giovedì 2 giugno 2011

Maria

INTRODUZIONE: Il tempo era venuto…..il compimento dell’opera iniziata con la Creazione era finalmente sul punto di verificarsi. Ora finalmente, anche questa incredibile razza intelligente, tanto ricca in se di contraddizioni, che spaziavano dall’amore più sublime all’odio più feroce e più cieco, era finalmente “pronta” per il salto di qualità per la quale era stata creata all'inizio dei tempi. Adesso, grazie all'amore infinito del Creatore, il momento tanto atteso era finalmente giunto, il momento in cui il male avrebbe finalmente cessato di esistere e di tormentare coloro che erano i “giusti”, il momento in cui il male sarebbe…..semplicemente scomparso assieme a tutti coloro che lo avevano scelto come unica ed appagante ragione di vita. Non ci sarebbe stato alcun inferno per i malvagi…..non ci sarebbe stata alcuna vendetta……nessun perenne lago di fuoco, solo per un ultimo ma lunghissimo momento, sarebbe per l'ultima volta stata presente la netta ed irrevocabile consapevolezza che dopo l’ultimo attimo fuggente della vita….NON CI SAREBBE STATO ASSOLUTAMENTE NULLA….SOLO IL DEFINITIVO E TOTALE ANNIENTAMENTO….LA TANTA TEMUTA NON ESISTENZA….LA VERA MORTE PERPETUA E DEFINITIVA…LA SCOMPARSA COMPLETA DEL PROPRIO IO E DELLA PROPRIA IDENTITA’ DI ESSERE VIVENTE E SENZIENTE.

CAPITOLO PRIMO:

Tutto aveva avuto inizio in Palestina all’epoca del dominio Romano: una fanciulla, a cui sarebbe stato imposto il nome di Maria, era venuta al mondo, in un mattino illuminato da un sole meraviglioso, presso la cittadina di Nazaret, una piccola località della Galilea. La sua era una delle tante famiglie di pastori, ma fino dalla prima età della ragione, la giovane intuiva vagamente in cuor suo, di essere destinata a un qualche cosa di non ben definito, ma di certo…..meraviglioso. Questi pensieri le venivano alla mente di solito la notte, tra un sogno e l’altro e, pur non spaventandola per nulla, le davano invece molto da pensare. A volte durante il giorno, la bimba si trovava a pregare quel Dio misterioso e potente dei suoi padri ma, a differenza delle sue coetanee non era per nulla spaventata dalle storie che sentiva, tramandate di padre in figlio, di un Dio si, buono e giusto…. ma nello stesso tempo estremamente severo e talvolta vendicativo. Le sue preghiere non erano indirizzate per chiedere pietà, non erano mai permeate da quel vago sentimento di paura per quell’Essere tanto più grande di lei, paura che invece provavano le sue sorelle......ma piuttosto, il suo mettersi in comunicazione con Dio, era tutto un continuo e misterioso scambio di infinita dolcezza e fiducia. Come tutte le bimbe della sua età, Maria conduceva una esistenza di assiduo lavoro, dedita completamente alla vita della sua famiglia, ma per lei, rispettare la legge dei Profeti e i dieci comandamenti, non era “pesante” come per le sue coetanee…..la preghiera e l’amore rivolti a verso quel Dio Misterioso ma così vicino, che a volte sembrava quasi volerle parlare, le venivano da sempre naturali e spesso, verso i quattordici anni, si era trovata nel bel mezzo della notte, come totalmente “immersa” in quello che sembrava un particolarissimo e meraviglioso connubio della sua mente con quella del Creatore. Si trattava di attimi meravigliosi, di estasi incredibile, in cui paura e stanchezza svanivano totalmente, per lasciare al loro posto solo un grande benessere fisico e una immensa felicità. A ciò che le capitava in quei magici attimi, Lei non sapeva dare delle risposte e, in verità nemmeno aveva pensato di cercarle, sicura che quanto le stava accadendo era orchestrato da Chi di solito non è avvezzo a dare spiegazioni. Quanto accadeva aveva certamente uno scopo ben preciso e tutto a suo tempo, avrebbe avuto senza dubbio una adeguata risposta.
A sedici anni era stata come di usava in quei tempi,“promessa in sposa” ad un bravo giovane di nome Giuseppe, uomo di grande bontà che, ne era sicura, avrebbe fatto di tutto per renderla felice. Non era un’epoca quella che potesse dare ai giovani aspettative particolari, soprattutto a quelli che non avevano dalla loro parte adeguati mezzi di sostentamento; Giuseppe faceva il falegname e, a parte il “pane quotidiano”, non sarebbe certo stato in grado di garantire alla futura sposa una vita di agi e lussi…..ma a Lei questo non importava affatto, bastandole di avere l’amore di un uomo di buoni sentimenti con cui dividere le inevitabili e innumerevoli avversità della vita. I suoi genitori spesso guardavano la loro figlia con occhi rapiti….Maria appariva completamente diversa dai suoi fratelli e sorelle……sempre dolce, mai capricciosa, estremamente pulita e curata nel vestirsi, dava sempre l’impressione di essere ricoperta da una veste nuova invece che da quei quattro stracci che indossava abitualmente. Sua madre, soprattutto ora che Maria era cresciuta, la trovava sempre più spesso inginocchiata a pregare e, in quei momenti, sembrava quasi che da lei emanasse una specie di “aura” vagamente luminosa. La mamma non era in grado di capire che cosa stessa accadendo a sua figlia, posto che veramente lei avesse veramente visto quella specie di vaga luminescenza o, se molto più probabilmente, se la fosse solo immaginata. Comunque a sedici anni la Giovane una sera, rimasta sola in casa, mentre stava come al solito immersa nel fervore delle sue preghiere, ad un tratto vide davanti a lei come “materializzarsi” dal nulla, uno strano meraviglioso Essere avvolto da una luce celestiale: i contorni del viso e del corpo apparivano come sfumati ed indistinti ma emanavano ugualmente una grande forza, determinazione e saggezza….il tutto unito ad una grande sensazione di serenità e di dolcezza. Maria era si sbalordita….ma non si era spaventata per nulla: sentiva nettamente nel suo intimo, di essere arrivata finalmente a quella svolta della sua vita, svolta che intuiva da sempre….essere stata proprio li dietro l’angolo.

CAPITOLO SECONDO:

L’Arcangelo Gabriele, perché di lui si trattava, si inginocchiò davanti alla giovane, tranquilla ma nello stesso tempo sbalordita e Le disse:”Ti saluto o Maria….saluto Te che sei ricolma di Grazia. Sappi che il Signore Dio Tuo è con Te. Tu sei benedetta fra tutte le donne. Sappi che concepirai un figlio…..lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù: Lui sarà grande e sarà chiamato “Figlio dell’Altissimo” perché lo sarà davvero, come sarà destinato a regnare sul mondo, assiso alla destra del Padre Celeste….e il Suo Regno non avrà più fine!”Maria era si sbalordita per quanto Le era appena stato comunicato da quella eterea creatura ma, in un certo senso, era inconsapevolmente già preparata da tempo ad un qualche cosa di straordinario….lo sapeva da sempre, lo aveva atteso e adesso, che il momento era arrivato, sapeva cosa rispondere e disse con voce ferma, nonostante l’immensa emozione che la pervadeva:” Non so come questo possa avvenire in me perché mai io ho conosciuto uomo…..ma io sono qui, sono la Serva del Signore….avvenga in me quello che tu hai detto”.L’Angelo prima di andarsene Le disse ancora:”Non ti preoccupare Maria… non devi temere nulla......lo Spirito Santo scenderà sopra di Te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la Sua ombra, perciò Colui che nascerà sarà chiamato Santo e Figlio di Dio”.

CAPITOLO TERZO:

Giuseppe non riusciva proprio a capire……amava da sempre quella dolcissima Creatura che lui fino a quel momento aveva ritenuto una ragazza unica nel suo genere. Giuseppe era giovane e innamorato e l’aveva, pur essendo già da tempo fidanzati, sempre rispettata intuendo che ciò era quello che Lei desiderava. E adesso, veniva di punto in bianco a scoprire che la sua amata…..era rimasta incredibilmente incinta. Lei stessa glielo aveva confessato e non con il capo chino e la voce incerta di una peccatrice, non tra le lacrime o con il viso basso e rosso dalla vergogna come Giuseppe si sarebbe aspettato che sarebbe stato logico che fosse accaduto, ma con voce ferma e con la pronuncia di una semplice frase detta quasi sorridendo:” Giuseppe…..mio futuro sposo: un grande miracolo è avvenuto in me. Lo Spirito dell’Altissimo ha compiuto in me, sua umile serva, un grande meraviglioso prodigio…..dentro di me c’è ora una vita, un bimbo destinato a rivoluzionare il mondo intero ed a riconciliare per sempre Dio con il suo popolo.” Ma Giuseppe, senza una parola, se ne era andato a capo chino e con la faccia scura…..non capiva ed effettivamente non era in grado di comprendere la grandezza di quanto era avvenuto. Il giovane, tutto chiuso in se stesso, si sentiva tradito da Colei che amava più di tutti al mondo….. sentiva per ora solo rabbia e delusione….amava profondamente la sua Maria ma nello stesso tempo si sentiva da Lei tradito. Giuseppe però era un uomo buono, anche se era ovviamente “figlio del suo tempo” e dentro di se aveva preso una decisione drastica ed inevitabile……non poteva e non voleva più continuare a tenere Maria con se come sua sposa……non si sarebbe più ovviamente potuto parlare di matrimonio….ma avrebbe cercato di non far nascere nello stesso tempo nessuno scandalo che avrebbe potuto ulteriormente compromettere il buon nome di Maria. Giuseppe avrebbe semplicemente lasciato andare le cose per il loro verso, si sarebbe limitato a rinunciare a Lei ripudiandola in segreto andandosene per sempre e per lui tutto sarebbe finito li. La sera il giovane era tuttavia andato a dormire con la testa ancora“piena di nebbia” ma stranamente era subito piombato in un sonno insolitamente rapido e profondo. I sogni si accavalcavano nella testa di Giuseppe come cirri che si muovono impetuosi in un cielo in tempesta, sogni in cui rabbia, dolore e delusione si alternavano e si mescolavano di continuo facendolo rigirare in continuazione nel giaciglio in cui il giovane cercava inutilmente un po’ di pace e di sollievo. Ma all’improvviso, come un raggio di sole vividissimo che sbuca dal cielo perforando la bruma più densa, ecco una luce meravigliosa apparire dl nulla ed un grande senso di pace e di appagamento avvolgere la mente di Giuseppe: ecco apparire circondato da tanto fulgore, il medesimo Angelo che era comparso in precedenza a Maria………ecco la sua voce nello stesso tempo melodiosa e rassicurante parlare al ragazzo addormentato:” Non temere Giuseppe…..non avere timore di prendere Maria come tua sposa……tutto quanto è accaduto e dovrà ancora accadere è opera di quel Dio che ha creato tutto quanto esiste. Non avere alcun timore per quanto dovrà accadere e per quanto dovrai affrontare in futuro. Ricorda solo che tutto quanto succederà d’ora in poi è già stato scritto e predetto dai Profeti e che tu, nel compito che ti è stato affidato dall’Altissimo, non sarai mai solo. Abbi fiducia nel Dio potente e misericordioso dei tuoi padri e non temere alcun male!” Giuseppe all’improvviso si era ritrovato seduto sul giaciglio completamente sveglio……l’ambiente attorno a lui era ancora pervaso in parte da quella luminescenza meravigliosa che gli ricordava che quanto era appena accaduto era in realtà sicuramente molto più di un comunissimo se pur straordinario sogno……ora il giovane si sentiva incredibilmente forte, ogni parvenza di rabbia e di dolorosa delusione era svanita come d’incanto e il suo cuore era ricolmo di gratitudine per il grande dono che Dio aveva voluto fargli. Anche per Maria ogni risentimento era completamente svanito……il suo amore per lei era tornato anche se completamente cambiato, come erano e sarebbero cambiati completamente, sia la sua vita, che tutto il modo di concepire l’amore che portava per lei. Ora, lui povero falegname ignorante, poteva incredibilmente intravedere parte del disegno che Dio aveva disegnato per tutta l’umanità……e si trattava di un disegno grandioso che lui avrebbe dovuto contribuire con la sua devozione al Creatore, a far realizzare negli anni a venire.

