abitanti con un ordigno nucleare, prima di togliermi la vita in diretta televisiva. LE BASTA QUESTO? Capisce ora a che punto di disperazione sono arrivato per prometterle davanti al mondo una mostruosità del genere?” “Va bene Signor Presidente.........vedo a questo punto effettivamente la disperazione nei suoi occhi e nelle sue parole, adesso le credo, mi faccia la prego spiegare subito tutto e da questo momento............lei ha carta bianca come mi ha domandato e che Dio Onnipotente ci aiuti tutti!”

L'INIZIO......DELLA FINE.

Tutto in città era iniziato con uno stato di emergenza dovuto ad una supposta fuga di radiazioni dall'impianto nucleare che si trovava fuori città. I cittadini erano stati invitati a non uscire assolutamente di casa per nessun motivo e tanto meno a cercare di mettersi in strada per tentare di uscire dalla città. Nei primi tre giorni l'ordine era stato più o meno rispettato.......i viveri abbondavano ancora e la malattia non si era ancora manifestata. La televisione e la radio con continui martellanti bollettini, invitavano tutti a mantenersi calmi e ad attendere con fiducia l'evolversi della situazione. Si trattava di una semplice “Scocciatura” che sarebbe durata solo qualche giorno, il tempo necessario che serviva per bonificare l'area inquinata. Ma al di fuori della metropoli a cento chilometri di distanza un impenetrabile cordone di militari era stato messo in opera. In teoria i militari indiani erano in grado di bloccare con l'uso delle armi qualsiasi tentativo di fuga ma nessuno era certo che avrebbero veramente voluto farli facendo strage di esseri umani innocenti. Per adesso il sistema funzionava benissimo ma quando la situazione sarebbe drammaticamente cambiata tutto sarebbe crollato come un mazzo di carte. Verso la sera del quarto giorno già un migliaio di malati affollavano gli ospedali della città. Contribuendo a diffondere a macchia d'olio il terribile virus. La malattia si manifestava subito con sintomi che nulla avevano in comune con le malattie fino ad allora conosciute: Improvvisi dolori in tutto il corpo, seguiti ma massive ed incontrollabili emorragie generalizzate, vomito e diarrea incontrollabile seguite da febbre altissima e dal coma. Il tutto poteva durare dai tre giorni ad una settimana scarsa........poi inevitabile la morte.

PROVVEDIMENTI.

Ma gli scienziati che avevano creato il “mostro” avevano commesso un errore fatale: nonostante la infallibile programmazione alla tedesca, non avevano mai messo in preventivo che, con la diffusione del virus, fosse anche diffusa la verità su quanto stava accadendo. In teoria tutto era stato fatto con il più grande segreto perchè nessuno potesse sapere che la popolazione tedesca era immune dal contagio fino a quando sarebbe stato troppo tardi per poter porre rimedio alla pandemia. Ma ora il primo passo che gli scienziati americani avevano fatto non appena erano entrati in possesso del virus, era stato quello di indagare sul sangue che scorreva nelle vene dei tedeschi e effettivamente avevano trovato subito qualcosa. Mentre la strana molecola che subito dopo la diffusione avvenuta nei cieli tedeschi, in pratica il mezzo immunizzante, subito dopo aver compiuto la sua missione si era “volatilizzata” ed era scomparsa, nella chimica del sangue dei tedeschi era rimasto un qualcosa che il vaccino aveva provocato.......una sorta di mutazione che impediva al virus assassino di compiere il suo corso. Adesso visto che il vaccino vero e proprio non esisteva più, era necessario più che mai cercare di risalire a lui dalla mutazione che aveva in un certo senso “cambiato” il sangue degli immunizzati. A questo punto l'India aveva messo a disposizione il suo laboratorio di virologia più attrezzato del Paese, i suoi ricercatori erano stati integrati da una squadra di medici americani specialisti del settore e ci si era messi immediatamente all'opera. Venti soggetti sicuramente infettati ma che non presentavano ancora i sintomi “conclamati” erano stati ricoverati in laboratorio, assieme ad altri venti “volontari” coatti presi dal braccio della morte delle carceri indiani, ancora assolutamente sani. Non si poteva adesso badare a mezze misure se non si voleva che il “sogno” di Hitler si potesse realizzare. Inoltre dieci militari americani di stanza in Germania, che risultavano a loro volta immunizzati erano stati portati a loro volta nel laboratorio segreto: avrebbero costituito la riserva vivente del sangue immune, che serviva agli esperimenti. Ma nello stesso tempo il Presidente Americano aveva dato l'ordine che il cordone sanitario al suo ordine si tenesse pronto ad arretrare di altri cento chilometri quando sarebbe stato il momento. Si sapeva che niente e nessuno avrebbe potuto trattenere una massa impazzita in fuga, pochi tra i soldati avrebbero avuto il coraggio di aprire il fuoco sulla massa di disperati. E allora si era pensato di agire in maniera completamente diversa e più drastica: ogni qual volta si fosse individuato un gruppo di profughi in fuga e si parlava di migliaia di persone al colpo, i soldati avrebbero dovuto allontanarsi e riunirsi in una zona di sicurezza senza interferire per nulla. Subito dopo una prima bomba al neutrone sarebbe stata fatta esplodere sulle teste dei disgraziati in fuga........nessun calore che avrebbe diffuso ancora di più il male, nessuna rovina.....solo morti su morti accatastati uno sull'altro! E così via ad ogni tentativo di fuga.......ecco la terribile soluzione a cui il Presidente americano aveva accennato a quello Indiano. Ma si trattava solo di una soluzione drastica e non crudele come poteva apparire..........chi fuggiva era di sicuro malato o infetto......e sarebbe morto comunque trascinando però con se migliaia di altri innocenti. Se non si trovava al più presto una cura tutti gli abitanti di Nuova Dely......erano comunque condannati.