CAPITOLO QUARTO:

Dopo il matrimonio, la nuova giovane coppia aveva intrapreso la dura vita di tutti i giorni, cosa comune a tutti i giovani di quei tempi. Giuseppe viveva del suo lavoro e Maria gli era sempre accanto aiutandolo per quanto possibile, portando avanti i lavori domestici. La nuova vita che era stata concepita in Lei cresceva intanto dandole una incredibile sensazione di gioia e di completezza. La giovane donna sapeva benissimo che quello che portava in grembo, non sarebbe stato un bambino come tutti gli altri…….lo sentiva si suo ma, nello stesso tempo, intuiva che in verità ben poco e solo per un tempo limitato, le sarebbe appartenuto completamente e che ben presto dopo la nascita, Gesù si sarebbe fatalmente allontanato da Lei, non perché fosse in qualche modo un po’ meno Suo figlio…..ma perché il venire al mondo per Lui sarebbe stato solo il primo atto di una vita non certo dedita alla propria famiglia, ma bensì a tutti gli esseri umani del mondo. Una sera i due sposi stavano recandosi al mercato per acquistare quel poco di cui avevano bisogno, quando si imbatterono in una madre disperata che reggeva piangendo tra le braccia, la sua bimba di pochi anni: La piccola era caduta in mezzo alla strada ed era stata calpestata a morte da un cavallo imbizzarrito che tirava il suo carro. Era una bimba bellissima, con i folti capelli riccioluti che le ricadevano sul volto esanime…..la mamma era disperata ma vedendo Maria che si avvicinava per cercare di consolarla, fissò senza volerlo, quasi attratta da una forza soprannaturale ed invisibile, il ventre prominente della giovane ed ebbe come un sussulto inconsulto smettendo all’improvviso di piangere: era come se inconsapevolmente facesse una muta e disperata richiesta a quel qualcosa di cui non conosceva nemmeno l’esistenza….era come se sapesse inconsciamente che quel qualcosa che stava crescendo nel ventre di Maria, potesse in qualche modo aiutarla. Maria aveva colto in qualche modo la muta richiesta di aiuto della giovane mamma e sconvolta pure Lei dalla morte della bambina, si era rivolta a quel bimbo che cresceva dentro dei Lei:” Gesù…..figlio mio e Mio Signore…..vedi la sofferenza di questa donna. Tu sei solo un bimbo che deve ancora venire al mondo, ma il Tuo spirito è già vivo e grande dentro di me. Tu che sei tutto e puoi tutto, Tu nella Tua infinita grandezza rivolgi se puoi i tuoi occhi misericordiosi verso il dolore di questa donna e aiutala .”
Ad un certo momento Maria colse dentro di se una grande sensazione di gioia, appagamento e completezza…..di colpo sapeva che la sua richiesta era stata accolta e, giratasi lentamente verso la povera donna in lacrime, potè cogliere l’attimo meraviglioso in cui la bimba stava riaprendo gli occhi alla vita. La donna non sapeva credere ai suoi occhi….la sua piccola adesso le sorrideva quietamente tra le braccia, mentre le terribili ferite che le deturpavano fino ad un attimo prima il corpicino, erano d’incanto sparite. Attorno a lei non c’era nessuno….anche Maria ora si era lestamente allontanata per non essere coinvolta nelle evidenti manifestazioni di gioia della giovane mamma al colmo della felicità per quella resurrezione che aveva del miracoloso. Giuseppe anzi, che aveva intuito in gran parte quanto era accaduto, aveva quasi trascinato via la sua sposa…..dentro di se il giovane sapeva benissimo che in quel momento nulla doveva ancora trapelare di quanto di meraviglioso Maria portava dentro di se. Maria aveva in quel momento compiuto la prima opera di misericordia come “Mamma del Cielo” la prima di quella che sarebbe in seguito diventata una serie infinita che continua ancora oggi ai giorni nostri. In quello stesso momento la Giovane aveva anche compreso dentro di se, che in futuro era destinata a perdere in modo atroce quel meraviglioso figlio che portava dentro di se, ma che nello stesso tempo avrebbe acquistato la “maternità” di tutti gli esseri viventi della terra: un po’ alla volta infatti, lo Spirito di Dio la stava preparando trasformandola di giorno in giorno, a quel compito meraviglioso cui era destinata per l’eternità.

CAPITOLO QUINTO.

Negli appartamenti a lui riservati, nel cuore della Città Del Vaticano, il vecchio Papa aveva per l'ennesima volta aperto il manoscritto e riletto avidamente quanto l'umile suora gli aveva consegnato prima di morire. Si trattava del seguito, di cui nessuno era a conoscenza, del terzo segreto di Fatima. Nessuno, nemmeno lui, aveva mai aperto il plico sigillato dalla cera lacca rossa....quanto il manoscritto conteneva non doveva infatti essere letto prima di un dato momento....e il momento era effettivamente giunto proprio in quel giorno. Nessuno era a conoscenza di questo ulteriore segreto, del quale una suora che un giorno era stata un'umile pastorella, era stata messa a parte dalla Vergine Maria. Il Papa era trepidante nell'aprire il plico, se non fosse stato sorretto dalla sua fede incrollabile, sarebbe stato certamente terrorizzato. Era tutto il giorno che rimandava quel momento.....fosse stato per lui, nonostante la curiosità che lo divorava, avrebbe riposto ben volentieri quel plico nel profondo della Biblioteca Vaticana e avrebbe demandato al suo successore l'onere di svelare il mistero che quei fogli contenevano. Cosa fosse li dentro contenuto il Papa intuiva che doveva essere di una importanza enorme non solo per la Cristianità ma per tutto il genere umano....e aveva ragione da vendere! Le vecchie mani tremanti presero alla fine in mano la grossa lettera ingiallita dal tempo......l'uomo era completamente solo nel suo studio e aveva rimandato e cancellato fino al giorno seguente ogni impegno preso in precedenza. Il sigillo di ceralacca si sbriciolò senza fatica e l'apertura della busta rivelò al suo interno solo la inquietante presenza di solo un foglio di carta bianca scritto con una calligrafia dall'aspetto incerto e insicuro ma nello stesso tempo con dei caratteri di grandissima chiarezza. Il manoscritto cominciava così:” Dopo avermi messo a parte delle tre profezie, la Signora mi ha fatto una quarta “confidenza”.....senza dubbio la più importante di tutte. Ecco testualmente quanto mi è stato detto”:”ALL'INIZIO DEL VENTUNESIMO SECOLO, LA SORTE DELL'UMANITA' VERRA' IRREVOCABILMENTE DECISA. SARA' LO STESSO GENERE UMANO A DECIDERE DEL SUO DESTINO. L'UOMO ALL'INIZIO DEI TEMPI, CON IL PECCATO ORIGINALE, HA VOLUTO STACCARSI DAL CREATORE PER POTER DECIDERE AUTONOMAMENTE DEL SUO DESTINO E QUESTA E' STATA FIN DALL'INIZIO LA SUA PIU' GRANDE ROVINA. L'UOMO NON E' IN GRADO DI FARE QUALSIASI COSA SENZA LA COSTANTE E AMOREVOLE PRESENZA DI DIO.....L'UOMO NON E' STATO CREATO PER VIVERE E DECIDERE AUTONOMAMENTE DELLA SUA VITA E DI QUELLA DEGLI ALTRI SENZA L'OMBRA PROTETTIVA DEL CEATORE. I RISULTATI DI QUESTA SCELTA SCIAGURATA SI SONO VISTI E SI VEDONO TUTT'ORA. MA ADESSO E' VENUTO IL MOMENTO DELLA RESA DEI CONTI....ADESSO DAVANTI ALL'UOMO SI APRONO DUE STRADE. STA A LUI IMBOCCARE QUELLA GIUSTA. LA PRIMA STRADA, LA PIU' AGEVOLE, DIPENDE DAL COMPORTAMENTO DELL'UOMO IN QUESTI ULTIMI GIORNI FATALI....DIO, NELLA SUA INFINITA MISERICORDIA, SA DELLE DEBOLEZZE E DEI LIMITI DELLE SUE CREATURE E NON PRETENDE L'IMPOSSIBILE. SE NEI GRANDI DISATRI CHE COLPIRANNO INEVITABILMENTE IL MONDO LA CARITA' RIUSCIRA' A PREVALERE SUGLI EGOISMI.....TUTTO QUANTO DOVRA ACCADERE ACCADRA' IN MANIERA INDOLORE E LA GLORIA DI DIO APPARIRA' ALLA FINE IN TUTTO IL SUO SPLENDORE E TUTTI, ASSOLUTAMENTE TUTTI I BUONI, INIZIERANNO UNA NUOVA VITA IN UN MONDO FINALMENTE GIUSTO, SENZA DOLORE NE PAURA. IN QUESTO CASO IL PAPA SAPRA' DECIDERE SE QUESTA STRADA E' STATA FINALMENTE IMBOCCATA O NO: SE SI, DOVRA' TACERE SU QUANTO SA E LASCIARE CHE GLI EVENTI SI COMPIANO DA SOLI......DOVRA' SOLO AIUTARE LE DUE PERSONE PREPOSTE A FAR COMPIERE QUESTA MIA PROMESSA DI PACE E GIOIA, PERSONE, CHE LUI SENZA DUBBIO, AL MOMENTO OPPORTUNO SAPRA' INDIVIDUARE E RICONOSCERE GRAZIE AD UNA RIVELAZIONE DIVINA. MA SE IL PAPA SI RENDERA' CONTO CHE L'UOMO HA FALLITO SU QUANTO IL CREATORE GLI AVEVA DOMANDATO, IL CAPO DELLA CHIESA DOVRA' AVVERTIRE IL GENERE UMANO TUTTO, CHE IL MOMENTO DEL GIUDIZIO E' GIUNTO. DOPO SOLO TRE GIORNI DALLA SUA DICHIARAZIONE, QUELLO CHE DEVE ACCADERE ACCADRA' FATALMENTE.....ANCH'IO NON POTRO' PIU' TRATTENERE LA MANO DI DIO E CI SARA' INEVITABILE LA RESA DEI CONTI. ALLORA SOLO I GIUSTI SI SALVERANNO MA SOLO DOPO UN PERIODO DI DOLORI INENARRABILI IN CUI IL FRATELLO UCCIDERA' IL FRATELLO. ALLA FINE TUTTO SI COMPIRA' E PER GLI ALTRI SI SPALANCHERANNO PER SEMPRE LE PORTE DELL'INFERNO. IO CONTINUO A PREGARE PER TUTTI VOI COME HO FATTO DA SEMPRE.....MA QUESTA VOLTA LA SCELTA STA DI NUOVO A VOI COME E STATO ALL'INIZIO DEI TEMPI QUANDO AVETE SCELTO IL LIBERO ARBITRIO” Il vecchio Pontefice sedeva allibito con il manoscritto che gli era caduto a terra sul tappeto rosso.....la visione della redenzione dell'essere umano si sovrapponeva a quella della sua potenziale totale rovina. Quale era il destino dell'uomo, quale delle due strade il genere umano avrebbe imboccato? Lui non sapeva darsi alcuna risposta, non poteva giudicare.....con quale diritto, con quale presunzione......Lui era il Papa, il legittimo successore di Pietro ma era sempre un uomo come tutti gli altri. Come poteva sapere, lui povero uomo, quali erano i valori da prendere in considerazione per decidere, anzi.....solo per capire e sapere, quale era il destino che Dio aveva tracciato per l'uomo? Davanti agli occhi stanchi scorrevano le immagini delle guerre, delle ingiustizie, della fame e della paura che circondava da sempre il pianeta.....vedeva l'avidità di pochi che levava di che vivere a molti. Odio, malattie, sofferenze, prevaricazioni.......a questo era arrivato il genere umano? Si era completamente perduto il pensiero, il messaggio ed il sacrificio supremo di Gesù? Di colui che figlio di Dio e Dio Lui stesso aveva donato tutto se stesso al genere umano? ERA FORSE LA SECONDA STRADA QUELLA CHE L'UOMO STAVA PER IMBOCCARE O AVEVA ADDIRITTURA GIA' IRRIMEDIABILMENTE SCELTO??? Paura, odio, invidia e vendetta…..erano forse questi i quattro Angeli dell’Apocalisse che portavano inevitabilmente a morte e distruzione? Ma subito dopo, COME UNA IMPROVVISA SCHIARITA IN UN CIELO TEMPESTOSO, ecco apparire nella sua mente le immagini delle schiere di volontari intenti a scavare freneticamente tra le rovine del terribile terremoto che aveva devastato Napoli radendola praticamente al suolo, le schiere di soccorritori che erano arrivati in Indonesia da tutto il mondo per soccorrere le popolazioni vittime dei cicloni......ecco materializzarsi nella mente del Pontefice come dal nulla l’opera costante in tutti i paesi del mondo dei “medici senza frontiere”, il lavoro indefesso dei “preti lavoratori” e le immagini, milioni e milioni di immagini, riguardanti le opere di carità che venivano fatte con il massimo disinteresse in ogni momento in tutto il mondo......tutto ciò che era bene si accavallava in modo disordinato nella sua mente lucida ma sconvolta.......e con uno scoppio incontrollato di pianto liberatore, finalmente all’improvviso SEPPE! …...il bene aveva, con l'aiuto di quel Dio estremamente paziente e misericordioso, permeato di infinita bontà, e misericordia verso le Sue creature, definitivamente trionfato: i buoni avrebbero finalmente avuto il giusto premio.....e i malvagi che si fossero anche tardivamente pentiti, avrebbero finalmente capito, sofferto per la comprensione dei propri errori e.....sarebbero stati perdonati dall'infinita misericordia del Creatore. Un'ultima immagine era poi apparsa nella mente del Papa......quella di due giovani, di coloro che sarebbero stati l’inconsapevole “braccio” di Dio, coloro che il Pontefice avrebbe dovuto aiutare.....il vecchio Papa li vide come se i due giovani fossero davanti a lui e.....sorrise. Marco era uno dei tanti assistenti del professor Polo docente di storia delle religioni dell’università di Padova. Come tutti i fine settimana, mentre tutti gli studenti erano intenti a tutto fuorché a studiare, lui si trovava a consultare un testo antico nella tranquillità e nel silenzio di una delle tante aule della facoltà. Marco aveva avuto fino ad allora una vita tranquilla e ricca di soddisfazioni, si era laureato senza fatica e viveva in un monolocale mantenendosi con i proventi delle ripetizioni che dava ai ragazzi del liceo. Qualche soldo gli veniva anche da saltuarie collaborazioni con l’università e tutto sommato non se la cavava poi male. Per tre anni aveva convissuto con Laura, una spigliata ragazza che lavorava in uno studio notarile di successo come segretaria: era un rapporto cui il giovane teneva moltissimo e sul quale aveva investito parte del suo futuro. Laura era una giovane estremamente estroversa, dal carattere impetuoso che male si assortiva con quello tutto sommato “pantofolaro” di Marco….ma tuttavia la loro storia proseguiva apparentemente senza scossoni di rilievo. Ma poi, improvvisamente era comparso all’orizzonte il ciclone Paolo……agiato signore di mezza età, sempre carico di impegni, mai fermo e con una personalità affascinante, aveva praticamente “stregato” Laura che nel giro di due settimane, aveva scaricato Marco ed era partita con il suo nuovo amore. Per Marco, soprattutto all’inizio, si era trattato di un dramma….lui aveva messo in preventivo di trascorrere tutta la vita con la giovane e non si era reso conto che lei non era certo adatta a quanto Marco aspirava e desiderava di ottenere dal loro rapporto. Era stata dura……ma di amore non si muore, anche se si sta male…….. e Marco alla fine aveva cominciato a reagire. Ultimamente, Marco trovava sollievo solo nella lettura di qualche antico testo. In quei momenti la sua mente riusciva a staccarsi dal dolore di quell’amore tradito e poteva spaziare liberamente tra le righe, a volte quasi cancellate, di quegli antichi libri. Il distacco definitivo dalla ragazza che aveva amato per tre bellissimi anni e che amava ancora, era stato particolarmente duro e doloroso….ma la vita continuava…….non c’era alternativa possibile. Marco sarebbe anche stato disposto ad attendere che quel “fuoco di paglia”, come lui chiamava la nuova relazione di Laura, si spegnesse da solo riportando a lui il suo amore perduto….ma purtroppo i due colombi si erano trasferiti in Australia, dove la nuova fiamma della sua ormai ex ragazza abitava da anni. Per cui il giovane oramai rassegnato, si era rifugiato nello studio. I libri erano da sempre i suoi migliori amici…..Marco amava leggere e rileggere qualsiasi cosa gli capitasse per le mani, dai libri di avventura di Cussler agli antichi manoscritti alla lettura dei quali aveva accesso in biblioteca. La prima volta che prendeva per le mani una nuova lettura era per lui una grande emozione e poter spaziare tra una riga e l’altra, scoprire sempre cose nuove e soprattutto quanto era riuscita a produrre la mente dello scrittore, era per lui sempre una sensazione esaltante. Ma quello che lo affascinava in modo particolare era il riprendere in mano una lettura che già aveva affrontato in passato……si trattava per Marco di tornare a trovare un vecchio amico, un vecchio amico da cui sapeva sempre che cosa potersi attendere e che non tradiva mai. Da una settimana il giovane studioso era particolarmente interessato, anzi assolutamente affascinato da un testo in greco antico che parlava di un periodo troppo idealizzato ma mai veramente studiato a fondo….la nascita ed i primi anni di vita di Gesù. Leggendo il contenuto del testo in verità, ad una prima occhiata, non appariva nulla di strano o di inconsueto, come al solito c’era un vuoto di trent’anni nei resoconti della vita del Redentore….era come se tra l’inizio della predicazione e la nascita ci fosse una sorta di….buco; ma tra le pagine consunte, proprio tra un foglio e l’altro, si poteva notare la presenza di un manoscritto la cui calligrafia era apparentemente la stessa di quella del libro. Non si trattava di un foglio strappato ma di una serie di foglietti di pergamena sovrapposti gli uni agli altri, che parevano essere stati inseriti proprio li a bella posta e apparentemente poi dimenticati. Marco, incuriosito, si era affrettato a decifrarli e aveva appreso assolutamente allibito, quanto vi era contenuto. Il manoscritto diceva esattamente: “Io, Eraclito da Tebe, autore di questo testo, aggiungo a quanto ho scritto, questo resoconto sui fatti cui ho assistito, fatti così incredibili e sconvolgenti che non ho avuto il coraggio di aggiungerli a quanto ho già narrato e messo per iscritto in questo volume. Di quanto ho potuto vedere, a parte me non esiste alcun altro testimone, per cui mi limito a lasciare traccia scritta di quanto è accaduto, per ora solo su questi fogli e solo in un secondo tempo, solo se i tempi saranno maturi e riterrò opportuno e doveroso di doverlo fare, li aggiungerò definitivamente a quanto ho già scritto. Dopo la nascita del Salvatore, dopo l’arrivo dei Magi d’oriente, Maria il Piccolo e Giuseppe si sono allontanati da soli verso la loro casa di Nazareth. Quello che nessuno sa, è quanto è accaduto in seguito…..sono fatti di cui oramai solo io sono a conoscenza, sia perché sono l’unico ad avere assistito ad alcuni di questi, sia perché degli altri si è oramai persa ogni traccia e memoria. Questo, che adesso vado a narrare, è il resoconto di quanto è realmente accaduto in quei giorni: io mi trovavo nella capanna della Natività quando la Sacra Famiglia era sul punto di allontanarsi…..io stesso avevo aiutato Maria a caricare sull’asino le poche cose che Giuseppe aveva deciso di portare appresso. Al momento delle partenza avevo porto a Maria il mantello azzurro che La copriva al momento del parto ma Lei, stranamente, mi disse che quel mantello avrebbe dovuto restare li, perché in un lontano futuro avrebbe avuto il compito…..di contribuire a salvare il mondo. Io avrei voluto chiedere alla Madre del Salvatore dei chiarimenti su quanto mi aveva appena riferito ed anche accompagnare i tre nel loro viaggio, per dare loro tutto il poco aiuto che potevo…..ma da Maria mi fu detto semplicemente, che il mio compito era un altro: io avrei dovuto limitarmi ad osservare quanto sarebbe accaduto nel luogo della Natività dopo la loro partenza e a lasciare una traccia scritta degli eventi che li si sarebbero verificati, in modo che a tempo debito, qualcuno avrebbe potuto leggere quanto era accaduto e, comportandosi di conseguenza, fare quanto necessario per completare il misterioso disegno di Dio cui nemmeno Lei in quel momento aveva accesso.” Marco a questo punto aveva interrotto di colpo la lettura……sentiva di essere sul punto di essere coinvolto in una faccenda incredibile: prima di tutto era assolutamente sicuro di essere il primo a decifrare quel misterioso manoscritto, in secondo luogo si rendeva conto che quanto stava per apprendere, se solo avesse continuato a leggere, avrebbe potuto cambiare completamente la sua vita, rendendolo partecipe di un misterioso disegno che non era stato certo concepito da alcun essere umano. Marco a questo punto non sapeva nemmeno più se aveva il diritto o no di continuare la lettura, non sapeva e non poteva sapere se quanto era contenuto in quei foglietti era destinato proprio a lui o a qualcun altro magari di un’altra epoca….chi era in definitiva lui per caricarsi sulle spalle un fardello di cui non conosceva nemmeno peso e contenuto? Alla fine lo studioso e l’insita curiosità dell’uomo, avevano prevalso sui dubbi del giovane e Marco aveva deciso di continuare a leggere, per cominciare, solo un altro paio di righe, sperando di trovare qualche indicazione specifica in grado di aiutarlo a prendere una opportuna decisione. Il manoscritto continuava così:”Il qualcuno che leggerà per primo queste mie memorie avrà certamente dei problemi ad accettare la “ difficile e pesante consegna” che in esse vi è implicitamente contenuta, il medesimo qualcuno sarà certamente assalito all’inizio dai più svariati dubbi sulla legittimità o meno di continuare a leggere…..io lo posso solo aiutare facendo il nome di colui che è destinato a svelare a tempo debito il Disegno Divino, di cui il mio scritto in qualche modo è portatore…..costui si chiamerà Marco e nascerà in un lontano futuro in un paese al di la del mare, in una città che oggi non esiste ancora, città che un giorno si chiamerà”Venezia”.” Quando una notizia particolarmente sconvolgente ed importante viene all’improvviso notificata ad un qualsiasi essere umano, costui ha come la sensazione di sentirsi “sciogliere” le viscere in una massa ghiacciata…….è questo l’effetto provocato dalla scarica di adrenalina che viene immessa nell’organismo ed è esattamente questo l’effetto che stava provando Marco in quegli istanti. In un attimo aveva appreso che il latore di quel messaggio ancestrale, celato all’interno di un libro da secoli in una biblioteca, sembrava essere proprio lui e che tra quelle righe veniva incredibilmente nominata una città che all’epoca della scrittura del libro non esisteva ancora……si trattava di un fatto assolutamente sconvolgente! Da quanto era stato scritto tra quelle righe, lui avrebbe dovuto fare…..non sapeva assolutamente cosa e come…..lui era apparentemente destinato a……compiere non sapeva ancora assolutamente quale compito. Lui doveva intanto, per sapere come dover procedere, TERMINARE A QUESTO PUNTO DI LEGGERE QUANTO ERA STATO SCRITTO SECOLI PRIMA INCREDIBILMENTE PROPRIO PER LUI.

CAPITOLO SESTO.

Il manoscritto continuava così:“Ma adesso è necessario che entri nel vivo di quanto devo tramandare. Il primo fatto cui mi riferisco è quello di quanto è accaduto non appena Maria e Giuseppe, con il Piccolo in braccio, si allontanarono dalla capanna che gli aveva ospitati in quei giorni: io mi trovavo subito dietro quella piccola altura che si trova proprio sopra la costruzione in legno dove era nato il Salvatore e stavo guardando con grande tristezza i tre che si stavano allontanando verso Nazaret. Ad un tratto la mia attenzione fu colpita da un fremito che si stava sviluppando dal profondo del suolo: sembrava uno dei tanti terremoti caratteristici di quelle zone ma in realtà si trattava di qualche cosa di completamente diverso. La baracchetta in legno era stata come inghiottita dal terreno ma senza essere assolutamente danneggiata da quello stranissimo sisma……era semplicemente come “sprofondata” ad un livello inferiore, racchiusa in una sorta di grotta sotterranea, come per essere preservata intatta per un’era successiva……….dove sorgeva in precedenza la piccola costruzione, si dispiegava adesso un roseto in fiore. Questo è quanto è accaduto, fatto questo di cui solo io sono stato unico testimone. Il secondo fatto è invece quello che è accaduto a tutta la popolazione della vicina Betlemme…….in quel giorno meraviglioso, in tutta la cittadina accaddero fatti miracolosi: coloro che da una settimana erano morti si risvegliarono dal loro sonno uscendo dai loro sepolcri, i malati guarirono improvvisamente dai loro mali e tutte le donne incinte partorirono con gioia e senza dolore tutte insieme…. contemporaneamente anche se avevano concepito solo da poco…..Ma trattandosi di gente povera e per lo più analfabeta, la memoria di quanto accaduto ben presto si perse nell’oblio, anche perché non era evidentemente volontà del Signore che ciò che era accaduto per Sua esplicita volontà, in quei giorni venisse tramandato ai posteri.” Qui il manoscritto terminava bruscamente, senza una parola o una indicazione di più che potesse dare a Marco un qualsiasi indirizzo che lo potesse aiutare.


CAPITOLO SETTIMO.

Una sera di dicembre, in un paese della Palestina chiamato Betlemme, una coppia di giovani stavano cercando disperatamente un luogo per passare la notte. Lui era un giovane di circa vent’anni, lei una ragazza, poco più di una bimba in verità, che dimostrava più o meno diciassette o diciotto anni. La giovane era Maria….ormai prossima al parto e la giovane avrebbe avuto bisogno di un luogo caldo per poter riposare ma l’unico albergo della zona era pieno e le porte a cui Giuseppe aveva bussato per chiedere ospitalità, erano rimaste chiuse. Alla fine un pastore, impietositosi dello stato di Maria, li indirizzò alle pendici di una collinetta alla cui base era stato eretto da dei pastori una sorta di riparo provvisorio in travi di legno. Li Maria che già accusava le prime doglie, aveva trovato un precario riparo dal vento e dai turbini di neve che impazzavano sempre più fitti. Assieme a loro erano fortunatamente li alloggiati un bue ed un asinello che con il calore dei loro corpi contribuivano a dare alla giovane almeno un po’ di calore. Dopo un po’ Maria poteva stringere a se il piccolo appena nato…..Lei lo guardava estatica rendendosi conto che tra le sue braccia portava nello stesso tempo suo figlio…..una parte di se, carne della sua carne ma nello stesso tempo aveva l’immenso privilegio di stringere a se il figlio del Creatore di tutto ciò che esiste.

CAPITOLO OTTAVO.

Il nuovo Presidente degli Stati uniti si trovava ad affrontare la sua prima crisi…..una crisi che, se non risolta nella maniera migliore, avrebbe potuto portare il genere umano verso l’autodistruzione. I dittatori comunisti della Corea del Nord, con la popolazione sull’orlo dell’annientamento per fame, si erano rivolti senza preavviso contro la ricca e occidentalizzata Corea del Sud, invadendola all’improvviso e minacciando chiunque avesse solo pensato di interferire, con il suo arsenale missilistico nucleare. Gli Stati uniti non avevano certo paura del potenziale bellico Coreano….ma quando la Cina Popolare e l’Iran avevano a loro volta ammonito chiunque a non intromettersi tra la diatriba tra le due Coree, pena una immediata rappresaglia nucleare…..la situazione minacciava veramente di poter sfuggire di mano a qualcuno. L’America era certamente ancora in grado di fronteggiare anche tre eventuali attacchi missilistici simultanei…..il suo potenziale di ritorsione era troppo grande per Cina Corea ed Iran, anche se le tre nazioni fossero riuscite a lanciare simultaneamente contro l’odiato occidente tutto quanto avevano “in magazzino”…..ma il solo fatto di far esplodere per ritorsione tante testate nucleari un po’ in tutto il mondo, restava un fatto sconvolgente, pericolosissimo e dalle conseguenze assolutamente imprevedibili. Marco intanto stava cercando di focalizzare l’incredibile situazione in cui si era venuto a trovare. Si trovava praticamente solo, a diretto contatto con l’ignoto e una serie di sensazioni si stavano accavallando tumultuosamente nel suo animo tormentato. Tirando le somme sembrava proprio che quel foglietti fossero stati scritti duemila anni prima proprio in funzione di un ritrovamento da parte sua…….come potesse essere concepito un tale piano era veramente incredibile. L’autore del manoscritto, questo misterioso Eraclito, suggeriva poi che il coinvolgimento di Marco e tutto quanto era narrato in quei foglietti, facesse parte di un disegno addirittura Divino….e ciò aveva per il giovane scienziato, francamente dell’incredibile! La vera capanna della natività sprofondata intatta nelle viscere del sottosuolo e poi quel misterioso mantello azzurro indossato dalla Madonna che pareva dovesse avere una funzione ed uno scopo ben preciso in tutta la storia. Marco non sapeva che cosa dire e che cosa fare…..anche se le coincidenze erano davvero troppe per essere appunto considerate semplici coincidenze ma fatti reali e ben precisi come quelle riferentisi al suo nome e alla città di Venezia che al tempo della nascita di Gesù non esisteva ancora Il giovane scienziato era troppo sconvolto....non riusciva a “digerire” quanto aveva appreso.....non credeva a nulla di quanto aveva letto, anzi...NON VOLEVA CREDERE. Marco aveva allora deciso di lasciare perdere tutto, di riporre il libro nello scaffale dove l’aveva trovato e di cercare di dimenticare il ogni cosa. Ma tra il dire e il fare……..il riporre tutto in un cassetto della memoria non era certo una faccenda agevole: c’era poco da fare….. il pensiero su tutto quanto era accaduto tornava sempre li, era un tarlo e un tormento che lo rodeva in continuazione, quasi chiamandolo alle sue responsabilità e non lasciandolo riposare in pace. La notte Marco era riuscito ad addormentarsi solo verso le quattro e il sonno era stato costellato di stranissimi sogni. Ma di questi era stato l’ultimo, se pur brevissimo, a lasciargli un segno ben preciso: nel bel mezzo di un sonno molto agitato, era stato “avvicinato” da una figura indistinta, avvolta in un etereo alone che gli nascondeva i tratti del volto……lo strano essere gli aveva detto solo un breve frase:” Non temere nulla…..li, dove si può ciò che si vuole, è stato deciso che il tuo compito è quello di recuperare il mantello appartenuto Vergine Maria. Non hai bisogno di sapere altro…..tutto ti sarà chiaro al momento opportuno. Abbi fiducia perché chi ti manda è Colui al quale tutti noi dobbiamo rispondere nel giorno del giudizio. Non partire solo….vai con Anna, la ragazza che ti è compagna di studi da tanti anni che, come te fa parte del disegno di chi ti manda. Nulla di quanto avrai bisogno per il viaggio ti mancherà e non dovrai disperati a cercarlo perché tutto quanto ti sarà necessario, ti sarà dato nel momento stesso in cui ti servirà” E Marco si trovò di colpo seduto sul letto: partire……per la Palestina, a cercare qualche cosa di cui nessuno conosceva l’esistenza….con Anna poi di cui per anni aveva respinto costantemente e a volte sgarbatamente le timide avances…….ma CHE cosa si voleva da lui? Stava forse impazzendo?Anna poi aveva giurato tra le lacrime proprio un mese prima, che con lui non avrebbe mai più voluto aver nulla a che fare nemmeno per ragioni di studio o di lavoro…..e i fondi per una eventuale partenza….dove avrebbe potuto reperirli? Rapinando forse una banca? Si trattava di una pazzia…era tutta una faccenda senza alcun senso. Ma alla fine, ragionando con calma, Marco si era reso conto che in tutta questa vicenda, ci doveva per forza essere qualche cosa di vero….troppi erano i tasselli che sembravano andare da soli al loro posto….e allora cosa fare? In conclusione Marco aveva deciso che si sarebbe comportato come gli veniva richiesto, non gli rimaneva alcuna alternativa, anche se aveva l’impressione di essere sul punto di impazzire: l’indomani avrebbe, seppur di malavoglia contattato Anna e poi si sarebbe messo in moto per reperire quanto necessario per una sua eventuale partenza per Betlemme.