PRIMI ESPERIMENTI E.....PRIME STRAGI.

I primi esperimenti tentati dai microbiologi americani, erano stati quelli che tendevano a sostituire completamente o parzialmente il sangue di un soggetto infetto con quello dei tedeschi immuni......Poi si era incominciato sostituendo ad un infetto tutto il sangue con quello immune, ad un altro solo metà del sangue e ad un altro ancora solo un quarto. Poi si era atteso. Il giorno seguente i primi sintomi erano apparsi in tutti soggetti infetti, compresi i due a cui si era sostituito parzialmente il sangue e allora a tre di quelli che non avevano ricevuto ancora nulla, era stato sostituito tutto il sangue con quello immune. Ma non c’era stato nulla da fare……tutti erano morti tra immani sofferenze. Solo l'unico infetto a cui era stato preventivamente sostituito tutto il sangue, prima che i sintomi della malattia apparissero evidenti, stava bene. Dopo meno di una settimana solo lui era ancora in perfetta salute, mentre tutti gli altri erano morti nella stessa identica maniera......tra atroci dolori. Era dunque perfettamente evidente che il sangue di una persona immunizzata poteva si, salvare una che non avesse ancora i sintomi conclamati della malattia, a patto che assolutamente tutto il suo sangue venisse sostituito con altro che fosse invece immune. Per chi fosse già ammalato allo stato attuale della ricerca non c'era invece alcuna speranza di salvezza. La scoperta era in se clamorosa ma in realtà conduceva a poco.........infatti non era assolutamente possibile sostituire completamente il sangue a tutta la popolazione mondiale! Era necessario cercare un' altra via, riuscire cioè a sintetizzare, a sperimentare e solo poi a produrre quello che distruggeva il virus immunizzando di fatto chi era sano o non mostrava ancora palesemente i sintomi della malattia. Ma il tempo a disposizione era sempre meno. Anche un altro fatto importantissimo era stato fortunatamente appurato: uno dei ricercatori indiani, eseguendo una serie di esperimenti a campione per vedere le situazioni in cui il virus risultasse più o meno attivo, si era reso conto che il piccolo Killer moriva se veniva a trovarsi in concentrazioni molto alte di acqua come il mare i laghi o i fiumi. Resisteva benissimo alla pioggia anche la più violenta ma se si trovava letteralmente immerso in metri di acqua......semplicemente si scindeva in componenti assolutamente inoffensivi. A Dely intanto, i malati erano aumentati in modo esponenziale e gli ospedali erano paralizzati sia per il numero enorme di ricoverati, sia per la precoce morte di tutti i medici ed del personale ospedaliero esposto al contagio. La gente impazzita, nonostante i “media” avessero ripetutamente affermato che la situazione era tale in tutta la Nazione, cercava ugualmente di fuggire nelle campagne e veniva di conseguenza esposta periodicamente agli effetti devastanti delle bombe al neutrone che continuavano a venire sganciate ogni volta che una alta concentrazione di cittadini cercava la fuga all'esterno del perimetro della capitale. In questa maniera il cordone sanitario teneva ancora ma una sorda rabbia incominciava a montare nei militari indiani che non conoscevano bene la situazione e la verità e vedevano sterminare tanti loro fratelli. C'era il reale pericolo che si potessero ribellare e creare così altri drammatici problemi. Il Presidente americano allora fu costretto a ricontattare il collega indiano ad esporgli