CAPITOLO NONO.

Anna era un ragazza di ventiquattro anni, studentessa in archeologia, alle prese ormai con la tesi di laurea. Non era certo di aspetto sgradevole, tutt’altro...... ma era una di quelle ragazze che pare abbiano piacere nel cercare di svalorizzare al massimo il loro aspetto fisico: i capelli, che pure erano bellissimi, li teneva costantemente racchiusi in una antiestetica “crocchia” fermata da degli incredibili spilloni. Gli occhiali perennemente tenuti all’ estremità del naso, le davano l’inconfondibile aspetto di un classico “topo da biblioteca”. I vestiti…..sembravano quelli di una educanda e parevano fatti apposta per nascondere il più possibile una figura ritenuta erroneamente sgraziata. Lei era fatta così….o la si accettava come era, o si girava alla larga. Peccato perché Anna era dotata di una mente acuta e brillante e stava terminando gli studi con grandissimo successo……la sua vita sentimentale aveva avuto una svolta tre anni prima quando si era perdutamente innamorata di Marco che però la aveva costantemente rifiutata e a volte anche scansata in malo modo; Marco poi era in quel periodo fidanzato con Laura e quando Anna gli aveva fatto notare, poco prima che Laura lasciasse Marco, che quella ragazza non era adatta per lui, i due avevano litigato ferocemente e Anna aveva deciso che Marco non l’avrebbe più voluto nemmeno come amico o collega….e i due si erano lasciati in malo modo. Adesso Marco…..avrebbe dovuto suonare il campanello della casa di Anna e il farlo gli dava un vago senso di disagio. Davanti alla abitazione della ragazza, Marco era stato li li per fare marcia indietro e mandare tutto al diavolo….ma poi un po’ ricordando il sogno che aveva fatto la notte, un po’ ricordando a se stesso, che non stava andando a chiedere certo la mano di Anna ma solo a proporre una collaborazione di lavoro, saltò il fosso e si decise a suonare il campanello. Anna si trovava in una di quelle giornata in cui tutto era andato storto….. non era certo dell’umore adatto a ricevere visite, soprattutto se inattese o tanto meno considerate sgradite. La ragazza poi, tutto poteva aspettarsi tranne che una visita del giovane…..il loro ultimo commiato aveva avuto ben poco dell’amichevole, compresa una scarpa che aveva sfiorato, con il tacco appuntito, la nuca di un Marco….in rapida ritirata. Ma, tuttavia la ragazza aveva saputo della recente disavventura sentimentale di Marco…..e, a vederlo presentarsi alla porta di casa sua, sotto sotto era incuriosita:” Ciao” Cominciò Anna con un fare tra lo scocciato e l’insofferente”……”Se cerchi consolazione da me per le tue disavventure sentimentali, te lo dico subito: hai sbagliato indirizzo….vai dal dottor Stranamore che ti potrà aiutare molto meglio di me!” Ma il giovane, constatato di persona, come aveva previsto che “non tirava aria”, rispose precipitosamente prima che la ragazza gli sbattesse la porta in faccia: “ Anna….ti prego, non rigirare il coltello nella piaga…..non sono venuto assolutamente per farti le mie scuse per il mio comportamento in passato, né tanto meno per cercare consolazione al mio dolore o per provare a conquistarti. Se hai per una volta un po’ di gentilezza nei miei confronti e se te la senti di stare ad ascoltare quanto ho da dirti….fammi per favore entrare, accomodare ed esporre quanto ho da comunicarti.” “ Certo che hai una bella faccia tosta a presentarti ancora a casa mia….se penso a come ti sei espresso nei miei riguardi l’ultima volta che ci siamo visti, avrei una voglia matta di tirarti dietro la “sorella” della scarpa che ti ha mancato per un pelo……ma oramai visto che sei qui….. per cui siediti, apri la ciabatta e detto quanto devi, poi vattene per sempre perché con te non voglio avere più nulla a che spartire.” A questo punto Marco aveva avuto l’impulso di mollare Anna al suo destino, varcare la soglia ed andarsene lanciando qualche apprezzamento salace…..si vedeva chiaramente che la ragazza era ancora inviperita con lui…… ma un qualcosa dentro di lui lo aveva ancora una volta trattenuto dal farlo. Invece, dopo aver metabolizzato le parole di Anna, si era seduto e aveva incominciato a parlare con estrema calma, tenendo la testa tra le mani in atteggiamento pensoso:” Anna cara……non è questo il momento per chiederti scusa e nemmeno il mio desiderio…..ma se questo si renderà necessario, sono anche disposto a farlo. Quanto sono sul punto di comunicarti trascende questa volta la nostra volontà ed i nostri desideri. Entrambi siamo diventati incomprensibilmente delle pedine in mano non so bene a chi…..a Dio, a Gesù Cristo, alla Madonna….o ad una grande assurda incredibile pazzia. Non so giudicare, non so a chi e a cosa credere….ascoltami ti prego e aiutami a capire se puoi.” E Marco incominciò a narrare ad Anna tutto quanto gli era stato comunicato nello stranissimo sogno e a quanto aveva appreso dal manoscritto di Eraclito, concludendo con queste esatte parole:” E adesso mi pare di aver capito che si vuole che noi due, proprio, chissà mai perchè solo noi due, cerchiamo e soprattutto troviamo, questo fantomatico mantello azzurro appartenuto a Maria….la madre di Gesù per farne….non si sa bene cosa” “ Ma Marco…….ma cosa mi stai mai raccontando? Sei forse diventato matto e paranoico per il tradimento della tua ragazza…….scusa….questo non dovevo dirlo….perdonami! Ma tuttavia…come è possibile questa follia che mi racconti? Se poi quanto mi dici è vero, chi vuole ciò, perché e perché poi proprio da noi due? Io, per mia sfortuna, ti conosco anche troppo bene da anni e come sai benissimo in passato ti ho amato profondamente e non penso assolutamente che sia nel tuo carattere giocarmi uno scherzo mostruoso…..sarai anche “stronzo” e su questo non ho alcun dubbio, ma non certo stupido né visionario….questo proprio NO! Almeno che tu non mi voglia con te a titolo gratuito in questa impresa pazzesca per le mie conoscenze inerenti al campo dell’archeologia……ma anche ciò mi suona strano….avresti potuto rivolgerti a qualcun altro ben più qualificato di me e magari sovvenzionato da qualche rivista in cerca di uno scoop clamoroso. Per ciò sono propensa a credere almeno in parte alla tua storia, non prima però di aver visionato per lo meno libro e manoscritto che sono all’origine della vicenda che tu mi hai appena raccontato. Poi e solo poi, forse con le idee un po’ più chiare sarò in grado di capire e prendere una qualche decisione. Certo che se tu mi avessi raccontato che un U.F.O. era atterrato nel tuo giardino, non sarei tanto sbalordita come mi sento adesso. Spero che tu ti renda conto che tu sappia che, se quanto affermi avesse un minimo di verità, in cosa noi due potremmo essere implicati e coinvolti”

CAPITOLO DECIMO.

Erano stati per Maria i più belli anni della sua vita. Gesù cresceva nell’amore e nell’armonia e la giovane mamma lo aveva sempre tutto per se. A volte se lo guardava, quel fanciullo così bello e così dolce, riusciva ancora a sentirlo completamente suo ma si stupiva quando si soffermava a pensare che quel Figlio che stringeva tra le braccia era si carne della sua carne ma anche e soprattutto figlio e parte di un qualcuno così grande, di così perfetto e così ricco di bontà….da lasciare senza parole. Anche Lei, più passava il tempo, più sentiva che lo Spirito di Dio che la pervadeva, la stava cambiando e preparando a partecipare ad un qualcosa di grandioso e di inimmaginabile. In una visita che aveva fatto, ancora prima di partorire a Elisabetta, quando la donna le aveva detto:” E’ un grande onore che tu, piena di Grazia, venga a fare proprio a me una visita…a che debbo tanto onore?” Aveva subito risposto perfettamente cosciente di quanto diceva:” Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente!”. Poi, dopo la nascita del bambino, Maria si era dedicata quando ne aveva avuto l’occasione, a far intervenire Gesù per aiutare questo o quel sofferente……sempre senza farsi notare, perché sapeva benissimo che non era quello il momento di far uscire allo scoperto il Figlio di Dio, ma sempre con una immensa carità e con un crescente Spirito Materno nei riguardi dell’umanità intera a e delle sue grandi sofferenze. Moltissimi in quegli anni erano stati i casi pietosi della vita “risolti” da Gesù per intercessione della sua “mamma Celeste”....tutte buone azioni compiute di nascosto da tutti, anche dei diretti interessati.
Lei stava, con la costante vicinanza di Gesù, imparando sempre più a”conoscere” quel Dio che i suoi padri, i Profeti e Mosè, avevano descritto come giusto e terribile……Maria aveva compreso benissimo che il Creatore era invece esclusivamente BONTA’ INFINITA e che esisteva un recondito, meraviglioso disegno, fatto e concepito per affrancare l’umanità tutta dalla perdizione e fare in modo che la volontà di quell’Essere tanto superiore potesse una buona volta compiersi…….anche sulla Terra! A volte, anzi quasi sempre, il bimbo che cresceva accanto a Lei, era simile in tutto e per tutto ai suoi coetanei: rideva, giocava, aiutava in casa sia Lei che Giuseppe…….l’unica differenza dagli altri bambini era quella che Gesù era completamente alieno da qualsiasi malizia o cattiveria. Inoltre a volte e sempre più spesso mano a mano che l’età avanzava, Gesù amava isolarsi a pregare in una specie di estasi tutta sua e in quei momento Maria sentiva che quel figlio che tanto amava, quasi si staccava da Lei e si preparava a quello che sarebbe stato, in un prossimo futuro, un distacco definitivo da Lei e dalle cose di questo mondo. A Dodici anni Gesù aveva per la prima volta iniziato la sua “missione ufficiale sulla terra”……era rimasto da solo nel Tempio, mentre i Genitori lo credevano partito con loro nella carovana che li stava riportando a casa e li aveva “tenuto lezione” ai sommi sacerdoti che lo stavano ad ascoltare estasiati. Li per la prima volta Maria aveva compreso, anzi, compreso lo aveva da sempre ma diciamo che aveva toccato con mano, l’avvicinarsi del futuro distacco che Lei avrebbe dovuto subire da suo figlio di li a qualche anno…..e ne aveva sofferto in cuor suo, come solo una mamma sa soffrire per i propri figli.

CAPITOLO UNDICESIMO.

“Ma Marco…..” Disse Anna all’amico all’interno delle studio dove stava consultando il manoscritto consunto dai secoli:” Se questo scritto risulterà come autentico, e questo te lo saprò dire soltanto dopo gli esami di laboratorio più accurati, mi sa che dovrò domandarti scusa per come ti ho trattato oggi. Sai, adesso ho la mente ancora molto confusa……in verità mi è difficile il solo fatto di essere gomito a gomito con te, anche se ed esclusivamente per motivi di lavoro. Tu sai benissimo che io sono stata innamorata di te per tre lunghi anni e che ho patito le pene dell’inferno per i tuoi continui rifiuti…….fino a pochi giorni fa non potevi sapere e renderti conto di quanto può far male essere rifiutati ma di recente la mia medesima disgrazia è capitata anche a te con il tradimento della tua ragazza nei tuoi confronti….adesso SAI anche tu che cosa vuol dire patire per amore….ed è solo per questa ragione che accetto di affrontare con te questo nuovo impegno.”” Non so cosa dirti Anna….io in realtà non volevo, anzi non ho mai vol…”” BASTA Marco per favore……smettiamola di rinvangare il passato….siamo qui insieme SOLO ed ESCLUSIVAMENTE per motivi di lavoro, e certi discorsi sono assolutamente inutili e assolutamente fuori luogo, almeno in questo momento….pensiamo invece adesso a quello che dobbiamo fare per raggiungere lo scopo che ci siamo prefissi, anzi quello per cui provabilmente, a quanto pare, siamo nati.” Ed infatti adesso per i due giovani, iniziava tutta una serie di problemi che all’apparenza si dimostravano assolutamente insormontabili. Ben sapendo che non potevano cercare e trovare alcun genere di aiuto esterno, visto che nessuno poteva essere messo a parte del loro segreto, il primo ostacolo era quello di reperire i fondi necessari per potersi recare in Palestina: qualche soldo veramente i due ce l’avevano da parte. Marco volendo, poteva vendere in qualsiasi momento la sua “Lancia Y” comprata solo un anno prima e Anna la sua pelliccia di volpe regalatale dalla Mamma…..ma di soldi ne servivano purtroppo tanti e i due ovviamente non avevano la più pallida idea di dove poterseli procurare. Marco aveva fatto più o meno una stima di quanto possedevano e di quanto sarebbe stato invece loro necessario per poter partire: viaggio aereo, soggiorno in albergo per un periodo imprecisato, vestiario, vettovaglie e soprattutto attrezzature…..sarebbero stati necessari come minimo, e solo per un mese di lavoro in loco, non meno di cinquantamila euro. Tra risparmi vari, vendita della macchina e della pelliccia, i due non potevano contare certo su una somma del genere……al massimo avevano a disposizione si e no la metà. Marco, tra il fervore dei preparativi, si era però completamente dimenticato di quella parte del sogno che parlava di non temere per i loro eventuali “bisogni” inerenti a portare a termine la loro missione. Il giovane studioso si stava invece lambiccando il cervello per capire dove poter reperire i venticinque, trentamila euro che mancavano loro: i loro stipendi erano troppo “magri” per avere credito in banca o presso qualche finanziaria e Marco aveva invano “bussato” a qualche porta ricevendo solo dei nulla di fatto. Ma una sera, rincasando bagnato come un pulcino sotto un acquazzone, dopo una giornata infruttuosa e frustrante, Marco trovò ad attenderlo sotto casa un sacerdote dall’aria molto dignitosa, che chiese di potergli parlare in privato. Il giovane aveva dapprima pensato che il Prelato fosse amico di suo zio, Vescovo di Padova, ma poi appena sedutisi in salotto, si rese conto che si trattava di ben altro:”Lei è il Signor Marco Matterazzi, nato a Venezia il venti aprile del 1970, Dottore in Storia delle Religioni? Risponda la prego e se si, mi faccia vedere gentilmente la sua Carta d’identità.” Marco era allibito e rispose subito a voce piuttosto alta:” Ma come si permette lei…..per quale motivo mi fa queste richieste….la manda forse mio zio e se si perché vuole addirittura vedere i miei documenti?”” La prego signor Matterazzi, non si stia alterare: non so assolutamente chi sia suo zio….io ho solo necessità di verificare la sua identità solo ed esclusivamente per consegnarle un plico…..niente di più, niente di meno.” Marco un po’ si era tranquillizzato e rabbonito e aveva risposto questa volta con gentilezza: “ Mi scusi….non volevo assolutamente essere sgarbato….ma capirà che il fatto di venire intercettato fuori dalla porta di casa da una persona, un Sacerdote poi, che mi domanda i documenti neanche fosse un Carabiniere……suona un po’ strano. Comunque, ora che me ne ha spiegato il motivo entri pure al riparo da tutta questa acqua…..ecco il documento richiesto, che le darà la possibilità di capire che la persona che cerca….sono proprio io” “Benissimo, signor Matterazzi…..vedo che lei è il latore di quanto sto per consegnarle….ecco qui il plico di cui le avevo parlato in precedenza, l’unica cosa che so e che sono autorizzato a riferirle, è che quanto le sto per consegnare proviene direttamente dagli archivi personali di Sua Santità Papa Giovanni Paolo Secondo……la avverto comunque di non cercare di risalire né a me….nè a nessun altro….sarebbe fatica inutile io, tra l’altro, sappia che non sono nemmeno a conoscenza di quanto è contenuto nel plico. Solo il Santo Padre sa ogni cosa…….ma si ricordi benissimo che il Papa non INTENDE assolutamente parlare con lei fino a compimento della missione che lei si appresta a compiere e di cui, glielo ripeto ancora una volta, io non so assolutamente NULLA. Solo tre parole il Santo padre mi ha incaricato di recapitarle ed io come ultima cosa gliele riferisco in questo momento…eccole: CREDERE, OBBEDIRE e COMBATTERE! Mi rendo anche conto che tali parole non sono…..una novità per un italiano, ma le assicuro che questa volta riassumono esattamente quello che lei dovrà mettere in pratica per raggiungere lo scopo che si è prefisso, anzi cui è stato destinato. Mi è stato raccomandato vivamente di ricordarle di tenerle SEMPRE a mente. E con ciò il mio compito nei suoi riguardi si è concluso, perciò la saluto e me ne torno al mio lavoro. Signor Materazzi……buona fortuna e arrivederci”
Rimasto di nuovo solo, Marco si era seduto sulla sua poltrona preferita per cercare di riflettere…..in effetti non sapeva più cosa pensare e oltretutto aveva l’impressione di vivere in un sogno: una tunica miracolosa da trovare in Palestina, un manoscritto che gli era capitato per le mani all’improvviso, il sogno premonitore di quanto stava per capitare e adesso….un prete che gli recapitava una busta…..e gli ordinava di adottare un modo di pensare e di agire che aveva molto del “Mussoliniano”: CREDERE, OBBEDIRE e COMBATTERE! Pazzesco.....ma a che cavolo si riferivano queste tre parole, questo detto che oramai tutti pensavano che fosse finito per sempre nell’oblio? C’era veramente da impazzire. Fortunatamente, a distoglierlo per un attimo dai suoi pensieri, ci aveva pensato il campanello di casa che si era messo a squillare….era Anna che veniva a vedere se c’era qualche novità. In verità la ragazza, non appena entrata, si era subito preoccupata nel vedere l’espressione sbalordita ancora ben visibile sul volto di Marco e la preoccupazione della ragazza non era certo diminuita dopo che lo studioso l’aveva messa a parte di quanto aveva appreso con la recente visita del religioso. Ma poi la ragazza aveva concluso con il buon senso che l’aveva da sempre caratterizzata:” Il “motto” per la nostra missione ce l’abbiamo…..vediamo adesso se quanto è contenuto nella lettera per caso ci ha qualche cosa a che fare” E a Marco non rimase altro da fare se non appressarsi ad aprire quel plico misterioso.

CAPITOLO DODICESIMO.

La situazione internazionale intanto, non era affatto migliorata: le minacce da una parte e dall’altra, prima velate ma con il passare del tempo sempre più esplicite, avevano lasciato il posto alle prime misure difensive e alle ovvie contromisure. Come prima mossa ben tre portaerei della classe Nimitz con la loro scorta erano state dislocate a distanza di “tiro” degli aerei che le equipaggiavano presso, ma ben al di fuori le acque territoriali Coreane. Ma soprattutto otto sommergibili della classe “Los Angeles” e sei della classe “Ohio” erano stati piazzati in modo tale da poter, se necessario, ricondurre con il lancio dei loro missili balistici all’età della pietra Cina, Iran e ovviamente Corea. Nessuno ovviamente si augurava che potesse accadere una cosa del genere……ciò era considerata come l’ultima ritorsione a cui fare ricorso solo come “ultima spes”…..però intanto, tutto era stato organizzato in previsione di dover fare ricorso ad una tale opzione.

CAPITOLO TREDICESIMO.

Le mani di Marco tremavano nell’aprire la busta misteriosa, busta che in apparenza non aveva assolutamente nulla di strano ne tanto meno di inconsueto. Si trattava di una comunissima busta bianca, che avrebbe potuto contenere una lettera, una cartolina o magari del denaro o dei documenti.:” Cara Anna……sai mi sento un po’ come quel ragazzino protagonista del film “Willi Wonka e la fabbrica di cioccolato”quando scarta la tavoletta tanto agognata alla ricerca del fatidico biglietto dorato”” Tu non sarai MAI e poi MAI in grado di rimanere serio
nemmeno nelle situazioni più drammatiche” Stava ribattendo la ragazza rosa ormai dalla curiosità, celando però questa volta a stento un timido sorriso, invitando lo scienziato a sbrigarsi svelare finalmente il contenuto della lettera. E Marco, all’improvviso si ritrovò tra le mani quello che era senza alcuna ombra di dubbio un normalissimo assegno circolare e non trasferibile, a lui intestato……un assegno di ben centomila euro riscuotibile presso il “Banco Ambrosiano Veneto” entro e non oltre la fine della settimana corrente.” Centomila euro”…..Disse Anna…..” Ben oltre la somma che ci è necessaria per poter partire e senza essere costretti a toccare alcunchè di nostro. Ecco, vedi Marco….. qui il primo significato del motto che ci è stato dato dal Santo Padre….ecco a cosa si riferisce la parola” CREDERE”….resta da vedere a cosa si dovranno associare OBBEDIRE e COMBATTERE.”Non era certo una faccenda semplice sentirsi adesso a pieno titolo parte di un progetto non certo voluto o gestito da essere umano ed era estremamente difficoltoso ammettere di agire si di propria volontà…..ma nello stesso tempo ammettere di agire in un certo senso “manovrati” da una Entità misteriosa, da quella stessa Entità che aveva creato ogni cosa che esiste. Sarebbe stato certamente semplice, meraviglioso ed estremamente appagante lasciarsi andare con fiducia assoluta a quella volontà superiore, ma i due giovani erano essenzialmente e solo degli esseri umani come tanti, carichi perciò dei loro dubbi delle loro incertezze e delle loro paure, per cui il tutto per loro due, il compiere cioè quanto era necessario per il raggiungimento di quello scopo superiore ed ancora misterioso, sarebbe pesato loro in maniera inusitata. La giornata era stata per entrambi molto pesante e ricca di emozioni, per cui Anna chiese a Marco di avere la possibilità di farsi una doccia e di poter dormire la notte sul divano letto del salotto, senza essere costretta a sorbirsi almeno un’ora di macchina per poter rincasare visto tra l'altro, che fuori continuava a diluviare. Oramai molta della acredine che la ragazza aveva covato verso Marco si era dileguata e lei stessa si era decisa a considerare il nuovo rapporto che aveva instaurato con il giovane, come un rapporto basato esclusivamente sul lavoro che dovevano per forza di cose e non per loro scelta, compiere assieme. Per Marco accontentare la ragazza era stata una cosa quasi naturale, quasi non ci aveva fatto caso sembrandogli , la richiesta di Anna, una richiesta quasi ovvia. Mentre la ragazza “trafficava” in bagno, Marco si era alzato dalla poltrona per guardare su Internet gli orari degli aerei per Gerusalemme e così facendo era passato davanti alla porta del bagno rimasta in parte aperta. Senza volerlo il giovane aveva “buttato l’occhio” al di la dell’apertura e aveva visto Anna che stava terminando di sciacquarsi: Marco era rimasto a bocca aperta……Anna, completamente nuda, non appariva affatto come un insignificante “topo di libreria” come lui l’aveva sempre considerata. Si trattava invece di un “pezzo di ragazza che non finiva più”con tutte le curve al posto giusto, una cascata di capelli che le ricadevano dolcemente sulla schiena e con una grazia innata nei movimenti. Per fortuna la ragazza senza occhiali aveva una visione del mondo molto limitata e non si era accorta per nulla della presenza di Marco, che la guardava rapito a pochi metri di distanza. Era stata questione di una trentina di secondi al massimo, poi il giovane aveva con fatica distolto lo sguardo e si era allontanato scuotendo la testa silenzioso, stupito di quanto aveva avuto la ventura di vedere.

CAPITOLO TREDICESIMO.

Ma come Marco e Anna avevano per così dire “avuto la loro missione da compiere”, anche qualcun altro si era contemporaneamente messo in moto per ostacolare in tutti i modi l’azione dei due giovani. Il qualcuno in questione, in realtà era in azione fin dalla notte dei tempi……esattamente dal giorno in cui era stato precipitato dalla costante presenza di Dio, alla disperazione…..della sua totale ed assoluta assenza. All’inizio quello che sarebbe divenuto la sorgente di tutti i mali, aveva cercato disperatamente di riconquistare la benevolenza di Chi lo aveva creato, ma non con un atto di amore e di sottomissione e con la sincera ammissione dell’immenso errore di orgoglio e di presunzione che aveva compiuto, ma con una malizia ed una superbia che lo avevano invece definitivamente allontanato da Colui che è il Creatore di ogni cosa. Satana, perché questo era il suo nome, visto che i suoi intenti erano miseramente falliti, aveva allora tramutato il bisogno che sentiva della vicinanza di Dio, in un odio tremendo per il suo Creatore e per tutti coloro che avevano deciso di seguire i Suoi insegnamenti e aveva giurato di coinvolgere nella sua irrimediabile caduta più esseri umani che gli fosse stato possibile. Sua era stata la mefitica influenza che aveva fatto commettere all’uomo il Peccato originale che aveva fatto cadere la razza umana nell’abisso della disperazione. Sapeva benissimo che un giorno tutto sarebbe in ogni caso finito e lui sarebbe stato distrutto…..nessuno poteva soltanto pensare di poter competere con il Creatore…nemmeno lui nel suo smisurato orgoglio, ma per lo meno voleva nella follia del suo odio , coinvolgere nella sua distruzione il più grande numero di esseri umani che gli fosse possibile e far per lo meno soffrire il più possibile, tutti quelli che non lo avrebbero voluto seguire. Ecco il perché delle sofferenze a cui l’uomo era stato da sempre sottoposto: il peccato originale, istigato e suggerito da maligno e tutto il male che da qui era conseguito, dalla cacciata dell’uomo dal suo stato di grazia alle malattie, alle guerre alle sofferenze in genere e….alla morte. Adesso il giorno del Giudizio finale si stava avvicinando fatalmente e lui voleva che la fine dei tempi, accompagnata dalla SUA inevitabile e definitiva fine, fosse non un trapasso indolore verso la beatitudine per chi se lo fosse meritato, ma un incubo terribile per tutti gli uomini, sia per quelli che sarebbero stati gli eletti, sia per coloro che avrebbero accompagnato lui nella perdizione e nell’annientamento totale……sangue dolore e lacrime indistintamente per TUTTI per un’ultima volta in un’ultima “orgia” di terrore e morte.
Tante volte in passato Satana aveva usato degli esseri umani per i suoi scopi….ma questa volta per ottenere quanto voleva, avrebbe agito in prima persona…..con tutta la sua smisurata potenza.

CAPITOLO QUATTORDICESIMO.