quanto aveva in mente di fare la sera stessa: ”Caro Collega, la voglio aggiornare sui progressi che i nostri microbiologi assieme ai vostri stanno indubbiamente compiendo. Prima di tutto si è provato che la sostituzione di tutto il sangue di un infetto che non si sia però ancora ammalato, con quello di uno immunizzato dal vaccino scaricato nell'aria in Germania, gli salva la vita immunizzandolo di fatto. Ma questo è l'unico modo che abbiamo per adesso a disposizione per salvare un infetto e oltre a non perdermi in inutili particolari, sottolineo ovviamente quanto pochi possano essere gli esseri umani salvati con questo drastico sistema. Lei ovviamente capirà quali siano le implicazioni e le enormi, anzi insormontabili difficoltà che sorgono per agire in questa maniera. Ma ci stiamo lavorando, stiamo cercando come pazzi il modo per isolare l'agente immunizzante che distrugge il virus. Ma il brutto è che ci vuole tempo, troppo tempo per poter solo pensare di salvare chiunque si trova in città. Per cui la metto al corrente di due fatti importantissimi che lei deve assolutamente conoscere. Primo la avverto che sono sul punto di lanciare delle bombe al neutrone di inusitata potenza nel perimetro stesso del centro abitato della vostra capitale, allo scopo di eliminare qualsiasi forma di vita umana e animale si trovi al suo interno. Le ripeto che quello che può sembrare una inusitata crudeltà non è invece altro che un atto di clemenza, atto che nel volgere di pochi secondi può dare la morte al posto di quella “regalata” dalla malattia in più giorni di straziante agonia. Le ripeto per l'ennesima volta che per gli abitanti di Nuova Dely non esiste assolutamente alcuna speranza di salvezza, tranne che per una piccolissima percentuale della popolazione che potrebbe risultare naturalmente immune al virus, come accade in tutte le pandemie. E qui arriviamo al secondo punto.........prima di sganciare le bombe intendo mandare in città una squadra alla ricerca di almeno una persona che risulti appunto immune al male e portarla via al più presto. Questo non per salvare una singola vita umana me per riuscire a studiare il perchè della sua resistenza al virus. Per finire.....la buona notizia: Una volta assicuratici che la vita umana sarà scomparsa da Dely, in teoria la sua martoriata Nazione dovrebbe essere al riparo, come il resto del mondo, dall'insidia del contagio. Resterà solo il problema di evitare che nessuno si avvicini mai al suo perimetro, che nessun uccello si alzi mai dalle sue rovine, che nemmeno un insetto o un altro animale fuoriesca da quel gigantesco cimitero almeno fino a quando non riusciremo a trovare un vaccino o una cura. Siamo fortunati perchè abbiamo visto che il virus in forti concentrazioni di acqua come i fiumi muore, anche se la pioggia più intensa non basta ad ucciderlo. Dobbiamo tenere duro e impedire che nessun altro rimanga contaminato al di fuori del perimetro cittadino”” Non so, non so proprio cosa risponderle Presidente.......sono furibondo con lei, con Dio che ha permesso tutto ciò e con il mondo intero che non è riuscito ad impedire tutto questo scempio........ma non posso che acconsentire anche se a malincuore. Distruggere in un attimo milioni di miei concittadini assolutamente innocenti e inconsapevoli di tutto, padri di famiglia, vecchi, donne.....BAMBINI! E?....MOSTRUOSO, non crede! E in tutto il mondo noi siamo gli unici a pagare questa follia!”