Se il sonno li aveva colti separati….Anna sul divano letto del salotto e Marco nel suo letto, qualche cosa d’altro li aveva accumunati: il sogno….lo stesso che entrambi stavano facendo: nessuno di loro due si sarebbe mai ricordato che cosa avessero potuto sognare……il fatto era solo che svegliandosi, tutti e due sapevano che qualche cosa di incredibile era loro accaduto. Adesso entrambi sapevano perfettamente cosa volevano dire le tre parole che il Santo Padre aveva loro comunicato. CREDERE significava accettare completamente quanto stava loro accadendo e se prima di addormentarsi erano assaliti da una miriade di dubbi….adesso avevano invece una visione estremamente chiara della situazione. OBBEDIRE voleva dire fare tutto ciò sarebbe stato necessario per portare a buon fine il compito loro affidato…AD OGNI COSTO! COMBATTERE era purtroppo la dura realtà cui sarebbero da quel momento stati sottoposti, la “conditio sine qua non” per raggiungere il loro scopo. Una quarta parola, sapevano anche, che al momento opportuno sarebbe stata loro comunicata…….ma solo al momento opportuno, quando cioè sarebbe stato necessario e non prima!.
La mattina seguente i due giovani avevano tutto predisposto per la loro partenza: Marco si era recato a riscuotere l’assegno e poi si era recato con Anna ad acquistare tutto quanto necessario per la loro trasferta e per le loro ricerche. La cosa più difficile era stata quella di cercare di ottenere i permessi necessari per poter effettuare quanto necessario per poter cercare nella Basilica di Betlemme, la vera Grotta della Natività. La Grotta della Natività, quella che per lo meno la tradizione riteneva tale, era da sempre di proprietà della “Chiesa Greco Ortodossa” ma la Mangiatoia in cui la tradizione voleva che Maria avesse deposto il Bambino, era fortunatamente di esclusiva proprietà dei “Padri Francescani” Ma anche così il problema di poter “lavorare” e soprattutto “scavare” in quei luoghi santi…..era di ardua soluzione. A che titolo avrebbero mai potuto domandare i vari permessi necessari? E a chi…..al Papa stesso forse? E come fare per poter in tempi brevi arrivare fino a Lui, essere ricevuti in udienza privatissima e soprattutto….farsi credere? Va bene che ovviamente il Santo Padre “sapeva” dell’assegno che i due giovani avevano ricevuto proprio da Lui…..ma era altrettanto vero che il Papa tramite il sacerdote, latore del messaggio, aveva bensì detto chiaramente ai due….di non voler essere assolutamente da loro contattato. E allora….cosa fare? A chi chiedere aiuto e consiglio? Ma adesso i due giovani erano per così dire “cambiati”. Proprio mentre erano sul punto di disperarsi….ecco la prima delle tre parole date loro come “VIATICO” farsi strada contemporaneamente nei loro cuori e nella loro mente: credere, Credere, CREDERE! Ecco qual’ era la soluzione….ovvia e semplice…..continuare a lavorare con serenità e fiducia, sapendo che qualcuno in qualche modo avrebbe al momento opportuno provveduto ad aiutarli.

CAPITOLO QUINDICESIMO.

Il Presidente aveva dovuto ammettere ai suoi collaboratori, che non sapeva veramente come procedere: qualsiasi opzione a sua disposizione avrebbe inevitabilmente portato ad un devastante attacco con i missili balistici. Per fortuna non si era più ai tempi della Guerra Fredda….una ritorsione americana ad un lancio di missili dalla Cina dall’Iran o dalla Corea avrebbe riportato tali paesi alla stregua di lande avvelenate, ma per il resto del mondo le conseguenze sarebbero state limitate ad una massiccia ricaduta radioattiva……..ma questo era già abbondantemente troppo pesante da sopportare. Eppure se attaccata….l’America avrebbe dovuto pur reagire ed ad andarci di mezzo fatalmente sarebbero stati civili inermi ed innocenti. Il fatto era che oramai le cose erano andate troppo avanti per sperare di poterle fermare……la Corea del Nord si era fagocitata quella del Sud ed era ovvio e chiarissimo, che mai e poi mai avrebbe “mollato l’osso” e nello stesso tempo, mai e poi mai gli Stati Uniti avrebbero potuto lasciare impunito tale crimine….per cui, la situazione appariva a tutti senza via di uscita.

CAPITOLO SEDICESIMO.

Erano oramai passati dieci anni dalla morte e resurrezione di Gesù……Maria aveva ovviamente vissuto in prima persona ogni avvenimento che avesse coinvolto il suo figlio diletto, da quando lo aveva messo al mondo aveva da subito gioito e sofferto per lui come una qualsiasi mamma e aveva goduto di ogni attimo che aveva potuto passare con Lui. Vivere con Gesù accanto era come vivere a stretto contatto con una parte di Dio, imparare da Lui….era come apprendere in continuazione qualcosa dal Padre celeste, ma la cosa più sconvolgente per Maria era stata quella che aveva provato quando, ancora appena nato, lo aveva potuto tenere in braccio…..Maria in quei momenti si rendeva attonita conto che teneva accanto a se il Figlio di Dio….parte di Dio stesso e la cosa era talmente grande ed incredibile che la gioia della Ragazza in quei momenti sembrava traboccarle di dosso ed invadere incontenibile tutto quanto La circondava. Prima di morire, Gesù l’aveva affidata a Giovanni….il suo discepolo prediletto…ed aveva affidato, in un ultimo atto di amore infinito, il mondo intero a Lei….nuova e vera mamma celeste. Un giorno, terminata la Sua vita terrena ed esauritosi il Suo compito su questa Terra, Maria era stata “assunta in cielo” e da li aveva continuato a proteggere il genere umano, aiutandolo e pilotandolo con infinito amore verso quello che sarebbe un giorno stato il suo ultimo destino. Non si trattava oramai più di una dolce ragazza palestinese…..ma di un essere meraviglioso cui tutto il Creato faceva ora riferimento…..il più grande miracolo di Dio creato sulla terra per l’uomo.

CAPITOLO DICIASSETTESIMO.

Finalmente Marco e Anna si erano seduti a bordo del jumbo dell’ Alitalia, diretti in Palestina. Marco custodiva gelosamente nella ventiquattrore che portava come bagaglio a mano, le lettere di presentazione e di autorizzazione a svolgere incondizionatamente scavi archeologici nella Grotta della Natività. Tali documenti gli erano stati recapitati al suo domicilio, assolutamente inattesi, via posta il giorno stesso della partenza e avevano dato ai due, se ancora ce ne fosse stato bisogno, la prova e la certezza che Qualcuno vegliava sul loro destino e provvedeva che la missione loro affidata andasse felicemente in porto come stabilito. Ma qualcun altro aveva per i due giovani ben altri progetti……questa volta, per essere certo di non subire interferenze, aveva deciso di agire da solo in prima persona. Quando l’aereo era decollato e si era recato all’altezza di crociera di undicimila metri, solo con la forza del pensiero aveva dato il via a quella che sarebbe dovuta essere l’immediata distruzione dell’aereo in questione e di tutti i suoi occupanti. A lui non era necessario niente altro per ottenere il suo macabro scopo…..tante altre volte aveva fatto la medesima cosa in passato per un suo scopo recondito o solo per suo personale perfido divertimento….detto, fatto. Ma questa volta, incredibilmente il suo bersaglio aveva continuato imperterrito a volare…..come era possibile una cosa del genere?Ma subito dopo la sua mostruosa vivissima intelligenza, gli aveva fatto comprendere quello che era accaduto……DIO NON VOLEVA che quanto era stato fatto per la distruzione dell’aereo avesse alcun effetto….loro erano sotto la SUA diretta protezione e Satana non poteva farci assolutamente niente. Quell’anima perduta aveva allora compreso che non era quello il modo di agire se voleva sperare di riuscire nel suo intento…..lui era il “Principe Degli Inganni” e sapeva, adesso ne era certo, che cosa avrebbe dovuto fare per sperare di averla vinta, per un’ultima volta ancora prima di svanire per l’eternità. A bordo dell’aereo, nella stiva, erano anche state caricate tutte le attrezzature necessarie per effettuare le prospezioni nel sottosuolo, la tenda da campo per il soggiorno in loco ed un’altra tenda più grande da attrezzare come laboratorio. Alla fine un qualche compromesso era stato in qualche modo trovato……il Presidente aveva dato disposizione che due sommergibili d'attacco, il Texas e il Los Angeles, si tenessero pronti a lanciare il loro intero arsenale nucleare. Si sarebbe trattato di ordigni di potenza il più possibile limitata che sarebbero stati lanciati preventivamente esclusivamente sulle rampe di missili intercontinentali dei tre paesi che li stavano minacciando. Contemporaneamente altre decine di testate della stessa limitata potenza, sarebbero state lanciate dalle portaerei che erano state dislocate in zona. Si sarebbe cercato in pratica, con un attacco preventivo, di azzerare o di ridurre per lo meno il più possibile, la capacità nucleare di Cina, Iran e Corea, cercando nello stesso tempo, risparmiando almeno per ora le città, di limitare al massimo le vite dei civili e la temutissima ricaduta radioattiva. Questo era l’unico compromesso che si era potuto trovare per cercare di salvare la situazione…….l’unico compromesso in grado di limitare al massimo inoltre, una eventuale ritorsione dei tre paesi attaccati. Se tutto fosse andato secondo i piani, la capacità nucleare di questi paesi sarebbe scomparsa una volta per tutte, la Corea del Sud sarebbe stata in seguito liberata senza particolari affanni e la tanto temuta ritorsione….evitata o drasticamente ridotta. Certo poi si sarebbe dovuto in tutto il mondo fare i conti con l’inevitabile ricaduta radioattiva causata dall’esplosione di tutti quelli ordigni e con la rabbia di chi, completamente al di fuori della disputa, ne avrebbe subito le devastanti conseguenze…….ma questo purtroppo era l’inevitabile prezzo da pagare….per tutti, vincitori, vinti e……impotenti spettatori.

CAPITOLO DICIOTTESIMO.

Riuscire ad installarsi nel sito delle ricerche, era stato lungo e faticoso. Dopo interminabili estenuanti trattative affrontate faticosamente con i rappresentanti della Chiesa Ortodossa, proprietaria del sito e della Basilica, con quelli della Chiesa Armena, proprietaria di un piccolo spazio all’interno della Grotta e con il Priore dei Frati Francescani a cui è affidata la custodia della “Mangiatoia” in se stessa, alla fine, grazie esclusivamente alle lettere di raccomandazione di cui i due studiosi erano dotati, Marco e Anna avevano potuto cominciare a lavorare. Il giorno quando il pellegrinaggio dei fedeli era praticamente ininterrotto, i due giovani riposavano o lavoravano nella tenda che avevano montato appena al di fuori della basilica. La notte invece dall’una alle cinque, avevano per così dire campo libero e scavavano con la massima circospezione per cercare l’ingresso a quella che avrebbe dovuto essere la vera Grotta delle Natività, che era dal giorno della partenza della Sacra Famiglia rimasta, sprofondata nel terreno, celata ad ogni essere umano. Quando i due lavoravano, purtroppo non erano mai soli ma erano seguiti in continuazione dal Priore dei Frati Francescani. A lui Marco non aveva voluto spiegare, nonostante le sue ripetute insistenze, il vero motivo della loro ricerca…..gli aveva soltanto spiegato vagamente, per cercare di fuorviarlo il più possibile dalla verità, che lo scopo del loro lavoro era legato alla Profezia di Fatima, di cui ovviamente non conoscevano la natura e che quanto cercavano, era di interesse esclusivo del Santo Padre che li aveva appunto inviati ad indagare. Il Priore tuttavia non era stato per nulla contento dell’intervento dei due giovani scienziati e sospettoso com’era, non li lasciava soli un istante, anzi se fosse dipeso solo da lui…..li avrebbe immediatamente allontanati dal quel luogo. Il Priore, non contento della lettera di presentazione, aveva anche contattato il Vaticano per chiedere chiarimenti ed una ulteriore conferma ma aveva ricevuto solo un ordine ben preciso: quello di NON interessarsi di quanto facevano i due giovani e soprattutto di NON ostacolare per nessun motivo il loro lavoro.
Il primo attacco aveva avuto luogo durante il sonno…..Il Principe degli inganni si era introdotto cautamente nelle loro menti addormentate e aveva cominciato con infinita malizia il suo “lavoro ai fianchi” Si era trattato di una iniziale serie di dubbi insinuati con diabolica destrezza nella mente dei due giovani…si sa che le peggiori menzogne contengono sempre un ingannevole “fondo di verità”. Ai due giovani addormentati venne detto che quanto stavano facendo…era lecito o stavano invece rischiando carriera e salute mentale in una impresa assurda che aveva del pazzesco……ma cosa mai si erano messi in testa di fare? Non vedevano l’atmosfera di scetticismo e di fastidio che li circondava? Si erano fatti cullare dall’illusione di essere guidati dall’Alto, mentre erano stati influenzati solo da una fortuita serie di incredibili coincidenze. Figurarsi se c’era il Papa dietro a tutta questa impresa sballata….certamente qualcuno aveva avuto interesse a farlo credere e loro avevano da stupidi abboccato all’amo. La cosa più logica sarebbe stata quella di mollare tutto e tornarsene a casa, prima che gli effetti del loro inevitabile fiasco potessero far scompisciare dalle risa il mondo intero. Il mantello della Madonna…..ancora intatto dopo duemila anni…la grotta della natività sprofondata nel nulla…….ma per favore! Al loro risveglio entrambi si erano guardati negli occhi…..una grande stanchezza sembrava come essersi impadronita di loro, assieme ad uno stato di grande e crescente apatia. Il solo fatto di essere li, sudati sotto una tenda puzzolente, sembrava ora loro assurdo e inconcepibile e soprattutto adesso avevano l’errata illusione di vedere finalmente perfettamente chiaro dentro loro stessi. Tutto adesso tornava….si erano fatti ingannare dalla affrettata lettura di un manoscritto di cui non avevano nemmeno confrontato, mancandone il tempo, autenticità e attendibilità. Non restava altro da fare, e meno male che se ne erano accorti in tempo, che tornarsene a casa e riprendere la comoda vita di tutti i giorni dimenticando tutto al più presto….altro che sudore e sabbia! Ne avevano parlato assieme e assieme avevano concordato di fare le valigie e prendere il primo aereo disponibile per l’Italia, sarebbero partiti il più presto possibile e tutto si sarebbe concluso e col tempo dimenticato per sempre…..ma ad un certo momento, Marco e Anna, usciti dalla tenda….avevano notato tre scritte gigantesche impresse sulla sabbia della duna che si trovava proprio dietro la loro tenda……si trattava delle solite tre parole, chiare nette e distinte: CREDERE, UBBIDIRE, COMBATTERE! E di colpo la loro mente si era come schiarita dalla nebbia che l’aveva invasa, i propositi di ritorno a casa erano stati di colpo abbandonati e spazzati via e una nuova forza unita ad una rinnovata consapevolezza di quanto era necessario fare, li aveva “colmati”. Subito dopo….le tre parole erano state cancellate dal vento che si era alzato vigoroso per una decina di secondi e le dune avevano ripreso il loro aspetto consueto. I due adesso CREDEVANO, sapevano di aver cominciato a subire un primo attacco da qualcuno che non li voleva li e sapevano che invece avrebbero dovuto UBBIDIRE a quella Forza superiore che li aveva voluti in quell’impresa e per Lei anche COMBATTERE se si fosse reso necessario! La prova appena superata, li aveva resi poi definitivamente consci di due cose……loro erano veramente due pedine in mano al volere di un Qualcuno tanto più grande di loro ed erano nello stesso tempo “contrastati” da un’altra forza che tramava invece per farli desistere dall’intento cui erano stati “comandati”. Certo poi, che il fatto di lavorare a contatto di gomito per giorni e giorni, aveva evidentemente avvicinato parecchio uno all’altro i due giovani, senza che nessuno di loro due se ne fosse accorto. Marco aveva apprezzato dapprima sempre di più il modo metodico e razionale di lavorare di Anna e adesso, che lei si dimostrava scevra da acredine nei suoi confronti, anche lui era in grado di far emergere con serenità i lati migliori del suo carattere. Marco poi, si era reso conto che Anna una volta liberata dai vestiti quasi monacali che era avvezza ad indossare in Italia, era un gran bella ragazza e anche questo fatto indubbiamente aveva il suo peso. Anna infatti aveva abbandonato la sua “mise” così dimessa…..vestiva semplicemente con una camicetta attillata e con un paio di pantaloncini corti e così facendo non faceva altro che mettere in mostra, se pur assolutamente inconsciamente…quello che Marco a volte si soffermava a guardare con grande approvazione. A volte i due si erano trovati all’improvviso a scrutarsi negli occhi….erano stati attimi fuggevoli ma attimi carichi di una grandissima intensità….poi, subito dopo, lo sguardo veniva distolto, ma qualche cosa di quei rapidi sguardi certo era rimasto nei cuori dei due giovani, che per un po’ se ne sentivano quasi come riscaldati.

CAPITOLO DICIANNOVESIMO.

Quando mancavano solo poche ore all’attacco preventivo voluto dal Presidente, il Segretario Alla Difesa si era recato con la massima urgenza nella Sala Ovale. Il Presidente Martin lo aveva ricevuto e aveva ascoltato con il massimo interesse il rapporto del suo subordinato:” Signor Presidente…..caro Victor….se ti posso chiamare ancora così in questi momenti drammatici……finalmente sono riuscito ad avere dai Servizi Segreti le dimensioni reali del potenziale offensivo di cui dispongono i nostri potenziali nemici. Ci sono notizie buone….ad altre molto meno rassicuranti. Innanzitutto abbiamo saputo per certo, che la Corea del Nord dispone si di otto ordigni nucleari, anche se di una potenza limitata, ma anche che attualmente non è assolutamente in grado di lanciarli con dei missili…..il loro programma missilistico è ancora troppo arretrato ed inaffidabile per garantire un assemblaggio perfetto tra testata e vettore di lancio. Sarebbero si in grado di trasportare altri due ordigni di cui sono in possesso con uno o due bombardieri e cercare di lanciarli……ma con le nostre portaerei in zona…..se necessario qualsiasi cosa si alzi dalla Corea verrebbe immediatamente ed irrevocabilmente abbattuta. Per cui dalla Corea…..non abbiamo più nulla da temere. I pericoli grossi vengono invece dalla Cina e dall’Iran. Ma mentre la Cina Popolare se necessario sarebbe benissimo in grado di lanciare contro di noi i suoi missili intercontinentali, abbiamo saputo che in caso di conflitto l’Iran lancerebbe i suoi unici quattro missili non contro di noi…..ma contro Israele e questo innescherebbe ovviamente una reazione incontrollata di Gerusalemme contro TUTTO il mondo arabo…..cancellandolo una volta per tutte dalla faccia della terra. In pratica, se noi attaccassimo la Corea causeremmo un olocausto nucleare il che ci rimanda, come avevamo deciso, all’unica alternativa possibile….un attacco preventivo limitato ai siti di lancio nemici. Però, così facendo, e avendo cura di colpire oltre alle basi di lancio, anche la centrale nucleare iraniana, sistemeremmo una volta per tutte le mire “nucleari” di quei pazzi ma avremmo ugualmente anche fare con il potenziale atomico cinese……che non è assolutamente da sottovalutare. I loro sommergibili nucleari in confronto ai nostri….fanno ridere e non costituiscono fortunatamente un problema ma, purtroppo noi non siamo per niente in grado di sapere con esattezza quanti siano i siti di lancio terrestri e dove si trovino la rampe di lancio mobili….ne conosciamo la posizione su per giù all’ottanta per cento ma del restante venti per cento non sappiamo nulla. Certamente anche con il previsto massiccio attacco preventivo, un congruo numero di missili intercontinentali cinesi sarebbero in volo contro di noi e, non contro le istallazioni militari come i nostri ordigni ma di certo indirizzati contro le nostre città. Ovviamente il nostro paese è protetto in qualche modo dal sistema difensivo delle “Guerre Stellari” ma certamente più di qualche missile riuscirebbe a passare…..e sarebbe il disastro anche per noi che, oltre a tutto se colpiti, subito dopo ci vedremmo costretti a reagire in modo adeguato. Ecco Victor quale è il quadro attuale della situazione e a che cosa stiamo andando incontro”” Non so cosa rispondere……”Rispose il Presidente” Qualsiasi decisione io prenda ci porta alla catastrofe….morti, morti e ancora morti….io questo fardello non lo voglio portare, non voglio essere ricordato nei libri di storia, se poi ci sarà ancora chi potrà raccontarla, come colui che ha scatenato l’olocausto sulla Terra….eppure non mi resta alcuna alternativa valida da prendere in considerazione. Domani, alla televisione, tenterò di giocare un’ultima disperata carta…… farò una conciliante proposta di compromesso….. offrirò alla Corea tutto quanto posso… una alternativa ed una dignitosa via di uscita……il loro immediato ritiro dai territori occupati del sud del paese e offrirò come sostanziosa contropartita, dei massicci aiuti di carattere economico umanitario da parte nostra, per contribuire a risollevare la disastrata economia di quel paese. Una promessa di costruire a spese nostre e dell’ONU case e ospedali….industrie e quanto necessario per far portare nel tempo il nord del paese all’altezza del tenore di vita del sud. Non parlerò assolutamente di rappresaglia, di attacco o di quant’altro possa essere considerato offensivo nei riguardi di quei delinquenti patologici con cui abbiamo a che fare, chiederò solo comprensione e offrirò loro collaborazione e aiuti a tutti i livelli. Così forse a loro sembrerà di averla avuta vinta contro di noi….e se avranno il buon senso di accettare, avremo poi tempo e modo per farla pagare cara a tutti, indistintamente, soprattutto la Cina dovrà essere messa in grado di non nuocere più per l’avvenire…….ma per questo ci sarà sempre tempo e modo per farlo. Intanto facciamo in modo di armare la pistola, di mettere il colpo in canna…..ma di tenere per ora il dito BEN LONTANO dal grilletto e che Dio ce la mandi buona!”

CAPITOLO VENTESIMO.

Dopo una notte trascorsa a cercare un qualche segno della presenza sul pavimento di terra di un qualcosa che consentisse un accesso ad un livello inferiore Marco e Anna riposavano nella tenda che li avrebbe ospitati per tutta la durata del giorno. Avevano consumato un parco pasto a base di pasta portata dall’Italia cotta su di un fornelletto a spirito e con un bicchiere di “Refosco” in mano, stavano tirando le somme del lavoro svolto nella nottata. Marco si era disteso sulla brandina e aveva piazzato per cuscino lo zaino semivuoto, Anna vestita con i consueti pantaloncini corti e la camicetta sfrangiata gli si era seduta accanto e leggeva con aria assorta a voce alta gli appunti che aveva preso solo un paio di ore prima. Marco, sapendo di non essere visto, guardava la ragazza con un fare distaccato e pensoso: da quando l’astio che avevano uno per l’altra se ne era andato lasciando il posto ad un vivo cameratismo, il giovane si era reso conto dell’effettivo valore della ragazza…….non solo lei aveva cominciato a dimostrare la grande umanità e sensibilità di cui era dotata ma anche il cosiddetto “lato fisico” aveva cominciato a farsi notare con prepotenza. I corti vestiti indossati da Anna con il caldo del deserto, lasciavano intravedere quanto Marco aveva già visto benissimo prima della partenza e il giovane non riusciva proprio a comprendere il perché Anna in Italia avesse fatto di tutto per nascondere in tutti i modi quel ben di Dio di cui la natura l’aveva dotata. Comunque Anna continuava la sua lettura e non si era per nulla accorta dello scorpione giallastro che le si stava avvicinando zampettando ad una gamba. Ma la cosa per fortuna non era sfuggita a Marco che con uno strattone improvviso aveva preso la ragazza per la vita e se l’era portata sulla branda, facendosela cadere quasi addosso: “Marco……ma sei impazzito? Cosa ti salta in mente, brutto cretino? METTIMI GIU SUBITO E LEVAMI LE TUE PRURIGINOSE MANACCE DI DOSSO!”” Scusa bella mia…..” Le disse di rimando Marco scoppiando a ridere” Guarda che la mia intenzione non era certo quella di violentarti…..ti assicuro che questo è un desiderio che non ho mai avuto, quello di prenderti a schiaffi invece qualche volta si….ma niente di più! Piuttosto ti chiedo scusa per essere riuscito ad impedire a quella bestiaccia, che vedi ancora li dov’era un momento fa la tua pregevole gamba, di darti un bel colpo di coda………scusa, ho sbagliato….ti prometto solennemente che la prossima volta la lascerò fare, invece che sorbirmi tutta quella fatica per sollevare il tuo dolce peso e sentirmi poi insultare per….averti salvato!” Anna si era resa subito conto di aver esagerato…..sia perché aveva visto ora anche lei il bruttissimo insetto, sia perché aveva dovuto ammettere a malincuore a se stessa che quell’attimo tra le braccia di Marco era stato tutt’altro che spiacevole. L’Anna di qualche settimana prima….se ne sarebbe stata zitta, ma l’Anna di adesso era profondamente cambiata, si sentiva come addolcita….…placata. Intanto il sentimento che aveva sempre avuto per il giovane non era ancora certo svanito, anzi avendo occasione di conoscere Marco meglio, vivendo in pratica sempre assieme a lui, aveva cominciato ad amarlo non per quello che credeva che il giovane fosse….ma per quello che lui era veramente. Per cui la ragazza disse senza fare alcuna fatica: “Scusa Marco…..non mi ero resa conto del pericolo che stavo correndo…..scusami ancora, e…… grazie!” E presolo tra le braccia gli stampò due bei baci sonore sulle guance. Il giorno era trascorso in fretta e la notte, non appena la Grotta era stata chiusa al continuo afflusso di pellegrini, aveva consentito ai due giovani di ricominciare a lavorare. Lavorare da soli sarebbe stato certo la cosa migliore ma la presenza del Priore dei Frati Francescani era sfortunatamente una croce da sopportare con santa rassegnazione: lui era sempre li, presente ed attento che nulla venisse toccato e messo fuori posto…….lui dava l’impressione di essere a casa sua e che quanto li contenuto fosse di sua ed esclusiva proprietà. Marco era certo che solo l’ordine esplicito del Papa, contenuto nella lettera di “raccomandazione” era l’unico motivo che permetteva loro di rimanere li a lavorare. Verso le tre del mattino finalmente Anna, che era riuscita ad infilarsi con la massima cautela dietro la Mangiatoia, aveva fatto a Marco un cenno, invitandolo ad avvicinarsi: proprio dietro di lei la parete rocciosa che fino ad un momento prima appariva solida e compatta, si era come aperta, lasciando intravedere un ampio varco. Marco si era affrettato a seguire la ragazza, non prima di avere però lanciato uno sguardo per vedere cosa stesse facendo in quel momento il Priore. Ma l’incredibile stava avvenendo un’altra volta di più, l’incredibile che faceva comprendere loro, che tutti e tre li in quel luogo, stavano ubbidendo ad una volontà che non era certo la loro: mentre i due studiosi stavano per compiere quanto loro richiesto, il frate era infatti caduto in una sorta di torpore e poi si era addormentato afflosciandosi lentamente al suolo. Finalmente i due erano soli e liberi di agire come meglio credevano. Ora restava solo da addentrarsi all’interno di quel “pertugio” e vedere quanto sarebbe accaduto. Ma quello era anche il momento deciso dal Principe degli Inganni per “giocare la sua carta”: Era difatti improvvisamente apparso ai due giovani sotto forma di un falco gigantesco, con gli occhi fiammeggianti, mentre una sensazione di gelo si diffondeva tutto attorno: sembrava che qualcuno avesse acceso in quel luogo così angusto un condizionatore e lo avesse regolato al massimo. Le uniche parole che esplosero nella mente dei due giovani furono solo queste, nette decise e inequivocabili:”ANDATEVENE VIA DI QUI SUBITO!” La testa di Anna e Marco sembrava voler esplodere……girava, girava a più non posso ed un vivissimo desiderio di ubbidire e di tornare al calore vivo dell’aria aperta sembrava aver preso il sopravvento sui loro desideri. Ma i due ancora esitavano…..sentivano in fondo ai loro cuori che loro compito era quello di resistere e di ribellarsi al volere di quell’ essere diabolico. E allora dentro di loro si scatenò all’improvviso l’inferno: odio, una folle paura, un tremendo dolore sia fisico che mentale, avevano cominciato a permeare le loro menti e una tremenda minaccia che questo era il terribile destino di sofferenza riservato loro per l’eternità se non se ne fossero andati subito. Poi il demonio si era “trasfigurato” in quello che era il suo aspetto reale e a tale vista i due giovani erano stati ad un passo dall’impazzire….era impossibile per gli esseri umani essere sottoposti a tale vista….era il male allo stato puro davanti a loro, l’antitesi stessa di Dio. Ma a questo punto, quando i due erano sul punto di precipitare nella follia e di soccombere, una piccola tremula luce si era accesa, in un angolo remoto, dentro la loro anima e le solite tre parole avevano incominciato a risuonare nella loro mente, prima esili e lontane ma mano a mano che il tempo passava, sempre più forti e decise, e loro vi si erano aggrappati in un impeto di disperazione misto ad una crescente speranza: credere Obbedire COMBATTERE, COMBATTERE, COMBATTERE….CON TUTTE LE PROPRIE FORZE! E combatterono in un primo momento con la forza della speranza e della disperazione, attingendo nuove forze ed energie dentro di loro dove non avrebbero mai pensate di poterle trovare……. e mano a mano che resistevano diventavano più forti. Adesso sentivano incredibilmente vacillare quella mente perversa e sapevano che la potenza che “fluiva” in loro e da loro non era certo frutto della loro ridotta forza vitale ma che proveniva da qualche cosa di tanto enorme da non poter essere concepito….E VINSERO nel momento stesso in cui l’orrenda visione scomparve dalla loro vista portando con se tutto il dolore e la sofferenza che li avevano tormentati, seppero che avevano vinto. Adesso erano li, stremati ma pervasi da una incredibile sensazione di pienezza e di felicità. Si sentivano come accarezzati e riscaldati dall’amore di quel Dio che li aveva condotti fino a li fino a vincere le mire del maligno….adesso erano pronti a proseguire ed a trovare quanto erano venuti a cercare, non per loro stessi…… ma per l’umanità intera.