LA MISSIONE DEI MARINES.

Gli unici contatti con una autorità costituita o con qualcosa che le potesse assomigliare in città, erano tenuti dal dottor Kebir che lavorava nel più grande ospedale di Dely. Fino dal primo manifestarsi della pandemia aveva lavorato indefessamente, vedendo morire accanto a se medici collaboratori e pazienti. Alla fine era rimasto solo a lavorare assieme alla madre di un bambino che era stata la prima vittima con cui aveva avuto a che fare. La ragazza come era capitato a Kebir, non si era mai ammalata rientrando evidentemente, come il medico indiano, nella ristrettissima cerchia dei pochi fortunati immuni geneticamente al male. Il medico oltre che assistere in continuazione la marea di malati che continuavano ad essere portati in ospedale si teneva difatti in contatto con il sindaco e con le autorità di polizia che ancora riuscivano ad operare. Ma dieci giorni dopo l'inizio della malattia, aveva dovuto rinunciare a......tutto. In ospedale era rimasto solo con la ragazza, senza più medicine ne collaboratori e con migliaia di malati accatastati ovunque tra i morti che nessuno rimuoveva più, per cui non poteva fare assolutamente nulla. Alla fine si era dovuto rassegnare e aveva con Marie lasciato l'ospedale e si era rifugiato nella caserma deserta dei vigili del fuoco più vicina all'ospedale e da li con la ricetrasmittente teneva i contatti con l'esterno e raccontava al mondo gli orrori a cui assistiva in continuazione. Lui non conosceva l'origine del male che aveva colpito la sua città ne il modo in cui si diffondeva ma aveva potuto constatare in prima persona quanto fosse terribile e soprattutto senza via di uscita la situazione in cui tutti loro in città si erano venuti a trovare. Aveva allora richiesto al suo governo di porre fine a tutto questo scempio il più presto possibile con un ordigno nucleare che facesse cessare in un attimo le sofferenze di tutti........non c'era altro da fare, tutti nel giro di un mese al massimo sarebbero morti tra atroci dolori. Certo........c'erano pochi esseri umani immuni come lui e Marie ma che si sarebbe arrischiato a farli uscire con il pericolo che fossero portatori sani della malattia? Era meglio per tutti farla finita, una volta per tutte. Ma una sera, mentre si trovava alla radio per raccontare all’esterno del perimetro di quarantena quanto si svolgeva nella sua città impazzita, Kebir venne messo in comunicazione con il Primo Ministro del suo paese che gli disse con tono accorato:” Dottor Kebir, mi ascolti bene per favore. Lei non è certamente al corrente che l'ordine di distruggere Dely è già stato dato, come lei tra l'altro ci ha ripetutamente consigliato di fare.........ma la città non sarà “veramente” distrutta ma solo i suoi abitanti. Il calore prodotto da una deflagrazione nucleare, non ovviamente quello sviluppato al centro dell'esplosione ma quello che decresce mano a mano che ci si allontana da essa, non farebbe altro che diffondere il virus sempre più lontano, contaminando inevitabilmente altre zone. Per cui una esplosione di tale genere è stata ovviamente scartata e si è pensato di fare come già è stato fatto in periferia, per evitare la fuga dei malati e dei contaminati. Useremo alcune potentissime bombe al neutrone fornite dagli Americani........la città non subirà che limitati danni collaterali mentre la popolazione ancora in vita morirà in un attimo.......tutta! Ma un sopravvissuto, per forza di cose, ci sarà egualmente.......LEI! Infatti domani mattina un mezzo corazzato americano verrà a prenderla esattamente li dove lei adesso si trova. Lei accederà al mezzo corazzato dalla parte posteriore dove è stata posta una “camera stagna” e verrà portato qui da noi dove rimarrà confinato nel laboratorio dove è richiesta urgentemente la sua presenza per riuscire a comprendere il perchè della sua immunità. Lo so dottore, non mi interrompa la prego.....so che non è solo e la autorizzo a portare con lei anche la signorina Marie. Questo è quanto.........non portate con voi per favore nulla che non sia quello che indossate, tanto anche quello al vostro arrivo verrà bruciato. Buona fortuna e se Dio lo vorrà ci “vedremo” domani”.
La spedizione intanto veniva preparata nei minimi particolari. Un AV7 dell'esercito americano era stato dotato nella sua parte posteriore di una specie di scatola ermetica collegata a delle bombole di aria che ne garantivano per un certo tempo la sopravvivenza all'interno. L'equipaggio in questa occasione era costituito di un capocarro pilota, di un secondo pilota e di due mitraglieri. Nessuno di loro per alcun motivo avrebbe dovuto accedere all'esterno, si sarebbero dovuti limitare a portare il mezzo a destinazione, ad imbarcare Kebir e Marie e.......a tornare il più presto possibile alla base. Sapevano benissimo a cosa stavano andando incontro, sapevano che sarebbero stati circondati dalla popolazione ancora in grado di farlo ansiosa si essere salvata, sapevano che per farsi strada, avrebbero quasi certamente dovuto sparare! Alle quattro del mattino seguente il mezzo anfibio si era avviato verso la periferia di Dely seguendo all'inizio la grande autostrada costruita pochi anni prima della catastrofe, Se all'inizio la strada era relativamente libera e l'AV7 poteva tenere una apprezzabile velocità di crociera,molto presto il Capitano Wilson aveva dovuto ridurre drasticamente ridurla, prendendo a spintoni le macchine che ingombravano sempre di più le due corsie di marcia. Alla fine era stato costretto a uscire dalla tangenziale e a percorrere le strade cittadine. Lo spettacolo che si era presentato in periferia era da inferno dantesco: cumuli di cadaveri accatastati erano presenti ovunque, rimasti li dove le mortali radiazioni sprigionate dalle bombe al neutrone li avevano uccisi nel giro di pochi atroci minuti. Più avanti invece si erano trovati di fronte i pochi che erano morti in strada per la malattia ma pareva che la gran parte della popolazione avesse preferito la morte nell'intimità delle loro casa. La città sostanzialmente era ancora in piedi ma il caos vi regnava sovrano: incendi incontrollati un po' dappertutto, tubature sventrate che vomitavano acqua, cadaveri ovunque, auto e mezzi pubblici abbandonati in mezzo alla strada. Ma il peggio era accaduto quando il rumore del mezzo corazzato aveva fatto uscire dai palazzi una torma di gente convinta che i tanto agognati soccorsi, promessi dai media per tenere calma la popolazione, fossero finalmente arrivati. La gente come impazzita minacciava di arrampicarsi su per i cingoli per cercare di aprire le botole che conducevano all'interno del veicolo e Wilson era stato allora costretto ad accelerare gettando a terra chi si era azzardato a tentare tale impresa disperata........ma non era bastato, in fondo alla strada una torma impazzita aveva eretto una barricata con degli autobus capovolti e dalla sua sommità era adesso chissà da dove, spuntato un lanciarazzi filo guidato. Il Sergente Martin, primo mitragliere su ordine di Wilson aveva allora incominciato a tempestare la barricata con continue raffiche di una delle mitragliatrici di bordo e l'AV7 si era contemporaneamente lanciato come un ariete contro la barricata. Il colpo violentissimo aveva fatto in modo di spostare l'ammasso di metallo e di farsi strada, ma i cingoli e l'urto avevano “macinato” decine di disperati. Poi, fortunatamente il carro aveva proseguito oltre trovando finalmente la strada completamente sgombra e abbandonando almeno per il momento tutto quell'orrore. Alla fine i Marines erano giunti a destinazione, avevano aperto il portellone posteriore, avevano imbarcato il medico e la sua compagna che aspettavano in trepida attesa e si erano immediatamente diretti verso l'uscita della città. Questa volta non avevano trovato alcuna opposizione, evidentemente i disperati avevano rinunciato ad avvicinarsi avendo compreso benissimo che il mezzo anfibio non era certamente li per portare loro aiuto. Quando l'AV7 si era posto al sicuro rientrando nella zona sicura...........le bombe al neutrone avevano posto fine alle terribili sofferenze di tutta quella povera gente.