CAPITOLO VENTUNESIMO.

Il momento della sconfitta definitiva non era ancora giunto…..una sola cosa gli restava da fare, l’unica che gli potesse permettere di distribuire per l’ultima volta sofferenze disperazione e lutti al genere umano. Lui, aveva “preso possesso” dei sistemi di lancio dell’Armata Rossa Cinese, e aveva lanciato….tutto quanto si poteva lanciare….TUTTO e VERSO TUTTI. Lui non aveva certo avuto bisogno di accedere a dei codici di lancio……aveva mentalmente PENSATO al fatto di lanciare e….i missili ubbidienti alla sua volontà, si erano levati in volo. Era fatta, dopo una mezz’ora i missili avrebbero colpito i loro bersagli e la macabra ballata dell’ olocausto avrebbe potuto avere inizio.
I due giovani intanto stavano scendendo con la massima cautela: l’apertura nella roccia li aveva condotti lungo un sentiero che portava verso il basso fino a giungere ad una grotta illuminata da una luce irreale e celestiale: Anna e Marco si erano dovuti fermare……davanti ai loro occhi spalancati dallo stupore più completo, a tre metri di distanza, la Madonna, Giuseppe ed il Bambino erano dinnanzi a loro. I due giovani si resero conto che stavano assistendo a quanto si era verificato in quel luogo sacro più di duemila anni prima….il Presepe vivente davanti ai loro occhi, era quello originale, loro due avevano l’ incredibile privilegio di assistere in prima persona ad un miracolo avvenuto nella notte dei tempi. Per un attimo una gioia immensa li aveva pervasi ed erano caduti in ginocchio folli di felicità per quanto avevano la ventura di vedere e di vivere…..erano li ad un passo dalla Madonna e dal Figlio di Dio….. poi per un magico momento, Anna aveva incrociato lo sguardo di Maria che con un cenno ed un sorriso celestiale aveva indicato un oggetto alla sua destra, come ad invitarla a prenderlo. Poi all’improvviso la Sacra Famiglia era scomparsa nel nulla, lasciando nella mente dei due giovani una semplice dolcissima frase che diceva meravigliosamente:” A presto!” Marco ed Anna si erano allora avvicinati e la ragazza aveva raccolto tra le mani tremanti quello che Maria le aveva indicato: Anna reggeva adesso tra le sue mani il velo azzurro indossato dalla Madonna. I due erano sconvolti ma sommamente felici…..avevano potuto assistere ad un avvenimento di cui tutti i libri di storia parlavano, erano nel vero e autentico sito della Natività e lo potevano vedere nelle stesse identiche condizioni in cui la Sacra Famiglia lo aveva appena lasciato. Avevano avuto la ventura di assistere al primo, all’unico, al vero Natale! Ma adesso era necessario allontanarsi di li……non sapevano cosa avrebbero dovuto fare ma sapevano senza avere più alcun dubbio, che al momento opportuno sarebbero stati opportunamente guidati, l’incertezza su quanto avrebbero dovuto fare era definitivamente scomparsa…adesso sapevano che erano nelle mani amorevoli del creatore che li avrebbe indirizzati per la strada che avrebbero dovuto percorrere. Marco aveva voluto reggere anche lui in mano quel velo meraviglioso ed il solo sapere a chi era appartenuto e chi lo aveva indossato…..gli dava una gioia immensa, inconcepibile, traboccante…..si sentiva ad un passo dal Paradiso. Erano alla fine usciti all’aperto e…….
I radar addetti alla difesa satellitare avevano ovviamente immediatamente intercettato il lancio dei missili dalla Cina, e dall’Iran e trasmesso immediatamente la drammatica informazione al “NORAD” nascosto tra le Montagne Rocciose. Non si trattava purtroppo di un falso allarme. L’unica cosa strana era che i missili non erano indirizzati tutti contro gli Stati Uniti, ma una buona parte stavano per colpire oltre che i paesi della Nato, anche Russia , India e Pakistan…..tutte nazioni cioè, capaci di scatenare una micidiale rappresaglia nucleare. Poi dopo i missili cinesi, si erano alzati in volo ovviamente anche quelli Iraniani destinati questi a colpire Israele, seguiti subito da quelli della inevitabile rappresaglia israeliana. Al vecchio mondo restava si e no una mezz’ora di vita…poi sarebbe stata la fine….per tutti in un olocausto di fuoco e distruzione. Anna e Marco non erano al corrente di quanto stava accadendo nel mondo impazzito. Erano all’aperto e stavano guardando rapiti la volta del cielo stellato che si apriva sopra di loro. Anna portava in mano il velo azzurro….lo sentiva quasi pulsare di vita propria mentre un meraviglioso profumo di rose si spandeva all’intorno. La ragazza sapeva adesso cosa avrebbe dovuto fare ma non per quale motivo, ma non le importava…..adesso capiva che doveva limitarsi ad ubbidire, a lasciarsi guidare e il resto sarebbe venuto da se: aveva detto a Marco di prendere anche lui in mano il velo e di estenderlo assieme a lei il più possibile tenendo le braccia tese verso l’alto e di inginocchiarsi e così avevano fatto. Poi dal velo retto dalle loro mani, erano partiti e si erano diffusi verso il cielo stellato dei lampi di un azzurro incredibile che avevano lasciato quasi storditi da tanta bellezza i due giovani. Poi i lampi si erano trasformati in fasci di luce abbagliante e Anna e Marco erano caduti a terra avvolti da una stanchezza improvvisa e da un senso di grande appagamento, mentre il velo scompariva in un ultimo torrente di luci multicolori. Adesso e solo adesso i due sapevano di aver portato a termine il loro compito, anche se ancora non potevano rendersi conto in che cosa consistesse la missione cui erano stati delegati. Adesso sapevano solo che tutto si era compiuto e che per loro come per tutti gli altri uomini del pianeta stava per iniziare una nuova era. Marco ora vedeva chiaro in se stesso come non mai prima di allora….sapeva che la perdita di Laura si era compensata con la vicinanza di Anna e Anna stessa aveva imparato in quei giorni ad amare Marco non come una figura idealizzata ma come un essere umano che in quei giorni, vivendogli accanto, aveva veramente imparato a conoscere ed ad apprezzare per quello che era. Nella loro mente un’ultima frase si era stampata ben visibile…..uguale per entrambi:” VIVETE ASSIEME E AMATEVI PER L’ETERNITA’!”
Il Presidente era in quel momento in volo sull’Air Force One e si apprestava a dare l’ordine di scatenare la rappresaglia:” Non mi resta nulla di diverso da fare signori miei…..non ho assolutamente nessuna altra alternativa da mettere in campo…..tra cinque minuti molte delle nostre città non esisteranno più e io non posso assolutamente lasciare impunito un crimine di tali dimensioni. Il nostro paese uscirà certamente sconvolto da questo attacco pazzesco e immotivato e così molte altre nazioni del mondo…..ma vi garantisco che della Cina non resterà in piedi pietra su pietra. Signor Consigliere, è perfettamente inutile che mi faccia notare che con l’ordine che sto per impartire condannerò a morte anche, anzi soprattutto, milioni di innocenti….LO SO BENISSIMO PER LA MISERIA!!!!MA NON POSSO FARE ALTRO, NON POSSO AGIRE ALTRIMENTI….si rende conto spero, che io devo dare una risposta chiara, precisa ed inequivocabile a chi ci sta attaccando. Che cosa mi direbbero e penserebbero di me gli Americani se io non facessi quanto devo?Mi consegni per favore i codici di lancio……e che sia finita una volta per tutte.” Nessuno aveva avuto la forza, l’autorità ed anche la ragione per opporsi al volere del Presidente…..la rappresaglia sembrava in quei momenti drammatici l’unica soluzione logica e possibile e alla fine, come era logico attendersi, l’ordine di lancio era stato impartito e i missili americani lanciati in massa. Nessuno aveva pensato come si sarebbe potuta evitare la strage di innocenti che la rappresaglia americana avrebbe provocato……a tutti sembrava che non esistesse altra alternativa e tutti pensavano oramai solo ad ottenere una atroce vendetta…..l’odio, la paura, lo spirito di vendetta, il risentimento, sembravano prevalere ancora una volta….e per l’ultima volta, nella tormentata storia dell’uomo. Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, nello stesso tempo, stava urlando come un ossesso chiedendo ai propri consiglieri chi avesse mai potuto dare l’ordine di lancio e soprattutto come questo fantomatico personaggio avesse potuto essere in grado di farlo eseguire, scavalcando tutti i rigidissimi sistemi di sicurezza. Adesso tutti i missili di cui la Cina disponeva erano stati disgraziatamente lanciati e l’America ovviamente aveva fatto altrettanto…..era la fine di tutto….ma come era potuta accadere una cosa del genere? Sull’aereo presidenziale si attendeva ormai solo la notizia del primo impatto, a cui sarebbero fatalmente seguiti tutti gli altri. Il tempo sembrava non voler trascorrere mai e le lancette degli orologi sembravano andare al rallentatore. Eppure si trattava degli ultimi istanti del mondo come loro lo avevano conosciuto….tra qualche istante tutto sarebbe se non finito…..drasticamente cambiato e non certo in meglio. Ma la fine di quel mondo dominato dal consumismo e nello stesso tempo dalla miseria, dalla fame e dalla paura reciproca, sarebbe venuta in un modo assolutamente diverso, imprevisto e inaspettato da tutti. I missili in volo prima di completare la loro macabra funzione erano all’improvviso scomparsi, TUTTI…. annientati da quei lampi misteriosi che erano partiti dal velo miracoloso di Maria…..al posto degli ordigni micidiali, al suolo era invece caduta ovunque una marea di rose rosse profumatissime. Nel medesimo istante, tutte le armi in dotazione agli eserciti di tutto il mondo avevano misteriosamente cessato di funzionare…..i caccia e i bombardieri dell’aeronautica erano dovuti atterrare per una progressiva ma inarrestabile mancanza della spinta di sostentamento, i sottomarini nucleari riemergere per mancanza di energia…..tutte le armi, dai fucili ai cannoni, erano nell’assoluta incapacità di funzionare. Le gigantesche portaerei americane, le navi russe e quelle delle marine militari di ogni nazione, galleggiavano inermi e inoffensive nei mari di tutto il mondo. Un grande senso di sbalordimento e di sorpresa e di smisurato sollievo, aveva permeato tutti i capi politici della terra….tutti erano passati dalla convinzione di vivere gli ultimi attimi della loro esistenza, a quella di sapere che tutti loro e il mondo intero, erano salvi per miracolo . Tutto il genere umano frastornato come non mai, era ora in attesa spasmodica di quello che sarebbe dovuto accadere. Poi….un “urlo” incredibile si era alzato dal profondo di ciascun essere umano…..era come se una parte di ciascun uomo, la parte peggiore, quella bestiale del lato oscuro di ciascun essere vivente, gli venisse forzatamente estirpata dal profondo dell’anima…..contemporaneamente un urlo ben più mostruoso di tutti quelli degli esseri umani di tutti i tempi messi insieme, si era levato verso l’alto….si trattava dell’urlo di agonia della bestia mostruosa che era stata all’origine di tutti i mali nella notte dei tempi. Solo adesso il Signore degli Inganni si rendeva per un ultimo lunghissimo interminabile terribile istante, permeato da una sofferenza indicibile, di tutto il male di cui era stato origine e responsabile e delle sofferenze terribili che con la sua malvagità aveva causato e quel dolore inenarrabile, misto questa volta e finalmente al peso tremendo di un improvviso rimorso insostenibile, si era riversato per l’ultima volta addosso a lui schiantandolo e scaraventandolo nell’oblio definitivo del non esistere più. Ed ecco finalmente il bene prendere possesso di ogni essere umano che durante la sua vita non lo avesse completamente negato e rifiutato…..ecco finalmente scomparire di colpo insieme a odio, paura, invidia ed ogni forma di immotivata competizione e violenza, chi di tutto ciò si era da sempre esclusivamente nutrito. Ecco finalmente sanati per sempre gli antichi odi e rancori….ECCO IL FIGLIO DELL’UOMO E DI DIO RIDISCENDERE TRIONFANTE COME PROMESSO IN UNA TERRA NON PIU’ MATRIGNA MA FINALMENTE MADRE AMOREVOLE, ACCOMPAGNATO DALLA MAMMA CELESTE NEL NOME DELLA QUALE E PER SUA GRAZIA, ERA AVVENUTO IL PIU’ GRANDE MIRACOLO DI TUTTI I TEMPI. E una grande parola apparve scritta in cielo in caratteri di fuoco:”A M A T E V I ! ! !”. E da quel momento in poi…… fu solo gioia come era stato previsto e voluto all’inizio della Creazione.

Nessun commento:

Posta un commento