LE PRIME CONCLUSIONI.

La videoconferenza tra i Capi di Stato, l'ennesima di quel periodo maledetto era iniziata. Il Presidente americano Pinot aveva preso per primo la parola e aveva detto:” Presidente Burdany, mi rivolgo prima di tutto a lei, perchè è il suo popolo che ha dovuto sopportare totalmente il peso della follia di un uomo. Fortunatamente quello che doveva succedere in Israele siamo riusciti ad evitarlo e questo, oltre al sacrificio di milioni di indiani ha permesso che la minaccia che avrebbe dovuto essere globale sia stata limitata ad alcuni milioni di disgraziati esseri umani. Si tratta di una grande vittoria e nello stesso tempo di una amarissima e tragica sconfitta. Il pericolo dovrebbe e dico dovrebbe e NON ancora E'....essere stato allontanato se non ancora eliminato. I laboratori di tutto il mondo hanno ricevuto campioni del virus che ha minacciato di scatenare l'olocausto globale e stanno studiando il modo di ottenere un agente immunizzante per tutta la popolazione che potrebbe ancora essere esposta. Abbiamo il virus, abbiamo due soggetti ritenuti immuni, abbiamo il sangue dei tedeschi che sono quasi tutti stati esposti all'agente immunizzante nebulizzato nell'aria. É solo questione di tempo e la soluzione al disastro ancora incombente sarà certamente trovata. Adesso è assolutamente necessario e fondamentale mantenere l'isolamento di Nuova Dely.........Nessuno, ASSOLUTAMENTE NIENTE E NESSUNO, dovrà avvicinarsi alle sue rovine altamente infette. Solo quando tutti saranno stati immunizzati si potrà scegliere se distruggerla completamente con un inferno di napalm o di bonificarla dando degna sepoltura alle sue vittime e ricostruendola. Ma questa decisione spetterà all'India stessa, al suo popolo che tanto ha fino a questo momento sofferto. Adesso posso finalmente dire, dopo tanti anni che la Seconda Guerra Mondiale è veramente finita e che Hitler può veramente e finalmente essere dimenticato!”

LA VERA CONCLUSIONE DI TUTTO...........

Dieci anni dopo, il ricordo di quanto era avvenuto era ancora ben presente in tutto il mondo. Subito dopo la conclusione della crisi, l’intera umanità era stata messa al corrente di quanto era accaduto. Nuova Dely era stata bonificata e ricostruita nelle sue distruzioni con massicci aiuti economici forniti da tutte le nazioni del pianeta. Anche l’insieme dei virus Killer erano stati dopo otto mesi isolati e dopo due anni un vaccino era stato preparato, prodotto e tenuto di scorta per prevenire qualsiasi altra emergenza. Frantz e la compagna erano tornati a Berlino ed erano stati messi a capo, come curatori , del museo che il castello sotterraneo era diventato per volontà un po’ di tutti, affinchè rimanesse come eterno monito a quanto potesse arrivare la follia e la crudeltà dell’uomo. Il corpo mummificato del Fuhrer venne invece posto in una teca di cristallo ed esposto permanentemente davanti al forno crematorio di Matausen, proprio li dove per suo ordine milioni di ebrei avevano perso la vita in modo tanto atroce. Tutto era finito…….milioni di innocenti avevano perso la vita ma alla fine il piano diabolico era stato sventato. Ma qualcuno non era per nulla soddisfatto. Quello che era stato preparato con tanta cura non aveva sortito l’effetto sperato e solo un pugno di esseri umani avevano sofferto quanto era stato preparato per quasi tutta l’umanità. Ma c’era ancora un po’ di tempo…….un giovane Colonnello li in Corea del Nord stava sgomitando per ottenere quello che …..non poteva. Da solo non avrebbe potuto provocare danni rilevanti ma se qualcuno lo avesse potuto aiutare…..chissà, forse sarebbe stata la volta buona per ottenere finalmente l’effetto sperato, trascinare cioè con se nell’abisso del non Dio tutto il genere umano. Satana era li dall’inizio del mondo ed era pronto a ricominciare, sapeva che il tempo a sua disposizione era sempre meno……..il giudizio finale di quel Dio che lui aveva rinnegato si avvicinava inesorabile sempre di più ma lui sperava che quando il momento sarebbe purtroppo giunto, milioni di esseri umani lo avrebbero seguito nel baratro di un inferno senza fine, per tutta l’eternità.




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